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GENNAIO-FEBBRAIO 2014
AUTOMAZIONE OGGI 369
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AO
ATTUALITÀ
que debba intervenire sul sistema possa
farlo senza problemi anche senza disporre
di uno schema che indichi le funzioni dei
singoli elementi. Il colore viene impie-
gato per consentire l’immediato ricono-
scimento delle diverse parti: il nero viene
usato per indicare gli I/O standard, il grigio
per l’alimentazione, il rosso per i moduli
in grado di gestire tensioni non standard
(per esempio per i relè),
il giallo per la safety SIL3,
l’arancione per le leve di
aggancio e sgancio dei
componenti”. Anche ogni
punto di connessione è
contraddistinto da un co-
lore: bianco per i segnali,
rosso per l’alimentazione
a 24 V, blu per la connes-
sione GND, verde per lo
schermo. Le diverse parti
del sistema sono poi re-
alizzate in modo da in-
castrarsi fra loro durante
il montaggio, per cui è
impossibile sbagliare. La
tecnologia di connessione
push in, infine, consente
l’inserimento delle parti
senza bisogno di utensili.
“Così abbiamo realizzato
un modulo di 11,5 mm
di lunghezza che può
gestire correnti d’alimen-
tazione superiori ai 20 A e supporta fino a
16 collegamenti a tre fili con un ingombro
totale di soli 34,5 mm” ha esemplificato
Schiavella. “E siamo riusciti a integrare 16
punti di connessione senza miniaturizzare,
anzi semplificando il cablaggio, che oltre-
tutto è permanente: per effettuare degli
interventi basta sfilare l’elettronica e sosti-
tuirla ‘a caldo’ senza spegnere l’I/O”.
I vantaggi che derivano da questa solu-
zione sono sintetizzabili in una riduzione
dei tempi di cablaggio e degli ingombri,
dalla prevenzione dagli errori e dall’eli-
minazione dei tempi morti grazie alla ge-
stione semplificata.
Sfide presenti e future
Oggi si parla sempre più di meccatronica,
ossia di uno sviluppo non più sequenziale
bensì in parallelo dell’elettronica, della
meccanica e del software di un prodotto.
La nuova progettazione meccatronica per-
mette uno sviluppo integrato delle diverse
componenti tecnologiche di un sistema
e lo studio sinergico delle soluzioni più
adatte ai problemi che via via insorgono
durante il suo sviluppo. Perché questo sia
possibile, però, il softwarista, per esempio,
deve essere messo in grado di agire sulle
componenti del sistema prima che le fasi
di sviluppo della sua meccanica ed elettro-
nica siano terminate. “A tale scopo è stato
integrato nativamente su ogni u-remote
un web server per la configurazione e la
diagnostica, che consente al cablatore
di effettuare delle prove e verificare che
tutto sia connesso nel migliore dei modi,
forzando gli I/O del sistema, prima della
messa a punto finale del prodotto. Ci si può
dunque collegare con un comune browser
e ‘fotografare’ lo stato del sistema visualiz-
zando led, allarmi, firmware e software e si
può agire sul sistema attivo, per esempio
per eseguire la diagnostica dell’alimen-
tazione, per parametrizzare un modulo,
verificare lo stato dei canali delle schede o
scaricare del firmware, ovviamente dopo
essersi autenticati tramite password” ha
proseguito Schiavella.
“Con questo strumento il softwarista può
verificare il funzionamento dell’I/O prima
di andare avanti con lo sviluppo dell’appli-
cazione”. Grazie alla presenza di una porta
microUSB ‘nascosta’ è anche possibile
collegare il PC direttamente alla stazione
in campo tramite un cavo microUSB stan-
dard, per eseguire delle prove off line.
Infine, Weidmüller ha introdotto un si-
stema di tracciabilità per cui, in caso si
evidenziasse un problema su un lotto di
produzione, sarebbe possibile allertare
tutti i distributori ai quali il lotto è stato
consegnato e ritirare i pezzi prima che ven-
gano installati dall’utente finale. La marca-
tura di ogni connettore
e modulo avviene con
tecnologia laser. “La
tracciabilità è ‘integrata’,
in quanto la linea di as-
semblaggio utilizzata
da Weidmüller per pro-
durre il sistema è stata
realizzata internamente
con l’apporto della di-
visione che si occupa di
siglatura” ha sottolineato
Schiavella. “La possibilità
di identificare un lotto
difettoso in anticipo è un
service importante che
offriamo al cliente, che
può così evitare gli oneri
legati all’eventuale sosti-
tuzione a posteriori dei
pezzi sulla macchina”.
Weidmüller sta già pen-
sando alle prossime
sfide, per esempio alla
possibilità di integrare un
bus di comunicazione interno altamente
performante per applicazioni spinte, otti-
mizzato per gestire con un tempo di ag-
giornamento di 20 microsecondi fino a 256
segnali digitali dei 1.024 totali disponibili
considerando i 16 canali. “Sarà possibile
sfruttare una sottorete con estensione
massima di 2 metri per distribuire il nodo
all’interno del quadro elettrico o per inse-
rire una soluzione IP67: per il futuro però
Weidmüller intende permettere l’integra-
zione anche di componenti elettromec-
caniche diverse dagli I/O, da qui le alte
performance in vista delle quali si sta svi-
luppando la sottorete. Uno degli obiettivi,
in particolare, è l’integrazione delle offerte
IP20 e IP67 senza soluzione di continuità,
per uscire da una soluzione IP20 diret-
tamente con moduli IP67” ha concluso
Schiavella.
Weidm
ü
ller -
La soluzione è stata pensata per soddisfare alcune richieste dei
clienti, in primis ridurre gli ingombri nei quadri elettrici
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