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rmo

marzo 2016

Un campione che si è ridotto.

Sono 305.520 le mac-

chineutensili installatenelle imprese censitedall’indagine.

Nel 2005 (anno della precedente rilevazione) erano oltre

340.000 lemacchinepresenti nelle circa3.000 imprese con-

siderate. Il campione risulta ridotto rispetto all’edizione

precedente a causa del ridimensionamento che la crisi ha

imposto all’industria manifatturiera nazionale. Il 75% del

totale delle imprese censite presenta almeno una mac-

china utensile.

Cresce di oltre 2 anni l’età media del parco macchine in-

stallato nelle imprese italiane. Nel 2014, l’età media è pari

a 12 anni e 8mesi. Nel 2005, era risultata pari a 10 anni e 5

mesi. Si tratta dell’età più alta di sempre; nel 1984, infatti,

era risultata pari a 12 anni e 7mesi.

Sviluppo economico. Amoderare l’incontro Dario Di Vico,

inviato de Il Corriere della Sera.

Condotto su un campione rappresentativo di oltre 2.500

imprese (con più di 20 addetti), lo studio fornisce il quadro

su: età media, grado di automazione/integrazione, com-

posizione e distribuzione (per settore, dimensione di im-

presa, aree territoriali) del parcomacchineutensili e sistemi

di produzionedell’industriadel Paese, al 31dicembre2014.

In questo senso, la ricerca fotografa lo stato dell’industria

manifatturiera (metalmeccanica) italiana, proponendo

indicazioni in merito al grado di competitività dell’intero

sistema economico nazionale. Le unità produttive censite

sonopari al 16,1%dell’universodelle imprese del settore e

al 22,9%degli addetti impiegati.

La parola al presidente

“I risultati della ricerca - ha rilevato Luigi Galdabini, (foto) presidente Ucimu - evidenziano

il pesante arretramento che l’industria metalmeccanica italiana ha subito nell’ultimo

decennio. Infatti se i dati elaborati recentemente da Istat danno l’idea dell’impatto che la

crisi ha avuto sul tessuto produttivo del Paese, fortemente ridimensionato nelle sue unità

produttive e nel numero di addetti impiegati (-13%; -14%), lo studio sul parco macchine

elaborato da Ucimu dà conto invece del livello di competitività del manifatturiero,

misurandone la capacità di produrre in modo efficiente”.

Secondo il presidente, l’invecchiamento dei mezzi di produzione mette a dura prova la

competitività del sistema industriale italiano anche perché, nel frattempo, le industrie dei

Paesi emergenti si stanno dotando di sistemi e tecnologie di ultima generazione.

“Pur riconoscendo la validità delle misure congiunturali messe in campo dal Governo -

ha affermato il presidente Ucimu - occorre prevedere anche interventi strutturali volti a

stimolare e sostenere il ricambio dei sistemi di produzione nelle imprese italiane, unica via

per assicurare prospero futuro alla manifattura del Paese. Penso alla liberalizzazione delle

quote di ammortamento, attraverso cui il macchinario acquistato può essere ammortizzato

in tempi più brevi.

Ma - ha concluso Luigi Galdabini - la modalità più adeguata per contrastare l’inesorabile

invecchiamento delle macchine utensili è l’adozione di una misura che favorisca

l’aggiornamento del parco macchine installato. Un sistema di incentivi alla sostituzione

volontaria dei macchinari obsoleti con nuove tecnologie progettate e realizzate secondo le

nuove esigenze di produttività, risparmio energetico e rispetto delle norme di sicurezza sul

lavoro previste dall’Ue, assicurando così adeguato livello di competitività al made in Italy”.