Automazione_Oggi_369 - page 30

AO
PANORAMA
giori OEM continentali) e a proseguire nella
produzione prevalentemente per i settori
industriali. Dalla loro hanno il vantaggio
di appartenere a gruppi internazionali con
bilanci robusti e possibilità di accesso alle
tecnologie più recenti; hanno ritenuto
comunque opportuno, per non recidere i
legami con gli OEM esistenti, mantenere
le sedi produttive e il nucleo di progetto,
sviluppo e ricerca nell’Europa occidentale.
Si tratta di un approccio mediato rispetto
alla delocalizzazione aprioristica che ha
caratterizzato i settori 3C, giustificata del
resto dalla tipologia e dalla complessità del
prodotto finale. Se la pressione sui prezzi
da parte degli OEM si riflette su tutta la ti-
pologia di EMS, mostra però di gravare pe-
santemente sulla compagnie di Gruppo 3
e 4 (queste ultime piccole aziende operanti
su base nazionale e in genere in settori di
nicchia), che sono così a volte oggetto
di operazioni di cessione e fusione. Per
quanto riguarda i dati finanziari, nel corso
del 2012 gli EMS in Europa hanno messo a
bilancio 26 miliardi di euro di fatturato con
una perdita del 2% rispetto all’anno prece-
dente (fonte New Venture Research), ma il
perdurare della crisi economica limita la vi-
sibilità degli analisti e rende difficile predire
il futuro nel medio termine (gli OEM hanno
preferito nel corso dell’anno differire gli
ordini all’anno successivo o addirittura
cancellarli a causa della contrazione della
domanda, sensibilissima nel settore 3C).
Per NVR la ripresa è arrivata a fine 2013 e
dovrebbe continuare nel 2014, seppure
con una percentuale modesta. Prosegue il
dominio dei segmenti 3C, ma recuperano
anche gli Amcit. A novembre 2013 Reed
Electronics Research ha ipotizzato una
leggera discesa del mercato a fine anno,
pari a 25,5 miliardi di euro: in crescita dello
0,8% l’Europa occidentale, in diminuzione
dell’1,4% l’area centrale e orientale nella
quale i produttori hanno subito il contrac-
colpo del calo di domanda di PC e televisori
LCD. Tuttavia, nel 2017 l’output comples-
sivo degli EMS è proiettato verso i 27,84
miliardi di euro, derivante dalla somma di
15,86 miliardi fatturati nell’area orientale e
centrale, dal Nord Africa e altri, e di 11,99
miliardi dell’Europa occidentale. BCC,
che elabora le statistiche in miliardi di
dollari, afferma che in tema di ECM il
mercato dell’area europea dovrebbe
aver raggiunto un valore di 36,1 mi-
liardi di dollari nel 2012 e 38,5 miliardi
di dollari nel 2013, con proiezione a 54
miliardi nel 2018.
Se sul piano prospettico dell’anda-
mento economico l’Europa centrale e
orientale diverrà il bacino industriale
di riferimento per il basso costo-alto
volume nel 2015, con il 60% di tutta la
produzione elettronica continentale,
su quello strategico la Commissione
Europea ha creato all’inizio del 2013
un gruppo per promuovere un piano
d’azione sulle ‘Key Enabling Techno-
logies’, ossia nanotecnologie, micro
e nanoelettronica, fotonica, materiali
avanzati, da impiegare in ambiti quali
le infrastrutture per la fornitura di
energia, l’efficienza energetica degli
edifici, le reti di trasporto, la produ-
zione industriale e lo sviluppo in ge-
nerale.
(*) Fonti:
w.
Percentuale fatturato EMS europei per regione (milioni di euro) - (fonte Reed
Electronics Research)
rima Electro
ispone al
suo interno di alcune linee di produzione di schede
elettroniche con una capacità produttiva massima di
150.000 schede all’anno e con tipologie di schede
relativamente complesse. Abbiamo posto alcuni que-
siti a Livio Manissero, key account manager dell’azienda:
Domanda:
Oltre ai Bric, come valuta il ruolo dei newcomer di
electronic manufacturing nel panorama mondiale?
Livio Manissero:
“Non siamo presenti in campi massivi dell’e-
lectronic manufacturing quali il consumer, le telecomunicazioni o
l’automotive, ambiti sui quali, effettivamente, i ‘newcomer’ po-
tranno avere un ruolo importante”.
D.:
Unione Europea ed elettronica: l’ambito produttivo è ‘in fuga’
secondo lei? E verso quali destinazioni?
L.M.:
“Fino a poco tempo fa vi era una vera ‘corsa’ ad andare a
produrre in Cina, ora però il panorama si è un po’ modificato e
la produzione elettronica cerca paesi con manodopera sì a basso costo ma in Europa (Croazia, Slovenia,
Polonia, Romania) o Africa (Marocco, Tunisia, Algeria). Proprio questi Paesi penso saranno gli attori prin-
cipali per il manufacturing di elettronica nei prossimi anni”.
D.:
Quali sono i punti di forza dell’elettronica italiana secondo lei?
L.M.:
“I punti di forza rimangono certamente l’innovazione tecnologica, la capacità di progettare e produrre
elettronica dedicata su specifica del cliente, la qualità e la rispondenza alle normative internazionali dei
prodotti, l’affidabilità di aziende presenti sul mercato da molti anni e capaci di diventare partner e non solo
fornitori dei loro clienti. Aziende quindi che non solo sanno produrre elettronica, ma si prendono carico in
toto dei ‘bisogni’ dell’utente: dalla progettazione alla costruzione, all’assistenza post vendita, alla manuten-
zione del prodotto elettronico (gestione delle obsolescenze, innovazione, maggiori prestazioni funzionali)”.
P
Prima Electro
Livio
Manissero, Key Account
Manager di Prima Electro
GENNAIO-FEBBRAIO 2014
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