In attesa delle fiere di fine anno…
Dalla rivista:
Automazione Oggi
Dal 12 al 14 novembre torna a Norimberga SPS – Smart Production Solutions, l’evento di fine anno dedicato all’automazione e dal 19 al 22 novembre, a Francoforte, andrà in scena la 10a edizione di Formnext. La firma di entrambe è Mesago Messe Frankfurt
Si è svolta la conferenza stampa della manifestazione SPS 2024 di Norimberga in una location emozionante, dove lo sguardo abbracciava tutta la città di Milano, come a voler sottolineare l’importanza e la grandezza dell’evento, il desiderio di immergersi, scoprire e ricercare soluzioni e prodotti innovativi e l’importanza della collaborazione tra Italia e Germania. Come ogni anno, l’appuntamento tedesco di novembre, dal 12 al 14, organizzato da Mesago Messe Frankfurt, evolve e così aumentano anche le aspettative: 130.000 m², circa 1.300 imprese di cui, ad oggi, 80 italiane, 16 padiglioni espositivi, tantissimi visitatori di cui oltre 1.300 italiani: tutti dati che sottolineano l’importanza di questa fiera internazionale per il mercato italiano e l’importanza del mercato italiano per i cugini tedeschi. Anche quest’anno SPS di Norimberga, giunta alla 33ª edizione, consentirà nei tre giorni di entrare nel vivo dell’automazione, scambiare idee e confrontarsi con gli esperti del settore su tanti temi attuali. E tante anche sono le attività e le iniziative messe in campo per rendere SPS una vera fiera internazionale, sempre al passo con i tempi: presentazioni, tavole rotonde, dimostrazioni dal vivo sono solo alcuni esempi che si allargano poi ai forum organizzati dalle associazioni Vdma e Zvei, alle consulenze da parte dei fornitori attraverso gli ‘Automation meets IT’, alle dirette on line, alle offerte, ai suggerimenti su ‘SPS on air’. Le tematiche? Le più attuali. Dalla gestione IT per la produzione, alle soluzioni e servizi basati su cloud ed edge, misure di sicurezza per la produzione, soluzioni basate su IoT e intelligenza artificiale, open source… E per offrire un assaggio delle novità di quest’anno, il 24 ottobre 2024, SPS organizzerà un evento di anteprima alla fiera attraverso la piattaforma digitale ‘SPS on air’: con interventi di 10 minuti le aziende annunceranno i loro prodotti e forniranno approfondimenti sull’offerta fieristica.
La 10a edizione di Formnext
Continua il successo anche per Formnext, la fiera dedicata alla produzione additiva industriale giunta alla 10ª edizione, che si svolgerà a Francoforte dal 19 al 22 novembre. Ad oggi sono già 664 le aziende che hanno aderito, di cui il 64% estere, e anche qui molte italiane, 32 al momento, in aumento rispetto allo scorso anno, provenienti dal mondo della stampa 3D, start-up e rinomate realtà industriali italiane che hanno sviluppato soluzioni speciali di produzione additiva. Con la produzione di sistemi AM complessi, servizi di ingegneria innovativi e stampa 3D di mobili e gioielli, nell’ampia offerta degli espositori italiani si ritrovano anche i punti di forza dell’industria manifatturiera del Paese. Sascha F. Wenzler, vicepresidente di Formnext, manifestazione organizzata da Mesago Messe Frankfurt, ha spiegato “L’alto numero di iscrizioni a Formnext sottolinea l’importanza della produzione additiva per l’intero settore. L’AM è infatti una tecnologia che consente di affrontare le sfide attuali, di scoprire e sfruttare nuove opportunità dal punto di vista economico. Allo stesso tempo Formnext riflette le dinamiche dell’industria AM globale, che ogni anno apre la strada al futuro industriale con numerose innovazioni e applicazioni”. E se parliamo di innovazioni l’Italia si farà notare sicuramente per il suo genio nel campo dei materiali e delle materie plastiche specializzate e allo stesso tempo anche nelle soluzioni specialistiche, in quanto sono parecchie le aziende tradizionali italiane che hanno trovato nell’additive manufacturing un mercato redditizio. Tanti gli appuntamenti e soprattutto tante le premiazioni che saranno in grado di far risaltare talenti e idee. Dopo la prima dello scorso anno ritorna il ‘Dienstleiter Marketplace’ 2024, la piazza mercato dei fornitori di servizi, che si concentrerà sui settori della tecnologia medica, dentale e del packaging. Per chi desidera poi avvicinarsi al settore AM, ci saranno i seminari Discover 3Dprinting, realizzati secondo un format collaudato in collaborazione con Acam, e una mostra speciale con interessanti applicazioni AM nel mondo dell’ingegneria meccanica ad opera dell’associazione Vdma.
