Automazione_Oggi_373 - page 36

GIUGNO 2014
AUTOMAZIONE OGGI 373
36
AO
PANORAMA
eadattarsi alleesigenzedel clienteeallavaria-
bilità dei lotti di produzione. Un esempio è il
cambioformatosuunamacchinaconfeziona-
trice:senzaunadeguatosoftwaredisupporto
non si potrà passare da una produzione alla
successiva in tempi rapidi. Una robusta piat-
taforma hardware supportata da software
flessibile e affidabile è ciò che i costruttori di
macchina devono cercare. Per questomotivo
noi proponiamo interfacce HMI basate su
Windows CE, sistemi di controllo e drive intel-
ligenti basati su IEC 61131-3”.
Luigi Franchini
, food, packaging & printing
cluster manager di Bosch Rexroth (www.
boschrexroth.it): “Non vedo una reale con-
trapposizione tra le due realtà, ma semmai
un adeguamento di entrambe a uno dei
principi di base della piattaforma di automa-
zione da noi proposta: la modularità. Impo-
stare inmodomodulare il progetto software
è il miglior presupposto per poterlo reiterare
e integrare in applicazioni più complesse,
con grande vantaggio per tempi e costi di
sviluppo. Ma è chiaro che i vantaggi della
modularità software si colgono solo con
una piattaforma hardware completamente
modulare: la nostra tecnologia‘cabinet-free’,
che integra motion, logica e funzioni sicu-
rezza sui servomotori con azionamento in-
tegrato è la risposta più adeguata in questo
senso”.
FedericoVarotti
, HMI e SWdivisionmarket-
ing manager di ESA elettronica (www.
esahmi.com): “Software e hardware sono
due ingredienti inscindibili dell’automa-
zione industriale, anche quando parliamo di
packaging. Non si tratta di quale scegliere,
ma di sviluppare sinergie sempre più inno-
vative tra i due componenti.
Ogni giorno assistiamo a una progressione
parallela basata su un beneficio reciproco,
con software più immediati, veloci e dal de-
sign intuitivo e accattivante, supportati da
hardware più potenti, di alta qualità, sicuri
e dai prezzi più accessibili”.
Giuseppe Testa
, sales director Lenze Ita-
lia
): “Fattori vitali per lo
sviluppo delle linee di produzione ad alto
contenuto di automazione sono la velocità
di trasmissione e la sicurezza del sistema,
intesa nell’ottica di salvaguardia dell’uomo
e della ripetibilità delle funzioni. A queste
aspettative si debbono aggiungere la fles-
sibilità delle linee, che nella loro ‘vita lavora-
tiva’ debbono poter consentire una rapida
conversione e adattabilità alle esigenze del
mercato, gli ingombri (in quanto rappresen-
tano un costo nel plant produttivo) e la po-
tenza installata nell’ottica di offrire agli end
user soluzioni a basso consumo energetico.
La progettazione diventa quindi una fase
essenziale e i suoi costi influiscono media-
mente oltre il 20% del costo totale, potendo
incidere sensibilmente sulmargineoperativo
della commessa o dell’impianto. Nasce per-
tanto l’esigenza di sviluppare dei tool capaci
di integrare tutti i componenti meccanici,
elettrici e di automazione, in grado di abbat-
tere i costi di design fino all’80%e tali da con-
sentire una drastica riduzione della potenza
installata. Queste considerazioni per dire che
l’hardware è sempre più integrato nelle solu-
zioni software: a queste ultime si richiede di
garantire una totale visibilità delle funzioni di
macchina attraverso una forte sofisticazione,
ma l’architettura hardware deve garantire
livelli di affidabilità sempre più elevati. Oggi
occorre consentire di sviluppare il progetto
delle macchine soddisfacendo due diffe-
renti tipologie di approccio: controller based,
quindi con un sistema di controllo che è la
mente del processo e gli azionamenti sono
comunemente slave di questa soluzione, il
loro compito è sviluppare coppie/potenze.
È il sistema perfetto per applicazioni con
numerosi assi per i quali può essere richiesta
anche interpolazione. Drive based, dove gli
azionamenti diventano ‘intelligenti’ e i loro
blocchi funzione sono in grado di gestire
direttamente la missione del processo. Un’a-
nalisi che abbiamo compiuto sull’incidenza
dei costi di una macchina tipo hanno evi-
denziato la seguente situazione: i costi della
meccanica incidono mediamente del 25%
sul costo complessivo; la parte così detta
automation & drive è il 20%, l’engineering ha
un peso dell’ordine variabile del 20% la cui
crescita/riduzione ha un impatto diretto sui
profitti che lamacchina può generare per l’a-
zienda. Il supporto a un‘engineering corretto’
è quindi il reale benefit per l’OEM”.
Paride D’Alessandro
, motion control spe-
cialist di Schneider Electric (
electric.it):“Dal nostro punto di osservazione
privilegiato, abbiamo potuto notare che,
per quel che riguarda la scrittura del codice
delle macchine automatiche, negli anni il
software è diventato sempre più importante.
E questo è vero in particolare nel packaging,
dove siamopassati dall’utilizzodi un software
semplice e intuitivo come il Ladder, adatto ad
architetture meno complesse all’utilizzo di
software più strutturato e complesso. Negli
ultimi anni c’è stato un aumento dell’utilizzo
di un linguaggiodi derivazione Pascal, il testo
strutturato (ST), si stanno inoltre comin-
ciando ad utilizzare linguaggi orientati agli
oggetti, come quello che noi proponiamo.
Parallelamente, le competenze richieste al
personale tecnico che si occupa dello svi-
luppo di una macchina automatica sono no-
tevolmente aumentate. Deve essere un abile
programmatore”.
Claudio Giulianetti
, packaging team ma-
nager di Siemens Italia (
:
“Sicuramente software. Certo l’hardware
dovrà stare al passo con i tempi con soluzioni
innovative e performance sempre più alte,
ma la vera partita si gioca sull’integrazione
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