Background Image
Table of Contents Table of Contents
Previous Page  67 / 84 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 67 / 84 Next Page
Page Background

FEBBRAIO 2015

FIELDBUS & NETWORKS

67

che servono a monitorare e controllare l’uso dell’energia, consumano a

loro volta, in qualche modo, energia! Ebbene, i sistemi devono consu-

mare poca energia, altrimenti saranno a loro volta parte del problema,

anziché aiutare a risolverlo. Fra le tecnologie che possono supplire in

questo figurano, per esempio, quelle

legate all’energy harvesting. Grazie

a esse un dispositivo di monitoraggio

può letteralmente essere alimentato

tramite vibrazioni o altri movimenti,

in modo da ‘auto-alimentarsi’. Del

resto, alla fine l’aspetto decisivo sarà

economico, non tecnologico: se verrà

dimostrato che il ritorno su questo tipo

di sistemi si ottiene in un periodo rela-

tivamente ragionevole, e poi si conti-

nuano a generare ricavi, allora questa

sarà la strada giusta da percorrere”.

Agostinelli

: “Più che concentrarsi su

tecnologie innovative, sarebbe utile definire quale caratteristica deve

avere una tecnologia per una valida e significativa diffusione. Aper-

tura e standardizzazione, per esempio, sono parte integrante delle

soluzioni proposte da Panasonic, con l’obiettivo di garantire gli ingenti

investimenti allocati dall’utilizzatore per il tempo più lungo possibile,

rendendoli immuni da un’eccessiva dipendenza dai fornitori e da una

troppo rapida obsolescenza tecnologica. Ciò avviene perché la standar-

dizzazione porta alla creazione di una possibile offerta di più partner,

tutti focalizzati su un’unica soluzione”.

Laganà

: “Ho la sensazione che si vada avanti a colpi di annunci e

nuove proposte, senza però che vi sia qualcosa di effettivamente con-

solidato e implementato”.

Randieri

: “Sicuramente le tecnologie di ‘smart sensing’, ovvero le

applicazioni di sensori e reti di sensori, possono contribuire in modo

significativo a un uso più efficiente delle risorse, per affrontare le sfide

ambientali e ridurre gli effetti del cambiamento climatico. Negli ‘smart

building’, per esempio, l’accoppiamento degli standard minimi di effi-

cienza energetica con l’uso della tecnologia dei sensori può essere un

fattore importante per ridurre l’uso di energia elettrica e le emissioni

di gas a effetto serra. Tuttavia, si devono prendere in considerazione

eventuali effetti di tipo ‘rimbalzo’, in particolare nei trasporti. Una mag-

giore efficienza dovuta all’impiego della tecnologia dei sensori deve

essere accompagnata da una gestione della domanda di internalizza-

zione dei costi ambientali, per esempio incoraggiando il cambiamento

sistematico nel comportamento dei consumatori e degli utenti, edu-

candoli a un consapevole uso dell’energia. Le politiche e le iniziative

del governo, a mio avviso, sono cruciali per favorire gli effetti ambien-

tali positivi scaturiti dall’uso di sensori e reti di sensori. Una soluzione

potrebbe essere un’intensa attività programmatica, che abbia come

obiettivo quello di dimostrare e promuovere l’uso della tecnologia dei

sensori mediante progetti pilota atti a offrire un valido supporto per lo

sviluppo di standard aperti”.

Lutz

: “Fieldbus e reti possono essere le architetture ‘abilitanti’, sulla

base delle quali i costruttori di macchine e gli utenti finali implemen-

tano progetti ‘green’. Un buon esempio di questo è costituito dal pro-

filo ‘Energy’ di Sercos. Sercos Energy è un profilo implementabile a

livello applicativo, che definisce parametri e comandi per la riduzione

dei consumi di energia in modo uniforme e indipendente dal fornitore.

Può essere incorporato nei dispositivi Sercos da qualsiasi fornitore. Ri-

duce il consumo di energia in tre modi: riduzione del carico permanente

quando macchine/motori sono in stand by; aggiustamento dinamico

del consumo energetico legato al processo in base ai tempi/dati di

completamento ‘target’, per ottenere un carico parziale più efficiente;

risparmio dell’energia durante il processo spegnando i componenti che

non sono necessari in un certo particolare momento o punto del pro-

cesso (attività parziale delle macchine)”.

Qualche esempio…

FN: Avete dei risultati da condividere, ottenuti in progetti vostri o dei

vostri clienti?

Randieri

: “La nostra azienda da sempre si è occupata di queste te-

matiche ed è stata una delle prime a progettare e costruire dei sistemi

embedded per il telecontrollo remoto di apparati, con il duplice obiet-

tivo di automatizzare questi ultimi, compatibilmente con il risparmio

energetico. Siamo stati tra i primi in Italia a introdurre un sistema

capace di controllare i carichi degli apparati permettendone l’attiva-

zione e disattivazione in funzione delle politiche di risparmio energe-

tico. Oggi, le maggiori esigenze dei nostri clienti sono focalizzate sul

monitoraggio dei consumi delle macchine per la produzione. Stiamo

mettendo a punto un sistema basato su tecnologie ‘smart sensing’,

che stimiamo permetterà un abbattimento dei consumi tra il 10% e il

30% in funzione delle tipologie di applicazione”.

Agostinelli

: “Primo fruitore della tecnologia Panasonic è la stessa

Panasonic. Per cui riporto a titolo di esempio il sistema di monitoraggio

realizzato presso l’impianto produttivo di Tastuno, dove, grazie a un

sistema di raccolta dati su rete e alla serie Eco-Power Meter, vengono

monitorate le varie utenze. In un momento successivo sono state prese

le appropriate contromisure. Per la competitività aziendale, uno dei

fronti di analisi è proprio la riduzione dei costi e, se si riesce grazie

all’efficienza energetica a ottenere una riduzione nei costi dell’energia

e un miglioramento dell’immagine aziendale, ciò va positivamente a

beneficio dell’intera azienda”.

Rostan

: “Un esempio significativo ci è stato riportato da un costruttore

di macchine nel settore plastico: grazie alla riduzione dei tempi-ciclo

che si è potuta ottenere grazie alle prestazioni di Ethercat, è stato pos-

sibile migliorare la precisione di fabbricazione.

Di conseguenza, lo spessore delle pareti delle confezioni di yogurt

prodotte è stata ridotta. La migrazione a una tecnologia di controllo

basata su Ethercat ha portato in questo modo a un risparmio di circa

125 tonnellate di materiale plastico all’anno per singola macchina e a

un conseguente risparmio energetico, infatti non è stato necessario

fondere queste 125 tonnellate di plastica…”.

John Browett di

Clpa - CC-Link Partner

Association - Europe

Fonte: media.bizj.us