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MARZO 2015

AUTOMAZIONE OGGI 379

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sorta di ‘sala parto’ per intelligenze che genereranno controllori per ogni genere di macchi-

nario, che a sua volta produrrà, controllerà, movimenterà oggetti in grado di essere messi in

comunicazione tra di loro. Siamo entrati nel territorio di ‘Industry 4.0’, concetto non semplice

da definire, che evoca il dialogo tra le nuove tecnologie della comunicazione, il software più

raffinato, le nanotecnologie. Il tutto teso a ottimizzare, efficientare e rendere più vantaggiosi i

processi produttivi, per costruirecose semprepiùaderenti alleesigenzedel consumatorefinale.

La connessione per la comunicazione genera dati e questi devono essere analizzati per poter

miglioraree segmentare sempredi più l’offertadi beni e servizi. In realtà, i dati, enongli oggetti,

sonoallabasedella trasformazionedei business. ‘Sapereèpotere’ enel casodei bigdata, eoggi

siamo in presenza di ‘very big data’, fattori come inaccessibilità dei dati e incapacità di interpre-

tarli rappresentanounenormeostacolo, che impediscedi tradurre le informazioni raccoltedagli

oggetti connessi indecisioni imprenditoriali subitoattuabili, o in indicazioni d’usooproduzione

fondamentali. Cisco stima che i dati e le applicazioni analitiche si aggiudicheranno 7,3 trilioni di

dollari, una bella fetta dei 19 trilioni di dollari delle opportunità di mercato che la IoE (Internet

of Everything, definizione che Cisco preferisce a IoT - Internet of Things) produrrà nel prossimo

decennio. Per utilizzare bene i bigdata, però, bisogna trasformare e integrare i meccanismi con

cui i dati vengono raccolti e analizzati. ‘Big G’, Google, ha un progetto interessante: Automatic

Statistician. Google vuole semplificare e migliorare l’elaborazione dell’enorme quantità di dati

che incamera sulle attività di ciascun utente, big data appunto. Automatic Statistician viene

definito ‘un’intelligenza artificiale per la scienza dei dati’. Nato in collaborazione con l’Univer-

sità di Cambridge, ha lo scopo di ‘automatizzare la selezione, la costruzione e la spiegazione

di modelli statistici per l’analisi dei big data’. In sostanza, sarà in grado di passare in rassegna

grandi quantità di informazioni e determinare quale sarebbe il migliore algoritmo per analiz-

zarle, mettendone in evidenza le caratteristiche più importanti. In un futuro nonmolto lontano

l’analisi dei big data potrebbe prestarsi agli scopi più disparati, oggi intanto ha un potenziale

ancora inespresso, proprio a causa dell’impossibilità di farne un utilizzo concreto, causa i limiti

delle facoltà computazionali umane. Una volta sviluppato, Automatic Statistician potrebbe ri-

voluzionare ogni contesto produttivo e commerciale, dando concretamente il via alla genesi

di modelli di business nuovi e amodalità di consumomai pensate prima. L’analisi e la capacità

di comprensione dei dati che emergono dalla costante comunicazione di tutto è la chiave del

miglioramentodegli stessi generatori dei dati. Forse stiamoentrando inun loopdi innovazione,

dove l’innovazione genera dati che, interpretati e applicati, innovano l’innovazione stessa, per

innovare costantemente produzioni, prodotti e servizi. Da farsi venire il mal di testa. Orwell e

Clarke questo davvero non se lo immaginavano…

Vitaliano Vitale

Comitato tecnico Automazione Oggi e Fieldbus & Networks

ggetti sempre più interconnessi, che si par-

lano tra loro e si comunicano parametri di

necessità, mobilità, produttività, immagaz-

zinamento, dimensione, utilizzo, vendita e

chissàquant’altroancora. Oggetti che vivono

una vita propria programmata e che vari

film di fantascienza hanno anche fatto vi-

vere senza programmazione e dotandoli

di coscienza. Oggetti che compongono la

‘fabbrica del futuro’. Fabbrica del futuro che

esiste già. Ad Amberg, per esempio, dove

l’impianto produttivo Siemens Electronics

realizza PLC. Amberg produce attualmente

più di 1.000 versioni di questo prodotto, che

controlla macchine e impianti e automatizza

la produzione. Questo non solo fa rispar-

miare tempo, e quindi denaro, ma aumenta

anche la qualità del prodotto. L’applicazione

è estesa; tanto per fare un esempio, controlla

i sistemi di bordo di navi da crociera, i pro-

cessi di produzione industriale, gli impianti

di risalita sciistici. La produzione di Amberg

controlla addirittura lo stesso impianto di

Amberg, comedire: la fabbricaautomatizzata

che fabbrica controllori per automazione,

ovvero l’automazione che si autoproduce.

Si è molto discusso di come la produzione

sarebbe cambiata in futuro. Si è discusso

di come differenti modelli abbiano tutti un

elemento comune: la digitalizzazione a 360

gradi. I prodotti devono comunicare con le

macchine e tutti i processi devono essere ot-

timizzati per il controllo IT, ancheper ottenere

una bassa percentuale di scarti. Dunque, una

O

AO

AUTOMAZIONE DOMANI

Il ‘loop virtuoso’

dell’innovazione

Fonte: www.teleperformanceitalia.it