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MARZO 2015

AUTOMAZIONE OGGI 379

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La stereolitografia

Il processo di stereolitografia (STL, stereolitography) si basa sul prin-

cipio dell’indurimento di un fotopolimero originariamente in forma

liquida a cui viene conferita la forma desiderata. Il processo di foto-

polimerizzazione viene attivato dall’energia emessa da una fonte

laser che viene focalizzata nel punto in cui si desidera avvenga l’in-

durimento del materiale. Una stampante 3D stereolitografica com-

prende una vasca riempita di un fotopolimero e unmeccanismo che

consente di movimentare verticalmente una piattaforma. Quando la

piattaforma si trova nella posizione più elevata, lo strato di liquido al

di sopra di essa è poco profondo. Un laser montato al di sopra della

vascageneraun fasciodi raggi ultravioletti chevienepuntatoemesso

a fuoco sull’area di una determinata superficiedel fotopolimero sotto

il comando del sistema di controllo della stampante, che può traslare

sugli assi X e Y per raggiungere ogni punto della piattaforma dove si

desidera indurire il polimero. La piattaforma viene quindi abbassata

sufficientemente per ricoprire il polimero che si è indurito per effetto

della polimerizzazione innescata dalla luce laser e la sequenza viene

ripetuta. Strato dopo strato, l’oggetto desiderato prende formamen-

tre la piattaforma si abbassa. Il pezzo durante la sua fabbricazione ri-

mane sempre immerso e circondato dal fotopolimero in forma fluida

che non viene attivato dal laser. Al termine dell’operazione, il pezzo

viene rimosso dalla piattaforma immersa dalla vasca, viene pulito e

successivamente esposto a una radiazione ultravioletta per comple-

tare il processo di polimerizzazione, che indurisce definitivamente il

materiale, che finalmente assume la caratteristiche prestazionali de-

finitive.

Polyjet emultijet

Un altrometodo di stampa 3Dmolto diffuso in ambito professionale

assomiglia a quello delle stampanti a getto d’inchiostro. Chiamato

Polyjet, Multijet o con altri nomi simili a seconda del produttore, so-

stanzialmente prevede una serie di testine di stampa che, anziché

gettare gocce d’inchiostro su carta, depositano su un vassoio degli

strati di fotopolimeri liquidi, che successivamente si solidificano tra-

mite una lampada ultravioletta. Come per gli altri processi di stampa

3D, il punto di partenza è sempre il software di preparazione, che a

Artigiani digitali, appassionati ‘maker’, hobbisti di ogni tipo e,

fortunatamente, anche molti studenti, si stanno appassionando

alla tecnologia di fabbricazione del futuro grazie alla disponibi-

lità di numerose soluzioni economiche e facilmente accessibili

per la stampa digitale. La maggior parte delle stampanti di que-

sto tipo funziona con il principio della deposizione di filamenti

fusi, in pratica la versione libera e non brevettata della tecno-

logia FDM. Sono tantissime le soluzioni disponibili in modalità

‘open source’ che si possono acquistare pronte all’uso o sotto

forma di kit di montaggio o addirittura a ‘puntate’ in edicola.

Intorno alle stampanti open source si è affiancato un interes-

sante ecosistema composto da siti di scambio dei ‘progetti’ e,

soprattutto, dei ‘modelli’. La cultura della libera condivisione ha

ispirato moltissimi appassionati a mettere a disposizione di tutti

i file CAD necessari a stampare in 3D ogni tipo di oggetto, dal

singolo componente alle incredibilmente complesse strutture

tanto amate dagli appassionati di modellismo o di architettura.

Il materiale di stampa più diffuso utilizzabile con le stampanti

3D a filamenti fusi è il PLA, una bioplastica derivata dai compo-

sti dell’acido lattico che ha il pregio di essere facilmente bio-

degradabile ed è reperibile in numerosi colori. Per chi desidera

oggetti più resistenti, molte stampanti 3D sono in grado anche

di funzionare con l’ABS, ma non mancano soluzioni più specifi-

che, come le stampanti in grado di creare forme di cioccolato e

altri composti alimentari, paradiso degli artisti della pasticceria

più o meno professionisti.

I filamenti fusi paradiso dei maker

Fonte: http://www.morguefile.com/

Produzione in serie di pezzi in materiale termoplastico con

una stampante in tecnologia FDM di Stratasys

Modellino

di un motore

areo GE

realizzato con

una stampante

MakerBot