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ITALIA 4.0

dicembre 2016

per il 96% da piccole e medie imprese

che non solo possono essere flessibili

ma hanno un capitale umano altamen-

te riconfigurabile. E la grande velocità

di adattarsi che hanno gli italiani non ce

l’ha nessuno”.

E quale è il fulcro che risponde a que-

ste esigenze e che rappresenta il fon-

damento della Fabbrica Intelligente?

“Sono le persone, il capitale umano.

Senza il minimo dubbio. Il vero valore

di un’azienda non sono tanto i capan-

noni o i macchinari, ma è il know-how

e le competenze. E queste possono es-

sere generate solo dalle persone. La tec-

nologia deve essere a disposizione per

la registrazione e la condivisione della

conoscenza. Non è pensabile che se un

programmatore o un capo officina lascia

un’azienda, questa perda parte del suo

know-how”.

Lei parla della necessità della condivi-

sione delle conoscenze da quasi dieci

anni. A quel tempo sembrava un visio-

nario. Oggi lei è considerato un esem-

pio su questa strada, non solo dai suoi

colleghi imprenditori ma anche dalle

istituzioni.

“Fino a qualche anno fa, le persone sce-

glievano il percorso di studi in funzione

del lavoro che dovevano, o volevano,

svolgere. Oggi questo approccio va com-

pletamente cambiato: ciascuno deve

certamente avere delle basi ma poi deve

essere in grado di affrontare molteplici

situazioni e ruoli in azienda. Visto che

l’ha citato, le faccio l’esempio nella mia

azienda, la Cosberg: abbiamo eliminato

le ‘barriere’ tra i reparti, introducendo

un approccio più responsabile ma anche

più partecipativo. Ad esempio, l’ufficio

tecnico non solo progetta, ma tramite

un software di simulazione, si assicura

che la macchina funzioni correttamen-

te. I progettisti si alternano sullo stesso

progetto ogni quattro ore, in modo che

questo sia patrimonio comune e ognuno

porti il suo know-how. Il progetto della

macchina viene condiviso con il reparto

produttivo, dove gli operatori, tramite

visualizzatori simili a tablet o iPad, ac-

cedono alle informazioni e possono pro-

cedere alla costruzione della macchina.

Stesso approccio per la parte commercia-

le dove da noi tutti oggi sono in grado,

e lo fanno quotidianamente, di studiare

soluzioni tecnico-economiche. Oggi le

persone in Cosberg si sentono più re-

sponsabilizzate, lavorano con maggiore

soddisfazione e coinvolgimento. Se l’i-

niziale introduzione di questo sistema

ha determinato un aumento del 35%

nei costi, oggi tutta la progettazione ci

costa il 20% in meno rispetto a prima. È

stato un investimento perché oggi tutta

la ‘conoscenza globale’ Cosberg è nel

cloud. Abbiamo creato un archivio, che

verrà mano a mano implementato, di

tutta la conoscenza aziendale, che ser-

virà anche per realizzare nuovi progetti.

Il valore aggiunto per un’azienda che fa

macchine è poter progettare una nuova

macchina riducendo al minimo i disegni

nuovi”.

Presidente, le esperienze e le compe-

tenze quindi vanno messe a fattor co-

mune. Questo in una azienda e quindi

anche in un Paese?

“Esatto. E qui arriviamo al punto noda-

le. Per disegnare le strategie di sviluppo

economico, industriale e tecnologico di

un Paese occorre partire dal basso. Os-

sia, fare tesoro delle esperienze migliori

maturate nelle nostre imprese, nei nostri

centri di ricerca, nelle università. Ecco,

da quelle esperienze devono venire le

indicazioni per dare corpo ai Piani gover-

nativi per lo sviluppo del Paese. E non il

viceversa. E questo è proprio il senso del

Cluster Nazionale Fabbrica Intelligente”.

Nel concreto, da chi è costituito il Clu-

ster Nazionale Fabbrica Intelligente e

quale è la mission?

“La missione del Cluster Nazionale Fab-

brica Intelligente è quella di proporre,

sviluppare e attuare una strategia basa-

ta sulla ricerca e l’innovazione nel ma-

nifatturiero avanzato. Dare quindi indi-

cazioni e indirizzi al Governo da cui poi

scaturiranno le linee guida per lo svilup-

po del settore nel Paese, e per collega-

re le politiche di ricerca nazionale e re-

gionale con quelle internazionali. Non

è infatti possibile parlare di industria

e sviluppo senza fare ricerca e innova-

zione: anche in Germania, nel Rapporto

su Industrie 4.0, vi è scritto che si deve

partire dalla ricerca, e dall’istruzione. Il

Cluster Nazionale Fabbrica Intelligente

è uno degli otto istituiti nel 2012 dal

Miur (il Ministero per l’istruzione, l’Uni-

versità e la Ricerca) proprio con questa

finalità. È un’associazione senza fini di

lucro che attualmente raccoglie imprese