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FEBBRAIO 2015
FIELDBUS & NETWORKS
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ma anche delle agevolazioni fiscali previste da alcuni go-
verni nazionali. Per esempio, in Germania, fra gli obblighi
imposti per ottenere una riduzione delle tasse sull’elettri-
cità, figurano la presenza di un sistema di gestone dell’e-
nergia conforme alla ISO 50001 e la prova di un effettivo
incremento dell’efficienza
(al momento dell’1,3%).
La riduzione può arrivare
anche al 90%”.
Paolo Laganà
, responsa-
bile tecnico di
Inlon Engi-
neering
(
www.inlon.it):
“Temo che in questo mo-
mento e in questo Paese
si tratti soprattutto di un
investimento di imma-
gine, nel senso che può
far differenziare il brand
aziendale rispetto alla
concorrenza. Di per sé, però, difficilmente le tecnologie
generano business, se non sono orientate a un immediato
ritorno economico”.
Martin Rostan
, direttore esecutivo di
ETG
-
Ethercat
Technology Group
(
www.ethercat.org): “Sebbene
Ethercat non sia ancora stato dichiarato una tecnologia
‘verde’, abbiamo osservato numerosi casi in cui il suo im-
piego ha portato a un ritorno economico sugli investimenti
in termini di efficienza energetica, risparmio di materiali e
incremento del ciclo di vita. Non posso affermare al con-
trario che questo avviene necessariamente per ogni tecnologia che
porti l’etichetta ‘green’”.
John Browett
, general manager di
Clpa
(
CC-Link Partner Association
- Europe
-
www.clpa-europe.com ):
“Se si lavora bene gli investimenti in
tecnologie ‘green’ possono generare
un effettivo ritorno economico. Molti
stanno ormai cominciando a com-
prendere che l’energia deve essere
considerata una materia prima, pro-
prio come il metallo, la plastica o il
legno, in quanto il modo in cui viene
impiegata ha un impatto diretto sulle
performance finanziarie aziendali:
una gestione attenta dell’energia dovrebbe essere una priorità per
il management. Certo, le realtà più ‘capaci’ possono poi anche pro-
muovere la propria immagine facendo leva sulla loro abilità di gestire
attentamente l’energia. Oltretutto, a volte gli ‘accorgimenti’ tecnici
da prendere per essere più ‘sostenibili’ sono fin banali. Per esempio,
alcune aziende hanno dipinto i loro tetti di colore chiaro in modo da
riflettere i raggi del Sole. Questo porta a un risparmio anche signifi-
cativo dell’energia richiesta per far funzionare i sistemi Hvac atti a
mantenere il comfort ambientale negli edifici. Le aziende stanno sem-
plicemente cominciando a realizzare che spesso a livello operativo si
spreca energia mentre si potrebbe evitarlo. Per esempio, si è soliti far
funzionare alla massima velocità ventilatori e ventole, regolandone il
flusso meccanicamente tramite l’apertura o chiusura di bocchette d’a-
erazione. Ora alcune aziende hanno capito che è più efficiente usare
un inverter per controllare la velocità del motore e produrre già il flusso
d’aria richiesto. L’attività di questi inverter si può coordinare tramite
una rete, la quale può anche consentire di monitorare la quantità e il
costo dell’energia impiegata per ciascun dispositivo. In questo modo le
aziende possono capire in quali ambiti possono risparmiare. Oltretutto,
con l’andar del tempo, sarà sempre più difficile individuare quali siano
le eventuali aree di risparmio. Qui è dove le funzionalità di monitorag-
gio offerte dalle reti che connettono i sistemi principali dell’impianto
possono dare un grande aiuto”.
Sostenibili e redditizie
FN: Come possono le tecnologie di rete aiutare le aziende a combinare
sostenibilità e redditività?
Browett
: “Da quando Ethernet è diventato uno standard riconosciuto
per le reti industriali, quello della gestione dell’energia ha costituito
una delle funzioni per le quali la rete è stata pensata. Oggi, molti
protocolli Industrial Ethernet, come CC-Link IE, offrono la possibilità
di monitorare e controllare l’uso dell’energia in modo economico. La
disponibilità di queste funzioni addizionali riduce il CTO, in quanto non
è più necessario implementare una rete a parte per assolvere ai com-
piti legati alla gestione energetica. Questo rende più facile controllare
in modo efficiente la strumentazione
industriale, in quanto è possibile mo-
nitorare il consumo dei singoli disposi-
tivi, così come di macchine specifiche.
Questo costituisce un notevole mi-
glioramento rispetto alle metodologie
precedenti, che consentivano il monito-
raggio solo di una parte dell’impianto.
La sostenibilità è però più difficile da
ottenere, in quanto a volte dipende da
aspetti che sfuggono al controllo azien-
dale, per esempio come viene generata
la corrente elettrica, o come vengono
estratte le materie prime ecc. Foca-
lizzandosi però sulle giuste risorse, si
può arrivare anche alla sostenibilità. Per raggiungerla alcune aziende
stanno investendo in risorse rinnovabili. Questo ha portato, per esem-
pio, al recente incremento delle vendite di pannelli fotovoltaici. Le reti
giocano un ruolo importante nel controllo efficiente di queste risorse.
Per esempio, si sa che l’output di un pannello fotovoltaico migliora
se questo cambia posizione durante il giorno, per avere il maggiore
irraggiamento possibile. È inoltre chiaro che occorre una rete per
monitorare e controllare tutti i pannelli fotovoltaici di un vasto parco
installato”.
Laganà
: “Indubbiamente le tecnologie di rete consentono di otti-
mizzare l’impiego delle risorse e di ampliare e rendere più efficaci gli
strumenti di controllo e analisi, quindi un loro uso intelligente e appro-
priato non può che andare a beneficio dell’azienda”.
Randieri
: “Da sempre il possesso di tecnologie TLC, o tecnologie di
rete, sono state vincenti. Oggi alle varie sfide tecnologiche si aggiunge
quella che potremmo definire del ‘green-networking’; essa, dal punto
di vista industriale, enfatizza i concetti di maggiore integrazione, ridu-
zione delle distanze, più automazione, diminuzione dei costi di eserci-
zio. Il che si traduce in una maggiore sostenibilità e redditività per chi
fa uso di tali tecnologie. Gli sprechi in ambito industriale sono innume-
revoli, basti pensare ai lunghi periodi di inattività dei vari dispositivi di
networking durante le ore in cui le aziende non lavorano, o allo spreco
di energia legato alla lunghezza dei cavi. Per esempio, qualsiasi switch
è progettato per supportare sino a 100 m di cavo, quando in media
nelle aziende i segmenti sono di 5-10 m. Sarebbe opportuno che lo
switch fosse in grado di rilevare la lunghezza del cavo e di regolare
conseguentemente i consumi energetici”.
Agostinelli
: “Nell’industria, una delle priorità future riguarderà l’at-
Vittorio Agostinelli di
Panasonic Electric Works
Italia
Cristian Randieri di
Intellisystem Technologies
Peter Lutz di Sercos
International
Fonte: cdn2.hubspot.net