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rmo

marzo 2016

ECONOMIA

sono sempre di più le macchine che operano in modo

integrato con altre macchine ma le macchine semplici,

prive di qualsiasi tipo di integrazione, sono ancora pari

al 79%del totale. Nel 2005, anno dell’ultima rilevazione,

risultavano essere l’89%del parco installato. Da un’analisi

più approfondita, emerge che l’integrazione si concre-

tizza anzitutto nell’incremento del contenuto di auto-

mazione (primo livello di integrazione) della macchina,

che cresce di 8 punti percentuali, passando da 4,8% del

2005 al 12,5% del 2014. Segue l’integrazione meccanica

(secondo livello) la cui diffusione risulta raddoppiata, pas-

sando dal 2,5% al 5,8%. Arretra invece la quota di mac-

chine dotate di integrazione informatica (terzo livello)

che si riduce dal 3,7% del 2005 al 2,5%. Anche ipotiz-

zando che per le imprese sia stato difficile indicare il pro-

prio posizionamento rispetto ai tre livelli di integrazione,

l’indicatore che misura le ICT nelle aziende metalmecca-

niche è decisamente basso.

Per la prima volta, le piccole imprese cedono il passo alle

grandi nell’attività di acquisizione di macchinari. La quota

di parco macchine installato nelle unità produttive con

meno di 50 addetti è pari al 45,1%del totale. Nel 2005, la

quota era pari al 52,8%. Di contro la quota di parco mac-

chine installato nelle aziende con più di 200 dipendenti

risulta pari al 20%; nel 2005 la quota si fermava al 13,5%.

Questa inversione di tendenza si spiega con il fatto che,

anche a causadella crisi, legrandi imprese tornanoa inter-

nalizzare parte dell’attività che, fino a poco tempo fa, era

demandata all’esterno.

Come nel 2005 anche nel 2014, emerge la correlazione in-

versa trapossessodimacchineutensili edimensionedell’u-

Rispetto alle due rilevazioni precedenti (1996-2005), nel

2014, cresce la quota di macchine utensili con un età supe-

riore ai 20 anni, risultata pari al 27%del totale installato. Di

contro si dimezza la quota di macchine con età non supe-

riore ai 5 anni, risultata pari al 13%.

Sono le macchine più tradizionali (asportazione e defor-

mazione) ad avere l’età più avanzata, pari a 13 anni, ma

sono i robot ad aver registrato l’invecchiamento più deciso

(pari a 4 anni e mezzo) rispetto all’edizione precedente, a

conferma del fatto che la loro presenza negli stabilimenti

produttivi comincia a essere usuale quanto quella delle

macchine a tecnologia tradizionale.

In venti anni la composizione del parcomacchine installato

è profondamente cambiata. Nel 1994, quasi il 90% delle

macchine utensili nelle fabbriche italiane era caratterizzato

da tecnologie tradizionali. Nel 2014, questaquota scendeal

74%, poiché cresce la presenza delle tecnologie innovative

che rappresentano il restante 26%.

Il gradodi automazionedel parcomacchine, rilevatodall’in-

cidenza di macchine a controllo numerico sul totale, cresce

in misura ridotta rispetto al recente passato, passando dal

31%sul totale del 2005, al 32%del 2014. In occasione della

precedente rilevazione (2005), l’incrementodel gradodi au-

tomazione era risultato pari a 6 punti percentuali. Se poi si

considera il comparto delle sole tecnologie a asportazione

nel quale la presenza di controllo numerico è più incidente,

il grado di automazione non va oltre il 37%, a conferma

degli ampi margini di miglioramento dell’industria italiana.

L’ integrazione degli impianti cresce.

Cresce il grado

di integrazione degli impianti produttivi. In altre parole,