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novembre/dicembre 2015
prio queste qualità che hanno permesso ai più di soprav-
vivere alla crisi e che da sempre ci rendono competitivi in
tutto il mondo. La lunga crisi ha piuttosto spinto ancor
più a rafforzare queste qualità che sono poi tipiche del
prodotto italiano. Stiamo scrivendo la carta d’identità del
Made in Italy settoriale ed è proprio grazie a fattori come
la creatività, la continua innovazione dei prodotti, la ca-
pacità di essere flessibili e di ritagliare soluzioni su misura
che la maggior parte delle imprese italiane del settore ha
superato la crisi, ri-orientando di volta in volta la produ-
zione a seconda del periodo storico e delle opportunità
congiunturali offerte”.
Il livello di servizio al cliente delle nostre aziende come si
è evoluto negli ultimi tempi? E in che posizione si colloca
rispetto a quello che possono mettere in campo imprese
di altri Paesi?
“L’attenzione al cliente è sicuramente ai massimi livelli tra
le aziende che costituiscono il tessuto industriale italiano.
E non potrebbe essere altrimenti per imprese che fanno
della customizzazione il loro punto di forza: ascoltare le
esigenze dell’utilizzatore e lavorare di conseguenza è tra
i fattori che ci contraddistinguono dai principali competi-
tor mondiali. L’attenzione al cliente è un altro dei valori
che ci permettono di essere competitivi anche in Paesi
in cui la penetrazione nel mercato risulta più complessa.
Certamente la struttura dimensionale delle nostre im-
prese rende abbastanza delicata la gestione dell’assi-
stenza all’estero ma le nuove tecnologie ci vengono in
aiuto rendendo possibili quelle attività di supporto da
remoto che un tempo non erano disponibili”.
Citiamo da una presentazione di Federmacchine:’Comune
a tutti gli operatori italiani del settore è il principio se-
condo cui la tecnologia va condivisa, premessa indispen-
sabile alla comprensione delle più particolari esigenze di
utilizzo’. Ci vuole illustrare questo concetto?
“Il capitale umano e il know how delle persone che lavo-
rano nelle nostre fabbriche è qualcosa che dobbiamo cu-
stodire gelosamente perché deriva dalla tradizione e dalla
particolare, secondo i dati elaborati dal Gruppo statistiche
Federmacchine, il deciso incremento della produzione ri-
specchia il positivoandamentodei tredici settori che fanno
capo alla federazione e che hanno registrato, tutti, incre-
menti di fatturato. Nel 2014, la domanda di beni strumen-
tali in Italia, è tornata di segno positivo, registrando un
aumento del 10,8%a 17,3 miliardi. La ripresa del mercato
italiano ha premiato i costruttori che hanno visto crescere
il fatturato del 12,3%, a 10,6miliardi di euro”.
Si sono da poco concluse a Milano due fiere molto impor-
tanti: EMO e Itma, come ne valuta lo svolgimento, e che
segnali hanno dato?
“EMO Milano 2015, la mondiale dedicata all’industria
costruttrice di macchine utensili, robot e automazione, si
è rivelata edizione da record. La manifestazione ha regi-
strato 155.362 visite, in rappresentanza di 120 Paesi. Il 51%
delle visite sono state estere, così come il 60% dei 1.600
espositori sono stati stranieri. Numeri che dimostrano il
carattere internazionale della manifestazione che ha oc-
cupato 120mila m
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netti di superficie e ha raccolto la visita
di 400 giornalisti, 400 operatori di delegazioni ufficiali e
autonome e 4.040 studenti di istituti tecnici superiori. Allo
stesso modo grandissimo successo ha riscosso Itma 2015,
l’esposizione internazionale delle macchine tessili che si
è appena conclusa registrando 123.000 visitatori da 147
Paesi, il 20% di visite in più rispetto al 2011. Itma 2015 ha
impegnato 110mila m
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netti del quartiere di Fieramilano
e ha visto la partecipazione di quasi 1.700 espositori pro-
venienti da 46 Paesi stabilendo il record assoluto tra tutte
le Itma. Questo successo ha senza dubbio contribuito, in-
siemeaEMOMilano2015eaEXPO, al ‘risorgimento socio-
economico’ che sta vivendo il capoluogo lombardo e, di
riflesso, anche il nostro Paese”.
Anche per quanto riguarda i beni strumentali, i tratti sa-
lienti della nostra industria sono: innovazione, creatività
e flessibilità. Questi fattori sono usciti ‘ammaccati’ dalla
lunga crisi o sono stati l’antidoto per andare avanti?
“Ammaccati questi valori? No, assolutamente. Sono pro-