FEBBRAIO 2012
FIELDBUS & NETWORKS
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Fieldbus & Networks
I
l concetto di smart grid nasce negli Stati
Uniti dopo il black-out del nord-est dell’ago-
sto 2003, che ha spento 8 Stati americani e
l’Ontario, coinvolgendo quasi 60 milioni di
persone. Sempre nel 2003, a fine settembre,
anche l’Italia sperimentò un black-out a livello na-
zionale. Questi eventi hanno posto sotto gli occhi
di tutti la necessità di intervenire sulle reti di distribuzione dell’energia
elettrica per ammodernarle e renderle idonee a trasportare e distribuire
le grandi quantità di energia oggi richieste. Le infrastrutture sono infatti
per lo più vecchie, nate negli anni ’60-70, per gestire flussi di energia
molto inferiori agli attuali. Sull’onda del boom dell’informatica e della
comunicazione, l’approccio concettuale sotteso alle smart grid è sfrut-
tare al meglio l’infrastruttura esistente, ottimizzandone l’esercizio e la
gestione attraverso raffinati strumenti informatici.
Questo concetto si applica a tutti i livelli della rete, a partire dall’alta
e altissima tensione (AT), fino alle singole utenze domestiche di bassa
tensione (BT) con, in Italia, un’enfasi particolare per la distribuzione di
media tensione (MT) e la realizzazione di ‘micro-reti’ che includano utenti
e produttori di energia. Una tale vastità di applicazioni rischia, però, di
rendere il termine smart grid un mero slogan, vuoto di significati tecnici
e privo d’interesse industriale. Senza andare troppo lontano nel tempo,
lo scorporo verticale della filiera elettrica (unbundling) o lo sviluppo delle
energie rinnovabili hanno portato alla creazione di nuove attività prima
neppure immaginate: trader energetici, mini-micro produttori, società di
servizi per la supervisione e il service degli impianti, aziendemulti-servizi
ecc. Ovviamente, l’informatica e le telecomunicazioni giocano per tutti
questi nuovi attori un ruolo fondamentale. E così è anche per le smart
grid. Scopo di questa tavola rotonda è approfondire quali siano gli ef-
fettivi interessi delle aziende che operano nel settore elettrico, eviden-
ziando come ritengano che le smart grid possano portare a nuove forme
di business. Il focus è quindi identificare quali nuovi prodotti e servizi pos-
siamo aspettarci per il futuro e quanto questo futuro può essere lontano.
Dove si orientano gli investimenti
Paolo Pinceti:
Parlando di smart grid: l’azienda che rappresentate
ha deciso di assumere un ruolo attivo di investimento in queste reti o
resta ‘in attesa’? Se sta investendo, quali aree ritiene maggiormente
interessanti?
Antonio De Bellis
(ABB): “ABB è attiva su tutti i fronti, dalla ricerca
alla realizzazione di componenti e sistemi per le smart grid. Sebbene il
processo di evoluzione delle reti sia globale, ciascun Paese, ciascuna
utility presenta condizioni di partenza differenti, per cui è necessario
offrire soluzioni personalizzate. ABB partecipa inoltre a vari comitati di
standardizzazione che, in diversi ambiti nazionali e internazionali, ope-
rano sul tema smart grid, ed è impegnata in molteplici progetti pilota,
dove è possibile validare le scelte tecnologiche e infrastrutturali e ope-
rare in stretta collaborazione con molteplici stakeholder (gli stakehol-
der sono persone o enti a vario titolo interessati a una data iniziativa
economica - ndr)”.
Diego Massari
(IBM): “Il mondo delle smart grid è assai variegato,
sia da punto di vista delle soluzioni che lo caratterizzano, sia del livello
di maturità che ogni Paese ha raggiunto. In Italia, per esempio, IBM si
è occupata in passato di tele-gestione e oggi vanta più di 20 installa-
zioni di tele-gestione del sistema elettrico e del gas, a seguito della
delibera Aeeg 155/08, regolarmente in esercizio. Dopo decenni d’im-
mobilismo, sotto la spinta del riscaldamento globale, della necessità di
razionalizzare i consumi e di rimodellare il mix di generazione, è iniziato
QUALI NUOVI PRODOTTI E SERVIZI NASCERANNO
SULL’ONDA DELL’INTERESSE CHE LE AZIENDE
DIMOSTRANO OGGI PER LE SMART GRID? QUANTO
QUESTO FUTURO È ANCORA LONTANO? NE PARLIAMO
CON ALCUNI DEI PROTAGONISTI DEL SETTORE
SMART GRID = ICT +
ENERGIA +
AUTOMAZIONE
di Paolo Pinceti (*)
Fonte: www.csulb.edu