LUGLIO-AGOSTO 2015
Automazione Oggi 383
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sede del cloud provider. I
servizi cloud stanno diven-
tando sempre più diffusi
e sono erogati oramai da
cloud di tipo diverso: pub-
blici, privati e anche ibridi.
Queste cloud devono po-
tersi connettere tra loro
e con i clienti in modo
intelligente per garantire
servizi di qualità elevata e
da scalare in maniera ef-
ficiente. Cisco ritiene che
alla base di tutto ciò ci
debba essere una rete in-
telligente e le tecnologie
in grado di connetterli. In
questo senso, Cisco Inter-
cloud Fabric consente di
distribuire servizi in modo
più efficiente e affidabile,
sia si tratti di servizi cloud
pubblici o privati destinati
a utenti situati in aree ge-
ografiche diverse sia di
servizi commerciali basati
su cloud pubblico di livello
aziendale. Un cloud privato può offrire l’IT as-a-service che con-
tribuisce a ridurre i costi, raggiungere nuovi livelli di efficienza e
introdurre nuovi e innovativi modelli aziendali. Cisco offre una
base davvero integrata per il cloud privato che include un’in-
frastruttura di ultima generazione che alloca in modo flessibile
risorse condivise, all’interno di un
data center e tra data center, e
una Cisco Intellingent Network che
offre all’utente un’esperienza coe-
rente e altamente sicura ovunque
possa trovarsi. Le organizzazioni
stanno adottando il cloud in tutte
le sue forme: è quanto emerge
dalla quarta edizione annuale dello
studio ‘Cisco Global Cloud Index
(2013-2018)’ realizzato per stimare
la crescita e il trend del traffico data
center globale basato su cloud. Se-
condo il rapporto, si assisterà a una
crescita continua e consistente
del traffico cloud, dei workload
cloud e dello storage cloud, con il cloud privato significativa-
mente maggiore del cloud pubblico. In termini numerici, nel
corso dei prossimi cinque anni il traffico data center triplicherà
e il cloud rappresenterà il 76% del traffico data center totale.
Insieme a un vasto ecosistema di partner, che continua ad am-
pliarsi, Cisco ha sviluppato una soluzione, denominata Cisco
Intercloud Fabric, destinata a consentire a qualsiasi tipologia di
utenza di combinare e spostare i workload tra i diversi cloud
pubblici e privati, a seconda delle esigenze, in modo semplice e
sicuro, mantenendo i criteri di rete e di sicurezza associati.
Cristian Randieri:
Il cloud pubblico prevede la fornitura di
servizi cloud a molteplici clienti in un ambiente virtualizzato,
basato su un’unica infrastruttura condivisa di risorse fisiche ac-
cessibili tramite una rete pubblica come Internet. In un certo
senso si contrappone alla definizione di cloud privato, che deli-
mita il bacino di risorse di computing sottostanti, creando una
piattaforma cloud distinta a cui può accedere solo un’unica or-
ganizzazione. In realtà la distinzione non è proprio così netta
tant’è vero che esistono pure i cloud ibridi. Sono una nuova for-
mulazione di cloud che sfruttano i cloud sia privati sia pubblici
per svolgere funzioni distinte all’in-
terno della stessa organizzazione. I
cloud ibridi nascono dall’esigenza
delle varie organizzazioni di incre-
mentare la propria efficienza uti-
lizzando servizi cloud pubblici per
tutte le operazioni non sensibili e
affidarsi al cloud privato esclusiva-
mente in caso di necessità, facendo
in modo che tutte le piattaforme
siano perfettamente integrate tra
loro. Esistono diversi modelli di
cloud ibridi che possono essere ap-
plicati in svariati modi: modello
integrato, diversi cloud provider
collaborano per fornire servizi sia
privati che pubblici; modello ibrido
completo, singoli cloud provider offrono un pacchetto ibrido
completo; modello misto, organizzazioni che gestiscono auto-
nomamente i propri cloud privati utilizzando e integrando nella
propria infrastruttura un servizio di cloud pubblico.
In un esempio pratico si potrebbe pensare a un’azienda che
adotti il cloud hosting ibrido per ospitare il proprio sito web di
e-commerce all’interno di un cloud privato, più sicuro e scala-
bile, adottando invece un cloud pubblico per ospitare il sito ve-
trina a favore di un maggiore risparmio economico. Infine esiste
anche il community cloud in cui l’infrastruttura su cui sono
installati i servizi cloud è condivisa da un insieme di soggetti,
aziende e organizzazioni, che condividono le stesse esigenze e
hanno uno scopo comune, come ad esempio potrebbero essere
i vari soggetti della pubblica amministrazione. L’infrastruttura
può essere gestita dalla comunità stessa, oppure da un fornitore
di servizi esterno.
Francesco Tieghi:
A volte non è semplice definire i confini tra
cloud pubblica e cloud privata. Proviamo infatti a pensare come
andremmo a definire il perimetro della nostra cloud privata: fini-
sce dove abbiamo messo il firewall di delimitazione della nostra
Intranet aziendale? E verso il campo, verso gli impianti, fino a
dove la spingiamo? E dove stanno tutti i dispositivi wireless e
mobili (tablet e smartphone) che accedono da remoto ai servizi
di email e condivisione dati della nostra organizzazione: dentro
o fuori? E i dati sono tutti dentro e solo ‘alcuni fuori’? Inoltre
sempre più spesso alcuni servizi (come mail, CRM, e oggi anche
gestione asset e manutenzione ecc.) sono in outsourcing, quindi
presso e gestiti da terzi, però ‘privati’/dedicati: in questo caso si
tratta di cloud privato? Ma questo vale parlando in generale, per
tutte le applicazioni ICT ‘gestionali’. Proviamo ad approfondire il
tema per le applicazioni industriali, quelle per intenderci dell’In-
Foto tratta da http://pixabay.com/
Bruno Pierro, service
creation and cloud
leader di Cisco Italia
nere
Cristian Randieri,
presidente e ceo
di Intellisystem
Technologies