GENNAIO-FEBBRAIO 2015
AUTOMAZIONE OGGI 378
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AO
PANORAMA
migliorando design, prototipi e snellendo
la produzione”.
Albizzati
: “Secondo i maggiori analisti
come Gartner, Frost&Sullivan, McKinsey e
altri, la stampa 3D è una delle tecnologie
emergenti, che rivoluzioneranno le nostre
vite nei prossimi 10-20 anni. McKinsey so-
stiene che a partire dal 2025 il 3D printing
avrà a livello globale un impatto econo-
mico compreso tra i 230 e i 550 miliardi di
dollari all’anno. La possibilità di costruire
molti prodotti vicino all’utilizzatore finale
tramite le stampanti 3D porterà a incre-
mentare la flessibilità rispetto alle esigenze
specifiche del cliente e la velocità di con-
segna. Al momento la stampa 3D sembra
particolarmente adatta per produrre in
piccola scala di oggetti complessi e sem-
bra difficile che possa sostituire a breve
le attuali modalità di produzione su larga
scala”.
AO: Parliamo di Agenda Digitale. Il
problema infrastrutturale in Italia è an-
cora irrisolto. Diventi per un secondo il
Presidente del Consiglio: qual è la sua
ricetta per invertire il trend e avviare lo
sviluppo digitale dando corpo e respiro
non solo al mercato ICT, ma a tutto il
mondo produttivo del Paese?
Ligresti:
“Credo che Matteo Renzi stia di-
mostrando con i fatti quanto l’Agenda Di-
gitale sia cruciale per lo sviluppo del Paese.
In pochissimo tempo ci siamo abituati ai
suoi tweet e alle sue riunioni basate su
presentazioni powerpoint e non possiamo
dimenticare che, fino a poco tempo fa,
questi strumenti, che sono abituali da anni
nell’industria, non erano utilizzati dalla
politica. Il simbolismo in questo caso ha
grande importanza e segnala a tutti, nel
nostro Paese, che è il momento di acce-
lerare se vogliamo evitare di accumulare
ulteriori deficit competitivi verso le altre
nazioni. Troppo si deve fare, ma mi con-
centrerei sulle tre cose che secondo me
producono l’impatto più grande: prima di
tutto la rete. È un’infrastruttura critica per
il futuro del Paese e servono importanti in-
vestimenti per aggiornarla e poi renderla
neutrale rispetto alla fornitura dei servizi.
Quindi l’istruzione: oggi in tutto il mondo
la scuola sta già sfruttando in modo signi-
ficativo le possibilità offerte dalla digitaliz-
zazione, che fornisce strumenti e stimoli
decisamente superiori a quelli tradizionali.
In Italia i nostri studenti vanno a scuola
con zaini pesantissimi e gli insegnanti non
sono stati aggiornati per sfruttare le mo-
derne tecnologie. Qui gli investimenti sono
improrogabili: come Paese, per dare un fu-
turo ai nostri figli, non possiamo permet-
terci di non trovare le risorse necessarie.
Infine, occorre una rapida e totale elimi-
nazione della carta nella pubblica ammini-
strazione. Con la fatturazione elettronica e
la PEC si stanno già facendo progressi, ma
bisogna andare oltre ed eliminare la carta
dai processi della PA. In questo modo, si
aumenterebbe la velocità degli stessi, che
diventerebbero anche completamente
tracciabili, si accelererebbe l’adozione del
digitale nell’utenza e si risparmierebbero i
soldi e gli spazi correlati alla gestione delle
montagne di carta che vengono ancora
create quotidianamente”.
Albizzati
: “Per quanto riguarda l’Agenda
Digitale. L’Italia è sicuramente in coda in
Europa e ritengo che sarebbe estrema-
mente utile riuscire a mettere in contatto
tutti coloro che hanno interesse o giocano
un ruolo decisivo in questo processo nel
nostro Paese. Probabilmente quello che
manca è una sorta di guida, che organizzi
e definisca tempi e modalità per questa
importante e necessaria modernizzazione.
