FEBBRAIO 2012
FIELDBUS & NETWORKS
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smart city e smart community. A causa della situazione finanziaria eu-
ropea e nazionale, mancano le risorse richieste per un reale impegno da
parte della PA. Esistono però progetti e iniziative in corso a livello mon-
diale per la realizzazione di ambiti urbani sostenibili e a misura d’uomo.
Nello specifico, ABB si è impegnata nel progetto Genova Smart City e
sta valutando altre opportunità in vista dei bandi europei per l’VIII Pro-
gramma Quadro, che specificatamente tratterà il tema della smart com-
munity, strettamente legato a quello dell’evoluzione della rete elettrica.
A titolo di esempio, l’elettrificazione delle aree portuali, l’installazione di
infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, la riqualificazione energe-
tica di edifici a uso residenziale, commerciale o in ambito ospedaliero.
In molti casi si tratta di rivedere le tecnologie di cui già disponiamo in
una nuova prospettiva, facendo sistema con altri stakeholder, in un’ot-
tica di crescita e sviluppo. In questo contesto, il confronto e la relazione
con enti di ricerca e università è di stimolo, nonché guida per esplorare
nuovi orizzonti di business”.
Pinceti:
Chiudiamo con una domanda più legata al fattore umano: ri-
tenete che il coinvolgimento dei consumatori quali attori attivi nella
gestione del sistema elettrico, possa rappresentare un vantaggio per
loro, o piuttosto sia un vantaggio per i fornitori di servizi, che possono
‘ribaltare’ sull’utenza costi e mancati investimenti?
Laganà:
“Come qualcuno diceva: “A fare dietrologia non si sbaglia
mai”. Credo che sia giusto partire dai dati oggettivi: non vi è tecnologia
che possa ‘tenere’, se il consumatore non ha coscienza di come matu-
rano i consumi e quindi di quello che sta ‘dietro’ una fornitura, dalle fonti
fino alle infrastrutture. Ben venga quindi questo coinvolgimento, spe-
rando che qualcuno vigili sui possibili abusi. D’altra parte, chi fruisce dei
servizi e chi indirizza lo sviluppo dell’interfaccia operatore è proprio l’u-
tente finale, in questo caso proprio chi abita quegli appartamenti dove
ci piacerebbe tanto che finalmente la domotica non fosse più limitata
all’automatismo delle tapparelle, ma creasse un’interazione tra funzioni
capace di portare maggiore comfort e, appunto, efficienza energetica”.
Massari:
“Crediamo che arrivare al prosumer sia un passo ineludibile,
che porterà vantaggi all’intero sistema, anche al consumatore finale. Il
ruolo dei prosumer accelererà il cambiamento radicale, già in atto, del
modello di business delle utility, forzando tutti gli attori della filiera a
ripensare il proprio ruolo”.
De Bellis:
“ABB è coinvolta in progetti che implicano il coinvolgimento
in tempo reale delle utenze, con i loro carichi, i sistemi di generazione
e di accumulo dell’energia. Abbiamo anche elaborato idee e soluzioni
per quanto riguarda utenze ‘particolari’, entità che dispongono di aree
da riqualificare con l’apporto di fonti di generazione alternativa, con
sistemi di accumulo e di ricarica per veicoli elettrici (a titolo di esempio,
le aree di rifornimento dei carburanti, i depositi dei mezzi pubblici, i
centri commerciali e intere isole). Il problema non è la tecnologia, bensì
chiarire la normativa e i regolamenti. Tutto quanto si è messo in moto
dovrebbe garantire un reale beneficio per tutti gli stakeholder, consu-
matore incluso”.
Arneri Borghese:
“La consapevolezza è la strada maestra per l’utilizzo
intelligente delle risorse. Solo una conoscenza puntuale dei propri con-
sumi può spingere cittadini e famiglie all’adozione di comportamenti
finalizzati alla riduzione degli sprechi e di stili di vita più sostenibili.
Non sottovalutiamo poi come un utente consapevole rappresenti una
sfida per le aziende di servizio; egli non si fa confondere facilmente e
rappresenta un forte stimolo per lo sviluppo di nuove offerte, servizi
innovativi e livelli di qualità sempre più elevati”.
Moresco:
“Siamo presenti con progetti specifici che coinvolgono i con-
sumatori attivi. Riteniamo che tale tema fornisca vantaggi a entrambe
le parti: i consumatori guadagnano trasparenza e dettaglio sui propri
consumi e sono sensibilizzati a un migliore uso dell’energia, ottenendo
informazioni e strumenti per ottimizzare i consumi e ridurre i costi. D’al-
tro canto, le utility e i service provider aggiungono strumenti per pro-
porre servizi innovativi ai clienti. Siemens sta supportando un progetto
europeo, il cui obiettivo è sviluppare e testare architetture e tecnologie
al servizio della gestione della Domanda Attiva. Tale tema è ripreso
anche dal progetto europeo Grid4EU in cui Siemens è coinvolta”.
Pinceti:
Tentando ora di riassumere i concetti fondamentali emersi da
questo dibattito, i partecipanti si sono dimostrati concordi nel ritenere
che le smart grid costituiscano il futuro e sia controproducente e inu-
tile ‘ignorarle’. Esiste un ‘fiorire’ di idee e progetti, che stentano però a
partire a causa dell’enorme livello d’integrazione tra ambiti eterogenei
che il concetto di smart grid sottende. Giusto per capirsi: pensare a una
rete per l’alimentazione delle auto elettriche presuppone che esistano
sul mercato auto elettriche che possano soddisfare le esigenze degli
utenti, altrimenti è un esercizio inutile. In questo contesto, la pervasività
delle tecnologie informatiche è inarrestabile: dovremo davvero abituarci
a pensare alla massaia col ferro da stiro in una mano e il tablet nell’altra
(ma davvero?)? La ‘rete intelligente’, a livello di distribuzione MT e BT, è
conseguenza inevitabile del processo di urbanizzazione in atto a livello
globale. Fenomeno che sembra assente in Italia, dove peraltro godiamo
di una qualità della vita che ci viene spesso invidiata anche da chi vive
in Paesi molto più ricchi e civili. Infine, non si può trascurare l’aspetto
culturale, di necessaria integrazione tra l’ambito tradizionalmente elet-
trico e quello ICT. L’ingegnere per le smart grid deve ‘saperne’ di power
come d’informatica e telecomunicazioni. È quindi, forse, necessario ri-
durre il livello di specializzazione e ampliare il panorama culturale dei
nostri laureati.
(*) Comitato tecnico Fieldbus&Networks
Il progetto Swings-Solid Waste Integrated Network Gathering System, prevede, entro aprile 2012, l’automazione di
circa 900 cassonetti nella provincia di Forlì-Cesena, su cui verrà installato un sistema elettromeccanico basato sulla
tecnologia PE.AMI di Paradox Engineering per monitorare il conferimento dei rifiuti e ottimizzarne così la raccolta.
MONITORAGGIO DEI RIFIUTI URBANI