LUGLIO-AGOSTO 2015
Automazione Oggi 383
64
AO
TAVOLA ROTONDA
tiscano portabilità e interoperabilità dei servizi erogati. Occorre
sempre richiedere al fornitore di servizi cloud la garanzia che i
servizi cloud possano essere trasferiti su piattaforme di fornitori
differenti o che possano essere riportati all’interno dell’organiz-
zazione cliente con il minimo di impatto, evitando il rischio di
legarsi a un unico cloud provider ‘vendor lock-in’.
I requisiti di portabilità devono essere realizzati attraverso l’a-
dozione di standard di portabilità per il cloud che sono: per la
portabilità dei dati il Cloud Data Management Interface (Cdmi),
in grado di definire le tipologie di interfacce che le applicazioni
dovranno usare per creare, recuperare, modificare e cancellare
i data element su un cloud; per la portabilità dei sistemi l’Open
Virtualization Format (OVF), che definisce lo standard per la cre-
azione e la distribuzione delle macchine virtuali.
Francesco Tieghi:
Occupandoci di Security da diverso tempo,
non siamo molto preoccupati di come i data center più accre-
ditati trattano i dati delle aziende loro clienti. Molti sono anche
certificati ISO27000, ISO22301 ecc. Per dirla tutta, spesso i dati
e back up sono più sicuri in cloud che in azienda. In ogni caso
si può fare riferimento anche alle prescrizioni di CSA Cloud
Security Alliance: ad esempio è già disponibile il documento
dal titolo ‘Cloud Security Alliance Italy Chapter: portabilita,
interoperabilita e sicurezza applicativa’ disponibile anche sul
sito di CSA
(http://cloudsecurityalliance.it). Noi stessi, appog-
giamo i servizi che proponiamo ai nostri clienti su cloud provi-
der primari.
A.O.:
Come si valutano i fornitori?
Bruno Pierro:
La chiara definizione di contratti e SLA è impor-
tante e se si definisce un percorso di adozione del cloud, le prio
rità e i servizi che si vogliono utilizzare guideranno la scelta di
uno o più operatori. Il fornitore ideale è quello che riesce a sod-
disfare le esigenze di servizio del cliente, esistono diversi servizi
e ognuno di essi ha dei requisiti che vanno rispettati. Vendor,
system integrator, operatori e sviluppatori hanno tutti un ruolo
importante. Capendo la potenzialità di ogni attore in un mondo
in forte evoluzione, Cisco, un anno fa, ha deciso di creare un
Intercloud globale che potesse essere d’aiuto a partner e ser-
vice provider, permettendo loro di portare nuovi servizi cloud
sul mercato in modo più veloce grazie anche a un’ampia suite
di Cisco Cloud Services disponibili attraverso un marketplace
e un network globale composto da Cisco e dai data center dei
partner. Proprio perché la peculiarità di ogni singolo attore coin-
volto nel processo di implementazione del cloud è importante,
grazie a Intercloud, una strategia unica nel mercato, le aziende
potranno contare su una piattaforma cloud globalmente distri-
buita e altamente sicura e, non da ultimo, capace di supportare
i requisiti dell’Internet of Everything.
Cristian Randieri:
Sicuramente la regola base è quella che
prevede la selezione del fornitore più adeguato, quello cioè in
grado di dimostrare la propria capacità di fornire competenze,
processi e risorse che siano superiori a quelli interni. Ecco alcune
regole da seguire dettate dalla nostra esperienza.
Accertare l’affidabilità del fornitore prima di migrare sui sistemi
virtuali i propri dati più importanti, la quantità e la tipologia
delle informazioni che intendono allocare nella cloud, i rischi
e le misure di sicurezza. Valutare la stabilità societaria del for-
nitore, le referenze, le garanzie offerte in ordine alla confiden-
zialità dei dati e alle misure adottate per garantire la continuità
operativa a fronte di eventuali e imprevisti malfunzionamenti.
Valutare le caratteristiche qualitative dei servizi di connettività
di cui si avvale il fornitore in termini di capacità e affidabilità;
ovvero l’impiego di personale qualificato, l’adeguatezza delle
infrastrutture informatiche e di comunicazione, dalla disponibi-
lità ad assumersi responsabilità previste dal contratto di servizio
derivanti da eventuali falle nel sistema di sicurezza o a seguito
di interruzioni inattese di servizio. Privilegiare i servizi che favo-
riscono la portabilità dei dati: è consigliabile ricorrere a servizi
di cloud computing nelle modalità SaaS, PaaS o IaaS in un’ot-
tica di servizi basati su formati e standard aperti, che facilitino
la transizione da un sistema cloud a un altro, anche se gestiti da
fornitori diversi.
Informarsi su dove risiederanno concretamente i dati: sapere in
quale Stato risiedono fisicamente i server sui quali vengono al-
locati i dati è determinate per stabilire la giurisdizione e la legge
applicabile nel caso di controversie tra l’utente e il fornitore del
servizio. Ciò potrebbe rappresentare una limitazione per l’auto-
rità giudiziaria nazionale nel dare esecuzione a ordini di esibi-
zione, di accesso o di sequestro, ove sussistano i presupposti.
Fare attenzione alle clausole contrattuali. Una corretta e oculata
gestione contrattuale supporta sia l’utente, sia il fornitore nella
definizione delle modalità operative e dei parametri di valuta-
zione del servizio, oltre a individuare i parametri di sicurezza
necessari per la tipologia di attività gestita.
Francesco Tieghi:
Sinceramente, essendo anche noi fornitori
di servizi, ci asteniamo dal rispondere a questa domanda. Con-
tratti e SLA possono essere messi in relazione ai documenti e
standard rilasciati da organizzazioni e primarie agenzie italiane
e internazionali.
Richiamo ancora
quanto si può trovaresul sito di CSA, ma anche
Enisa, l’agenzia
europea per la Security Informatica, che ha un
suo documento
( www.Enisa.europa.eu ), come anche altri.
•
Foto tratta da http://pixabay.com/