Credo possa essere utile sviluppare una
sorta di forum che coinvolga tutti coloro
che si occupano di digitalizzazione, in
modo tale che insieme si possano svilup-
pare soluzioni o nuovi progetti. Perso-
nalmente, poi, avvierei una campagna di
educazione che faccia finalmente capire
che uno sviluppo o ammodernamento
tecnologico non implica spreco di denaro
o esuberi. Sfruttare il potenziale delle tec-
nologie per favorire l’innovazione potrà
solo aiutare a impegnare meglio le risorse
economiche e non a tagliare, bensì a cre-
are nuovi ruoli e opportunità di lavoro”.
Massari
: “In Italia la strada da percorrere è
ancora lunga, ma si rileva che sempre più
aziende sono consapevoli di quanto sia im-
portante investire in innovazione, pertanto
si stanno attrezzando di conseguenza. Il
problema dell’Agenda Digitale non è le-
gato solo all’infrastruttura, seppure impor-
tante, ma anche alla cultura digitale dei
cittadini. È indispensabile un programma
educativo a tutti i livelli, a partire già dalle
scuole, che faccia comprendere come
la digitalizzazione sia allo stesso tempo
un’opportunità e una responsabilità per
tutti e che il rispetto degli standard di co-
municazione ci consentirebbe di rimanere
al passo con gli altri paesi europei, recupe-
rando quel grado di efficienza e competiti-
vità che solo un’adeguata infrastruttura IT
può oggi consentire”.
Randieri
: “Il tema dell’Agenda Digitale
è davvero da ‘allarme rosso’. La sua im-
plementazione doveva essere una delle
principali leve per lo sviluppo e la mo-
dernizzazione del Paese. Avrebbe dovuto
consentire all’Italia il recupero del gap che
da anni la separa dalle nazioni più virtuose
nell’adozione dell’ICT. Purtroppo l’inno-
vazione è frenata dalla burocrazia e sono
impressionanti i ritardi accumulati dal Go-
verno nell’adozione dei provvedimenti at-
tuativi. Alla PA è impedita la transizione al
digitale, i cittadini e le imprese non hanno
a disposizione strumenti per un rapporto
telematico con la PA, le imprese dell’ICT
non possono investire per una cronica in-
certezza su standard e regole tecniche. Il ri-
tardo nell’attuazione dell’Agenda Digitale
è riconducibile anche all’evidente scarsa
importanza che questi temi rivestono per
il Governo. Dunque la mia ricetta: non
servono nuove norme, bisogna applicare,
presto e bene, quelle che ci sono già. Rea-
lizzare l’Agenda Digitale dovrebbe signifi-
care riorganizzare integralmente le PA, per
ridurne i costi e per trasformarle da freno
all’economia a strumento di promozione
dello sviluppo.
Operare a livello culturale sugli utilizzatori,
imprese o cittadini che siano, per creare il
giusto bacino d’utenza dei servizi che in
parallelo devono essere messi a disposi-
zione. Occorre creare dei tavoli di lavoro
su progetti quadro da suddividere in sot-
togruppi operativi. La mia idea è quella
di strutturare una governance informata
e partecipata, di creare un luogo di rife-
rimento per i funzionari della PA, soprat-
tutto locale, che vogliano esporre i loro
progetti e trovare modelli strutturali ade-
guati alle loro esigenze.
Occorre rivoluzionare il metodo di lavoro
finora applicato, serve innanzitutto defi-
nire un sistema di misurazione dei risultati
dell’Agenda Digitale per poi individuare
gli obiettivi e con essi la strategia globale
da adottare. Si tratta di un metodo che
avrebbe misuratori qualitativi e quantita-
tivi in base ai quali elaborare le scelte più
adeguate per il Paese”.
Nota: * Comitato tecnico di AutomazioneOggi e
Fieldbus & Networks