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LUGLIO-AGOSTO 2013
AUTOMAZIONE OGGI 365
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AO
PANORAMA
mentre l’import arretra del -12,3%. Da
gennaio a ottobre 2012 le vendite estere
hanno fatto registrare una flessione del
-4,5% rispetto al corrispondente periodo
del 2011.
Tra i paesi destinatari dei nostri prodotti
tessili, le aree extra-UE, arrivate ad assor-
bire il 49,1% dell’export totale di comparto,
hanno contenuto la perdita al -3,4%. L’ex-
port intra-UE cede, invece, il -5,6%. Prin-
cipale paese importatore è la Germania
in grado di assorbire l’11 % dell’export
totale dei prodotti tessili. Seguono Roma-
nia, Francia, Tunisia, Spagna e Portogallo.
Tra i paesi extra-UE la Cina, che copre il
5,3% dell’export complessivo di tessuti
italiani, si aggiudica la pole position. Oltre
al paese asiatico sono da ricordare altri
importanti mercati che si sono rivelati fa-
vorevoli al tessuto made in Italy tra cui gli
Stati Uniti (+6,8%) e Giappone (+18,3%).
Per quanto concerne le materie prime, il
calo più significativo per l’export è rap-
presentato dal cotone (-8,5%), seguito da
tessuti in lino e maglia. Solo il tessuto in
pura seta evidenzia un’evoluzione posi-
tiva con l’export in aumento del +5,2% da
gennaio a ottobre 2012. Contestualmente
alle esportazioni, gli approvvigionamenti
extra-UE (che coprono il 67,5% dell’im-
port di tessuti in Italia) sono stati in calo
del -18,6%, mentre quelli intra-comunitari
del -11,6%. Per lo stesso periodo, l’import
presenta un decremento, in parte fisiolo-
gico e atteso, molto marcato, del -16,4%.
Tra i tessuti si sono avuti cali intensi nel co-
tone (-25,7%) che coprono il 45% dell’im-
port totale in Italia e nel lino (-27,6%).
L’unico incremento è rappresentato dal
tessuto laniero, dove si rilevano un +3,6%
per il pettinato e uno 0,9% per il cardato.
Una curiosità: dalla Cina proviene il 27%
dell’import di tessuti in Italia, seguono la
Turchia, Repubblica Ceca e il Pakistan.
Una leadership in bilico
La qualità e l’innovazione dei nostri pro-
dotti di abbigliamento e calzature non po-
trebbe essere tale se non ci fosse un forte
comparto produttivo alle spalle in grado di
supportarle.
L’Italia è oggi uno dei principali costruttori
di macchine tessili su scala mondiale con
un livello tecnologico considerato tra gli
standard più elevati. Si tratta di un’offerta
completa caratterizzata da una gamma
molto ampia che comprende macchine
capaci di supportare tutta la fase di lavora-
zione del settore (dalla filatura, maglieria
e calzetteria, alla tessitura a manutenzione
passando per la torciatura, tintoria, stampa
e finissaggio). Secondo i dati rilasciati da
Acimit, l’associazione costruttori italiani
macchine per il settore tessile, la produ-
zione di macchine nel 2012 è stata pari a
2,4 miliardi di euro, di cui l’83% (2 miliardi
di euro) esportato in circa 130 paesi. La
principale area di esportazione è l’Asia con
il 45% seguita dall’Europa (35%), dall’Ame-
rica del Sud (9%), America del Nord (6%).
Chiude l’Africa con il 5%. Si tratta di un
comparto molto importante per la nostra
economia che ha risentito, anch’esso, degli
effetti della crisi economica mondiale. Se
nel quarto trimestre del 2012 l’indice degli
ordini di macchine tessili era aumentato
del 22% rispetto al trimestre precedente,
raggiungendo un valore assoluto di 130,4
punti e un + 46% rispetto allo stesso pe-
riodo dell’anno precedente, il settore ha
aperto il 2013 in negativo con un calo
della raccolta ordini.
L’indice complessivo nei primi tre mesi
dell’anno si attesta, infatti, intorno a un
valore di 82,3 punti, in calo del 20% ri-
spetto ai tre mesi precedenti. Sia sul mer-
cato interno sia su quelli esteri, la raccolta
rallenta notevolmente (rispettivamente
-28% e -20%). Una situazione che mette
in allarme gli operatori di un settore ‘core’
della nostra industria che conta circa 300
aziende e 12.000 addetti. “Questi dati
preoccupano, indicando una continua
perdita di competitività delle nostre im-
prese legate a un contesto recessivo che si
trascina ormai da troppo tempo” ha com-
mentato Sandro Salmoiraghi, presidente
di Acimit.
“Tutto il settore della meccanica strumen-
tale, del quale fa parte il meccanotessile, ri-
sente della stagnazione degli investimenti
interni. La competizione sui mercati esteri
è fortissima e benché le nostre imprese si
difendano con la continua innovazione
di prodotto e la diversificazione commer-
ciale, la situazione permane difficile.
La persistente inefficacia degli attuali stru-
menti di accompagnamento delle nostre
imprese su mercati nuovi e promettenti
rappresenta un handicap che è urgente
colmare con politiche nuove e coraggiose”.
Oggi, inoltre, si presenta preoccupante
anche la situazione del mercato dome-
stico.
Nel 2012 la domanda italiana di macchine
tessili si è, infatti, ridotta del 19%, ferman-
dosi a un valore di circa 900 milioni di euro.
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