Background Image
Table of Contents Table of Contents
Previous Page  119 / 134 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 119 / 134 Next Page
Page Background

MARZO 2015

AUTOMAZIONE OGGI 379

119

afiancodi colleghi esperti, al finedi trasmettere loro le competenze ri-

chieste a un tecnicodi automazione”. Egli quindi sottolinea: “Scuole e

atenei non sempre riescono a fornire un percorso capace di illustrare

gli aspetti applicativi di ciò che si studia e questo diviene compito del

singolo studente, che deve saper individuare l’azienda che gli con-

senta di concretizzare questo obiettivo”.

“La nostra esperienza ci fa riscontrare una maggiore

difficoltà a raccordare la formazione con il contesto

lavorativo nel mondo universitario” riporta

Mereu

.

“Non tutte le università offrono percorsi formativi

adeguati alle figure professionali che un’azienda

come potrebbe essere la nostra richiede. Capita, per

esempio, che in una zona in cui vi sono richieste per

l’automazione industriale, non vi siano laureati con

competenze specifiche e i nuovi assunti provengano

da altre Regioni e questo, oltre a essere evidente-

menteun costo, è ancheunproblemaper le aziende”.

Per

Randieri

le carenze che si possono constatare

sono molteplici: “Personalmente ho constatato che

dopo un breve entusiasmo iniziale i giovani si ‘impi-

griscono’ e vanno alla ricerca di mansioni routinarie,

quando al contrario dovrebbero essere proprio loro il motore trai-

nante delle aziende. Sin dai tempi dei miei studi in ingegneria mi ero

accorto che la formazione universitaria che stavo ricevendo non era

sufficiente per il lavoro che avrei voluto fare, poiché molte volte era

puramente teorica. Ecco, tutto questo continua anche oggi a man-

care”.

AO: Quanto ‘costa’ all’azienda la formazione dei neoassunti?

Quali sono le figure più difficili da formare? La formazione in

azienda è comunque imprescindibile?

“Riferendomi alla figura professionale dell’‘application engineer’,

l’inserimento di una nuova figura in azienda ha costi variabili in rela-

zione agli ‘skill’ pregressi del neoassunto” puntualizza

Gloder

. “È ne-

cessario effettuare una formazione specifica su prodotti e strumenti

di progettazione che impegna la nuova risorsa per almeno 3 mesi.

Diversamente avviene per un neoassunto che ha terminato gli studi,

per il quale il periodo di formazione ha una durata variabile dai 6 ai 9

mesi. È senz’altro difficile trovare figure specializzate su applicazioni

complesse: il requisito fondamentale è la conoscenza del processo,

mentre si dà per scontata la conoscenza dei prodotti in quanto tali.

Ciò è però fortemente dipendente dalla strategia dell’azienda. Se

intendiamo riferirci alla formazione squisitamente tecnica, direi che

questa va svolta direttamente in azienda e coinvolgendo i migliori

collaboratori”.

Una figura professionale emergente sul mercato, che deriva proprio

dall’evoluzione tecnologica e operativa a cui stiamo assistendo in ter-

mini di richiestadi integrazione fradiversi sistemi, è secondo

Mereu

il

‘tecnico dell’energia’: “Il tema della gestione energetica è rilevante in

modo trasversale per tutti i settori industriali, dal building all’informa-

tica, oltre che in campo elettrico. Per questo stiamo sponsorizzando

nuovi percorsi formativi ad hoc, che sono già partiti in via sperimen-

tale in alcuni CFP dei Salesiani, e vogliamo estendere il più possibile

queste iniziative. Pensando poi ai laureati, per noi sono interessanti

soprattutto figure come ingegneri elettrici/energetici, elettronici, in-

gegnerimeccanici, ingegneri informatici, oltre ai laureati ineconomia

e simili per le posizioni legate al marketing.

Avolte abbiamodifficoltà a trovare lapersonagiusta e, per rimediarvi,

lavoriamomolto con le università per avvicinarle alle realtà industriali

sul territorio, così da creare un circolo virtuoso tra domanda e offerta.

In vari casi, abbiamo approntato dei moduli formativi specifici che

vengono erogati agli studenti da nostro personale, in particolare in

ottica di formazione pratica di laboratorio. I più difficili da trovare

comunque sono i laureati nell’area automazione, ri-

scontriamo invece pochi problemi laddove si tratta

di figure con una formazione elettrica o informatica,

che oggi si interseca con diverse aree, dalla domotica

all’industria”. Sottolinea quindi

Mereu

: “Per favorire

l’incontro con giovani interessanti, non solo a livello

di laureati, partecipiamo regolarmente allegiornatedi

orientamento (‘JobDay’) per i giovani e organizziamo

seminari per indirizzare gli studenti a proseguire gli

studi nei nostri settori.

Queste giornate sono anche l’occasione per aiutare i

ragazzi a comprendere come proporsi al mondo del

lavoro, questa infatti è un’altra carenza che riscon-

triamo: molti non sanno bene come scrivere un cur-

riculum, come affrontare un colloquio ecc. Inseriamo

quando possibile questi elementi nei programmi for-

mativi sui quali collaboriamo con le scuole.

Infine, un altro modo per identificare i migliori talenti è il nostro con-

corso nazionale per tesi di laurea in tema di efficienza energetica

“Think Green be Efficient”. Quest’anno hanno partecipato studenti di

22 atenei e stiamo valutando ben 50 tesi di laurea, in attesa di pre-

miare i migliori il prossimo aprile”.

Conclude

Randieri:

“Il costo per la formazione dei neoassunti è con-

siderevole, poiché tipicamente la loro esperienza è pressoché nulla e

si limita al massimo a quella acquisita durante il lavoro di tesi. I costi

più grandi si hanno per la certificazione delle persone. Le figure più

difficili da trovare sono quelle che dovrebbero lavorare nei diparti-

menti di ricerca e sviluppo, poiché inquell’ambito si richiedonofigure

professionali di un certo livello, che abbiano una forte motivazione

e capacità di auto-organizzare il proprio lavoro. Sicuramente la for-

mazione diretta è uno strumento imprescindibile, dato che è l’unica

occasione per mettere i giovani di fronte al mondo reale del lavoro.

Un ateneo o scuola non potrebberomai simulare ciò che in realtà av-

viene in un’azienda”.

AO: Ritenete utile stringere accordi o partnership con le scuole

(per esempio per stage)? Cosa pensate dell’alternanza studio/

lavoro che in Italia stenta a decollare?

“È senza dubbio di fondamentale importanza e la nostra azienda è

attiva su questo fronte ospitando, all’interno delle diverse divisioni

che la compongono, stage curriculari ed extracurriculari” risponde

Fabrizio Conte, CSM

country manager Italy

di Rockwell Automation

Fonte:

www.physique360.com