Come sta andando il mercato?
Durante la conferenza, il segretario di Anie Automazione (https://anieautomazione.anie.it), Marco Vecchio, ha presentato il futuro prossimo venturo del settore elettronico, elettrotecnico e dell’automazione, i cui trend sono molto simili. “Sicuramente lo scenario al 2028 prevede una crescita dell’attività produttiva a due velocità, con un’accelerazione nel biennio 2025-2026 e un assestamento nel biennio successivo, vale a dire 2027-2028. Il settore elettronico e il settore elettrotecnico cresceranno anno per anno in maniera importante, più del doppio e in alcuni casi del triplo, addirittura, del totale della media del manifatturiero italiano”. I dati riportano al 2028 crescite medie pari al 28% di fatturato per il settore dell’elettrotecnica, al 20% per l’elettronica, e al 10% per il manifatturiero, rispetto al periodo pre-pandemico. “Dati giustificati dagli investimenti che continuano a crescere in ottica di digitalizzazione, innovazione, software, ICT, ricerca e sviluppo su tecnologie abilitanti, in modo particolare, l’intelligenza artificiale. L’automazione, quindi, che sta all’interno di un sistema che sta crescendo, cresce, e lo fa grazie soprattutto alle esportazioni. E anche qui i dati, rapportati al periodo pre-Covid, sono importanti in particolare per l’elettrotecnica che a fine 2028 varrà una volta e mezzo quella che valeva nel 2019. Positiva anche la variazione media annua dal 2024 al 2028”. “Germania e Italia sono importanti partner per import ed export e l’interscambio commerciale tra i 2 paesi vale, globalmente, circa 160 miliardi di euro, di cui 90, per l’Italia, sono di import e 70 circa sono di export. Se consideriamo le variazioni, si vede come, fino al 2023, i dati sono molto positivi, mentre per il 2024, in generale, ci si aspetta un anno di recessione anche nei rapporti commerciali con la Germania stessa, che peraltro sta vivendo un periodo economicamente complicato. L’Italia importa dalla Germania circa 3 miliardi di euro all’anno di materiali, automazione, componentistica, e ne esporta circa 1 miliardo e mezzo, i valori crescono per elettrotecnica ed elettronica che vedono un import di circa 8 miliardi e un export di circa 6 miliardi in valori assoluti: un andamento positivo negli ultimi anni ma che vede nel 2024 una flessione”. “Se consideriamo gli anni 2021-22-23 abbiamo avuto per l’elettrotecnica, l’elettronica ma anche per l’automazione un periodo di grandissima crescita di fatturati, e l’effetto ‘prezzo’ ha avuto un ruolo fondamentale: ricordiamo lo shortage dei componenti, la crisi e gli aumenti dei costi delle materie prime, dove il mercato ha dovuto assorbire una crescita dei prezzi notevole nel mondo dell’automazione. Quello che è interessante è che se normalizziamo il dato, e quindi ragioniamo a prezzi costanti, comunque abbiamo una crescita significativa: il mercato è strutturalmente cresciuto, si è ripreso dopo il Covid e ha superato i numeri pre-pandemia”. Come continuare quindi questa crescita? “La transizione digitale è il principale ‘potenziale di crescita’: c’è ancora tanto lavoro da fare in tutti i Paesi dell’UE. E le tecnologie abilitanti vanno dalla stampa 3D, alla robotica, all’intelligenza artificiale, al cloud… fino ad arrivare all’e-commerce. Tanto spazio quindi per crescere in questa transizione digitale che sarà sicuramente uno dei driver importanti del prossimo futuro. Altro elemento importantissimo è l’energia: il mondo dell’automazione è in piena transizione energetica, del resto la transizione energetica vera e propria sta impattando su tutti i settori industriali, e quindi anche sull’automazione. Sempre guardando il 2028 (secondo uno studio di Intesa San Paolo) si vede come energia, ricerca e sviluppo, software e ICT sono in grande crescita percentuale anno su anno, e se comparate al 2019 si hanno crescite che portano quasi a raddoppiare i valori degli investimenti in quelle aree. Quindi sicuramente transizione energetica e transizione digitale guideranno il mondo dell’automazione in Italia e non solo”. “Se consideriamo i dati Anie, più focalizzati sull’automazione, si vede come nel 2023, per la prima volta in Italia, il mondo della componentistica per la factory and process automation ha superato gli 8 miliardi di euro di fatturato. Con una crescita del 14%, il 2023 è stato certamente un anno particolare, che nel primo semestre vedeva numeri molto più positivi del secondo, dove si è avuto un certo rallentamento fisiologico. Il 2024, dopo 3 anni di grande crescita, una situazione geopolitica complessa, l’aumento del costo del denaro, l’attesa del decreto Transazione 5.0, che dovrebbe sbloccare gli investimenti, resta un anno di attesa, un anno un po’ rallentato che vede l’automazione leggermente in recessione. Certo i numeri non sono drammatici, ma sicuramente il 2024 non sarà un anno che replicherà le forti crescite che ci sono state dal 2021 in poi”. “L’Italia, da un punto di vista di automazione industriale, è come sempre spaccata in 2: Nord Ovest e Nord Est cubano la stragrande maggioranza del business, del giro d’affari del settore, così come hanno i clienti più importanti, costruttori di macchine che lavorano nei principali settori come meccanica, alimentare, packaging, logistica…. Insomma, credo comunque che al di là del 2024, anno di transizione, dai dati esca ottimismo per il futuro. Dobbiamo credere che ci possa essere un’evoluzione molto positiva nei prossimi anni. Abbiamo tematiche, driver molto forti che stanno comunque trascinando la nostra industria in una direzione positiva”.
