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tamenti elusivi. Il risultato del referen-

dum e la crisi di governo non devono

fermare l’azione riformatrice su questo

capitolo essenziale: va ripreso il dossier

in mano e completato velocemente”.

La quarta rivoluzione industriale è,

prima ancora che tecnologica, una ri-

voluzione culturale. La trasmissione

delle competenze e la formazione gio-

cheranno un ruolo fondamentale. In

questo come deve cambiare il sistema

scolastico e universitario nei rapporti

con le imprese? E come le imprese do-

vranno valorizzare la trasmissione di

competenze al loro interno anche alla

luce della digitalizzazione?

“Il 4.0 del Made in Italy deve distinguer-

si esaltando le caratteristiche proprie

dell’industria italiana, affinché i nostri

prodotti vengano riconosciuti ancor di

più per qualità e attenzione al cliente.

Per farlo dobbiamo innovare anche il

concetto di forza lavoro. Perché Indu-

stria 4.0 funzioni serve un Lavoro 4.0: ov-

vero adeguare le competenze dei lavo-

ratori alla quarta rivoluzione industriale

che introdurrà sempre più massicce dosi

di digitalizzazione nei processi produt-

tivi. Altrimenti rischiamo di subire un

fortissimo impatto riduttivo sull’occupa-

zione da parte della tecnologia. La for-

za lavoro del futuro deve essere quella

con 4C: connessi, creativi, competenti e

competitivi. Per riuscirci già in Industria

4.0 è previsto il Piano Nazionale Scuola

Digitale che si pone l’obiettivo di: creare

200.000 studenti universitari e 3.000 ma-

nager specializzati su temi 4.0; aumenta-

re del 100% gli studenti iscritti ad Istituti

Tecnici Superiori su temi 4.0, istituire

circa 1.400 dottorati di ricerca con focus

su 4.0. Ma anche focalizzare l’Alternan-

za Scuola Lavoro su percorsi coerenti

con Industria 4.0 e dare vita a Digital

Innovation Hub e Competence Center.

Senza dimenticare l’apporto disrupti-

ve e collaborativo dell’open innovation

come strumento per portare il Made in

Italy nel futuro. Avere nuovi giovani nel-

le imprese, formati e competenti, è per

questo un obiettivo fondamentale. So-

prattutto per un Paese che ancora scon-

ta un tasso di disoccupazione giovanile

superiore al 35%: più di un ragazzo su

tre cerca lavoro e non lo trova. La rispo-

sta quindi è formazione prima di entrare

nel mondo del lavoro e training perma-

nente una volta entrati nel mondo del

lavoro. Siamo in presenza di una asincro-

nia tra gli attuali percorsi universitari e

le competenze professionali richieste,

ovvero un mix di conoscenze informati-

che, di progettazione, di manufacturing

e di marketing. Per queste ragioni il te-

ma della formazione delle competenze

è prioritario. La conoscenza avanzata dei

sistemi informativi, la capacità di analisi

in tempo reale di big-data, e il sapersi

muovere celermente tra sistemi cyber-

fisici sono la base del lavoro nell’Industry

4.0, specie nel settore manifatturiero”.

Nel luglio scorso avete organizzato

a Milano un grande evento con quasi

duemila partecipanti, il Forum dell’E-

conomia Digitale, proprio per contri-

buire al confronto sul nostro futuro

digitale. Quali altre iniziative avete

fatto o farete?

“L’innovazione e il digitale sono ormai

due temi centrali per la crescita e la com-

petitività del Paese e costituiscono un fil

rouge fondamentale delle attività del

Movimento. Pertanto sono molteplici le

occasioni di confronto e riflessione, tra

cui il FED costituisce indubbiamente un

momento di rilievo. Stiamo già lavoran-

do alla II edizione che si terrà a Milano il

prossimo 22 marzo e che sarà un’occasio-

ne per riflettere sulle nuove frontiere, i

nuovi ambiti di applicazione e le oppor-

tunità offerte dall’innovazione digitale”.

@lurossi_71

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ITALIA 4.0

dicembre 2016