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marzo 2016
sempre più automatizzati e con sempre più controlli
elettronici. Infine, non avendo la struttura idrocarburica
degli oli minerali, un olio di origine naturale non eva-
pora come uno minerale, e anche se respirato in piccole
tracce di nebbia oleosa non comporta rischi per la salute
dell’operatore”.
Si affermano i bio-polimeri.
Continua Santopaolo: “A
questi vantaggi occorre aggiungere che sebbene dagli
anni 2000 la concorrenza di altre basi sintetiche, quali le
polialfaolefine (PAO) e le ancora più economiche basi di
gruppo API II e III, abbia confinato le basi esteree in alcune
nicchieapplicative, oggi l’affermarsi dei bio-polimeri e il po-
tenziamento della filiera agricola sta mutando il mercato
delle materie prime. Nuove disponibilità, ricadute positive
sui costi ed elevata connotazione ambientale renderanno
nuovamente appetibili basi esteree tecnicamente valide
precedentemente penalizzate”.
L’Italia come si posiziona oggi nella raccolta e riciclo
degli oli?
“Da anni l’Italia è prima in Europa in queste attività - ri-
sponde Tomasi -: la raccolta si attesta a ben il 97%dell’olio
raccoglibile, e seguendo le indicazioni fornite dalla gerar-
chia dei rifiuti dettata dall’UE, la percentuale di olio usato
raccolto avviato a rigenerazione in Italia si attesta al 90%,
anche di proporre soluzioni molto performanti. Ciò ha al-
largato la sensibilitàdei clienti dal fattoreprestazioni anche
agli aspetti ambientali e di sicurezza, attenzione cresciuta
anche in virtù del continuo lavoro di informazione e for-
mazione fatto sul Reach [Registration, Evaluation, Authori-
sation and Restriction of Chemicals. Regolamento europeo
- ndr -]”.
Sull’importanza delle prestazioni per le aziende viene la
conferma di Marco Bellini, responsabile ricerca e sviluppo
e amministratore delegato di Bellini Lubrificanti: “Più che
unapprocciopuramenteambientale, il valoreaggiuntoche
rende i prodotti green davvero interessanti per le aziende
sono leprestazioni. Unolioabasevegetaleoffreprestazioni
superiori ai tradizionali oli minerali, in primis nel consumo
utensile, per cui conuno stessoutensileèpossibileprodurre
più pezzi, riducendo costi e tempi di fermo macchina. Inol-
tre, avendo un punto di infiammabilità e di esplosività più
basso, determinante nelle macchine per asportazione che
sviluppano grandi quantità di calore, un olio a base vege-
tale consente di aumentare i parametri di avanzamento
macchina, riducendo anche del 20-30% i tempi ciclo. Que-
sto ha ricadute altrettanto importanti per la sicurezza sui
posti di lavoro, riducendo il rischio di incendi e consen-
tendo di far funzionare le macchine anche senza pre-
sidio umano, fatto essenziale in ambienti produttivi
I protagonisti..
Paolo Tomasi,
presidente
Coou
, Consorzio obbligatorio oli usati:” Dal 1984, il
consorzio si occupa in Italia delle attività di recupero e riciclo degli oli usati, oltre che
della comunicazione associata al tema oli usati in tutto il Paese, con progetti come
l’iniziativa itinerante CircOLIamo”.
Giovanni Santopaolo
, senior vice president wholesale divisione
Refining
& Marketing
and
Chemicals
di
ENI
: “Con il progetto Matrìca a Porto Torres, il
Gruppo ENI ha avviato dal 2014 la produzione di esteri da oli vegetali da filiera non
food, per lo sviluppo di nuovi oli eco-compatibili”.
Gianfranco Giglietti,
responsabile prodotti
Blaser Swisslube in Ridix
:
“Distribuiti in Italia da Ridix dal 1976, i lubrificanti Blaser fin dalle prime formulazioni
immesse sul mercato sono esenti da battericidi e conformi ante litteram ai requisiti
della normativa europea Reach”.
Marco Bellini
, responsabile ricerca e sviluppo e amministratore delegato di
Bellini Lubrificanti
: “Bellini propone sul mercato italiano oli lubrificanti a base
vegetale dal 2010, e, a oggi, il 30% delle vendite proviene dall’offerta di eco-
compatibili, con previsioni di crescita all’interno del portafoglio prodotti del 20%
annuo”.