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MARZO 2017

AUTOMAZIONE OGGI 396

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mondo reale e virtuale e di migliorare i processi produttivi, con-

sentendo di raggiungere obiettivi di performance ed efficienza

fino a oggi inimmaginabili.

A.O.:

Automazione, digitalizzazione, innovazione, Industry 4.0

sono in grado di aiutare tale fenomeno?

Boffa:

Come già accennato, la redistribuzione della manifattura

su scala mondiale e il suo progressivo ritorno nei mercati tradi-

zionali sono favoriti dal cambiamento dei paradigmi produttivi

e dall’adozione di nuovi business model. È difficile sapere oggi

come sarà la situazione da qui a 20 anni ma è certo che l’auto-

mazione avanzata e la connettività daranno una flessibilità senza

precedenti. Non solo flessibilità

locale della singola macchina ma

flessibilità di interi siti produttivi,

di capacità produttiva, di modalità

di produzione e relativa ottimizza-

zione, con possibilità di realizzare

in una stessa linea oggetti diversi e

personalizzarli, attività nella quale

siamomaestri in Italia e che diventa

molto più efficiente se si hanno a

disposizione tecnologie avanzate.

In questo contesto ABB può svol-

gere un ruolo fondamentale per-

ché l’automazione avanzata è un

fattore abilitante dell’Industria

4.0. Attraverso la propria offerta di tecnologie e servizi connessi,

come motori e azionamenti, robotica collaborativa, sensoristica

di campo e software di gestione, supervisione e ottimizzazione,

ABB favorisce in maniera proattiva questo cambiamento, in Italia

come in altri Paesi. Il percorso non sarà immediato né banale, ma

è assolutamente perseguibile. E come già avvenuto in altri am-

biti, per esempio nel caso dell’efficienza energetica, ABB è una

dei grandi player del mercato ed è pronta a svolgere il proprio

ruolo: promuovere l’innovazione e l’evoluzione tecnologica è la

missione dell’azienda.

Randieri:

Sicuramente il reshoring è uno degli elementi significa-

tivi connessi al concetto di automazione, digitalizzazione, innova-

zione, Industry 4.0, inteso come l’elemento capace di sostenere e

generare la riorganizzazione del sistema produttivo secondo tale

metodologia. L’impatto sulle imprese di questi elementi è quello

di incrementare la produttività e ridurre i costi di produzione,

con un effetto sostituzione che attiene alle competenze e alle ca-

pacità della forza lavoro di interagire con la dimensione digitale

dell’organizzazione, dell’azienda e della supply chain.

La quarta rivoluzione industriale senza ombra di dubbio ri-

mette al centro il lavoro in termini di competenze, la qualità,

il valore del Made in Italy, stimolando il rientro in patria della

produzione. Per sfruttare al meglio questa nuova opportunità

occorre però effettuare un’attenta analisi delle criticità del si-

stema Italia. Tutto ciò che ha a che fare con la riorganizzazione

e modernizzazione di qualsiasi processo produttivo ha sicura-

mente un impatto positivo in termini di reshoring. È ben noto

che il fenomeno opposto della delocalizzazione è avvenuto uni-

camente per risparmiare sui costi considerandoli come fattore

più importante di molti altri.

Se da un lato è vero che la delocalizzazione tende a rimpatriare

la produzione, ciò non implica che Industry 4.0 necessariamente

porti nuovamente tutto il lavoro in Italia, questo perché il tasso di

sostituzione robotica è più alto rispetto al reshoring. Il problema

di fondo rimane comunque quello di non riuscire a garantire i

livelli occupazionali che erano presenti in precedenza all’offsho-

ring. Secondo alcune stime si parla di ripristinare solamente il

10-15% di quello che era l’occupazione prima che le aziende mi-

grassero all’estero, con l’ulteriore restrizione che prevede l’utilizzo

di manodopera sempre più qualificata.

Infatti è ben noto che tutte le tecnologie connesse a Industry

4.0 richiedono nuove competenze difficili da trovare che sicura-

mente rendono certe forme di lavoro umano economicamente

non competitive. I progressi tecnologici porteranno all’auto-

mazione di molti processi manuali esistenti, ma non provoche-

ranno la sostituzione delle persone, piuttosto ne cambieranno

il ruolo: assisteremo allo spostamento dall’esecuzione manuale

della produzione, alla supervisione dei processi automatizzati in

tempo reale. Con la progressiva introduzione dell’IoT in fabbrica

la catena di montaggio cambierà il ruolo dell’operaio limitan-

dolo alle attività di configurazione dei macchinari e della rela-

tiva supervisione. I robot avanzati potranno essere impiegati in

attività sempre più simili a quelle umane. La produzione verrà

gestita virtualmente, favorendo sempre più il controllo remoto

grazie a cui sarà possibile individuare i problemi e risolverli a

distanza. Quindi se da un lato è vero che Industry 4.0 rappre-

senta un’occasione da non perdere, dall’altro il rischio è che

le produzioni si possano spostare in altri Paesi europei, mag-

giormente competitivi sul piano Industry 4.0. Bisogna essere in

grado di cogliere l’occasione di rinnovamento del sistema Paese

rappresentata da Industry 4.0 integrando la manifattura classica

e l’industria metalmeccanica con altri settori e servizi innovativi

e tecnologici, ridefinendo i processi produttivi.

Non dimentichiamo mai che la delocalizzazione è un fenomeno

legato al costo del lavoro e alla produttività, Industry 4.0 invece

è una sorta di modernizzazione dei processi produttivi di tipo

tradizionale. Quindi, si può parlare con maggior sicurezza solo

di un ritorno in Europa dei processi produttivi delocalizzati, e

quindi di near reshoring.

L’Italia per reggere la concorrenza europea deve lavorare di più

su formazione e materia prima umana, su un forte coordina-

mento delle filiere. Occorre coinvolgere imprenditori e mana-

ger, che non sempre sono in grado di districarsi tra interventi da

fare, investimenti e budget. Investire in innovazione purtroppo

non basta, occorre una visione strategica moderna, perché In-

dustry 4.0 digitalizza tutte le fasi della produzione, della logi-

stica, con strumenti innovativi. Industry 4.0 rinnovando tutta

la filiera (produzione, distribuzione, logistica), valorizzando

ricerca e sviluppo, design, puntando su innovazioni con forte

contenuto tecnologico, può rende più conveniente riportare in

patria la produzione.

Quando alla richiesta di competenza si uniscono i processi di

automazione abbiamo un connubio perfetto, perché l’automa-

zione mira alla riduzione dei costi ampliando i volumi, mentre la

competenza riduce la complessità di lavorazione, migliorando

le modalità di lavoro, alimentando sia l’innovazione di prodotto

sia di processo.

Saper sfruttare a pieno i fattori fondamentali che collegano In-

dustry 4.0 e rilocalizzazione significa modernizzare il processo

TAVOLA ROTONDA

AO

Roberto Zuffada,

Siemens Italia