La ricerca nell’ambito additive manufacturing
Durante la conferenza, Federica Bondioli, professore Ordinario di Scienza e Tecnologia dei Materiali, Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia (Disat), Politecnico di Tornio (www.polito.it), ha presentato l’altra faccia della medaglia, vale a dire la ricerca, attraverso il progetto Mics – Made in Italy Circolare e Sostenibile (www.mics.tech), un progetto finanziato dal ministero dell’Università e della ricerca dove collaborano università e aziende per risolvere le sfide legate al Made in Italy. “La nostra sfida è quella di accelerare l’innovazione attraverso la ricerca, grazie a una sinergia pubblico-privato, dove il privato deve spiegare le esigenze del mercato, dei consumatori e indirizzare la ricerca universitaria verso quei campi che sono fondamentali per procedere nell’innovazione”. “Una tecnologia che stiamo studiando è l’additive manufacturing e la nostra ambizione è quella di far sì che diventi una tecnologia abilitante per tutte le aziende del manifatturiero italiano, aiutandole a diminuire l’impatto ambientale dei loro processi. E per far sì che questa tecnologia, ancora così innovativa, possa essere utilizzata da tutte le industrie del manifatturiero italiano, ci sono ancora diversi aspetti che è necessario migliorare e validare. È necessario innanzitutto lavorare sui materiali: ad oggi l’additive manufacturing polimerico, metallico o ceramico sta utilizzando materiali sviluppati per altre tecnologie, e quindi è necessario sviluppare famiglie di materiali che siano invece specificatamente progettati per l’additive, possibilmente con un basso impatto ambientale, e quindi significa lavorare sull’utilizzo di scarti provenienti da altre lavorazioni, oppure utilizzare materiali biocompatibili o di derivazione bio rispetto a polimeri provenienti da fonti petrolifere. C’è ancora molto spazio per lo sviluppo delle tecnologie di additive manufacturing: si può lavorare sull’integrazione dello smart manufacturing e dell’additive manufacturing così da sviluppare piattaforme altamente sensorizzate che permettano un controllo in sito e in linea durante la produzione, in modo tale da arrivare a una produzione a zero difetti, che possa quindi migliorare l’efficienza, la produzione e diminuire l’impatto della tecnologia stessa. E già abbiamo i primi risultati: ricordo solo 2 progetti, uno di attrazione prevalentemente industriale, l’altro di attrazione più universitaria. Il primo progetto lo sta portando avanti Brembo che si è focalizzata sul risolvere il problema del particolato che deriva dal processo di usura del disco frenante. Con questo progetto si mira a ridurre le emissioni del sistema frenante fino al 65% rispetto alle soluzioni tradizionali. Grazie a un approccio di design, prodotto e tecnologia, si stanno sviluppando nuovi materiali che possano rivestire i dischi frenanti grazie a una tecnologia di additive manufacturing. Il secondo è un progetto ad attrazione universitaria che ha l’obiettivo di migliorare i processi di additive manufacturing con soluzioni per il monitoraggio in situ della produzione, così da ridurre la difettosità dei progetti stampati, diminuire gli scarti di processo e migliorare di conseguenza le performance dei materiali stessi”.
Mesago Messe Frankfurt – https://corporate.mesago.com
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