anche miniaturizzati, software intelligente
e servizi su cloud, una produzione quindi
ampiamente mirata e snella rispetto al tar-
get finale di domanda (massima personaliz-
zazione, un abbinamento di bassi volumi/
ampio mix di prodotti).
In ogni caso bisogna pensare a un futuro
altamente automatizzato, caratterizzato da
alta ridondanza, self-recovery e riconfigura-
zione, software web based e sistemi total-
mente integrati, in colloquio tra di loro in
modalità wireless specificamente protetta
(per il mercato dell’automazione industriale
senza fili gli analisti di TechNavio prevedono
un Cagr del 15,68% tra il 2013 e il 2018), ma-
nutenzione predittiva e autodiagnostica e
infine responsabilità ambientale, uno dei
temi più sentiti di Industria 4.0.
Suggerimenti per
tratteggiare la fabbrica
del futuro
Le riflessioni innovative che riguardano
il futuro includono una somma di fattori
identificativi della smart factory, anche se
per alcuni la fabbrica intelligente è intesa
come terminus ad quem, ossia un contesto
nel quale innovare al massimo i sistemi esi-
stenti con approccio bottom up.
L’accezione generalizzata invece la vede
come un tassello della costruzione di Indu-
stria 4.0, quindi come integrazione olistica di
dispositivi e tecnologie con un complesso di
prodotti, risorse e processi fortemente con-
notato dalla presenza di sistemi ciberfisici;
sono stati definiti ‘smart enablers’: prodotti
intelligenti dotati di memoria e unità di
processing, macchine in grado di autoor-
ganizzarsi all’interno della rete produttiva,
pianificatori capaci di organizzare la produ-
zione in base ai dati provenienti dal mondo
reale e infine operatori, ossia osservatori
creativi in grado di apportare le modifiche
necessarie. In questo quadro si collocano
quindi scelte strategiche che spaziano dalla
componentistica e dagli assemblaggi di
dimensioni nanoscalari (in particolare per
la sensoristica wireless) ai sistemi adatta-
tivi complessi (CAS) e multitasking che do-
vrebbero sostituire le gerarchie di controllo
centralizzate,
tramite reti
wireless spe-
cifiche, quindi
da remoto. Tra
le altre tecno-
logie abilitanti
vale la pena di
ricordare quelle
attinenti alla
sicurezza di reti
e dispositivi
(per la quale si
propone un lin-
guaggio inter-
nazionale del manufacturing). Altro tema
emergente: la fabbrica è smart se opta per
la soluzione green (misura, analisi e gestione
dei consumi).
Come si nota, si tende a rivoluzionare la
struttura classica dell’automazione: dalla
piramide gerarchica a reti smart caratte-
rizzate da tecnologie trasversali e dalla co-
municazione omnidirezionale. Dal grande
complesso industriale centralizzato a entità
snelle; ci si potrebbe chiedere però a questo
punto come potrà confrontarsi con questa
ipotesi evolutiva l’industria pesante: proprio
questo è uno degli scenari più impegnativi
da tratteggiare.
I numeri nel breve-medio
termine
Alle ricerche di mercato sull’automazione
industriale sfugge una zona grigia che fa
capo prevalentemente al Far East, in quanto
il know-how proprietario delle aziende
occidentali è stato di fatto replicato in ap-
parecchiature e software depauperati di
contenuto tecnologico significativo, ren-
dendo di fatto l’automazione industriale
quello che, nel
mondo occi-
dentale, viene
definita icasti-
camente una
vera e propria
commodity. Ciò
premesso, IHS
ha fatto il punto
sulla chiusura
2013 e per
l’anno in corso
stima comun-
que in discreta
crescita (+7%)
il mercato mondiale IAE (Industrial auto-
mation equipment) pari a 185,3 miliardi di
dollari rispetto ai 173 del 2013; se si inclu-
dono i servizi tale valore dovrebbe toccare i
283 (secondo IndustryARC). Seppur positivi,
si tratta comunque di dati caratterizzanti
un mercato maturo, se si confrontano con
quelli di settori in crescita esponenziale,
come si vedrà in seguito.
Per quanto riguarda i segmenti di mercato,
gli analisti di Markets&Markets prevedono
buone prospettive di crescita nel mercato
dell’automazione e nella strumentazione
di processo (Scada, PLC, DCS e MES) con un
bel balzo, dagli 86miliardi del 2012 agli oltre
achina Research ha analizzato in profondità l’universo dei
collegamenti telemetrici di tipo m2m, rilevando un cambia-
mento drastico di direzione nelle implementazioni: da quelle
in ambito ben definito, in applicazioni ‘chiuse’ (raccolta
dati tipici come temperatura, vibrazioni, umidità, pressione
ecc…) a contesti ben più ampi. Tutto ciò grazie alla riduzione dei costi dei
dispositivi remoti (controller, chip, moduli), che rendono particolarmente
vantaggiosa l’adozione delle tecnologie m2m in settori di business come
l’automotive e gli edifici intelligenti. In base alle stime di Machina Research,
i collegamenti m2m passeranno da 3,6 miliardi nel 2013 a 22,5 nel 2023,
coinvolgendo un crescente ecosistema formato da fornitori di dispositivi, di
soluzioni, di connettività, di piattaforme e integratori di sistemi. In quanto
a valore, Infonetics Research ritiene che i servizi m2m possano valere 31
miliardi nel 2017 (da 15 nel 2012), con 4 miliardi di collegamenti.
M
L’universo dei collegamenti m2m
Fonte: http://michiganmobilemusings.com/
LUGLIO-AGOSTO 2014
AUTOMAZIONE OGGI 374
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