Automazione_Oggi_370 - page 112

MARZO 2014
AUTOMAZIONE OGGI 370
112
AO
Tavola rotonda
grammabile attraverso uno smartphone, che con protocollo
NFC permette la trasmissione wireless dei parametri di con-
trollo del dispositivo stesso. “Allo stesso tempo, adottando le
giuste misure di sicurezza è possibile utilizzare questi disposi-
tivi per compiti di comando e controllo di impianti complessi di
produzione” conclude
Zannella
.
“La polverizzazione delle app è già oggi un problema, soprat-
tutto nel B2B” afferma
Primatesta
. “Il mercato degli sviluppa-
tori evoluti di app sta già correndo ai ripari, invitando le aziende
a riflettere in termini non di singole funzioni bensì di strategia
mobile a supporto dei processi aziendali. Nei prossimi 24 mesi
andrà consolidandosi un’offerta di app cosiddette ‘single tap’,
ovvero capaci di implementare in un unico oggetto molteplici
funzioni, interagendo con diversi sistemi informativi e adattan-
dosi al contesto con capacità camaleontiche, per esempio in
ragione della posizione geogra-
fica. Negli ultimi tempi ci siamo
dimenticati un po’ la parola ‘in-
tegrazione’ che nei prossimi 24
mesi, tramontato definitivamente
l’hype delle app social e B2C, tor-
nerà molto di moda”.
Introzzi
infine è “del parere che
la distinzione tra app e web non
esista. Ora è definita fondamen-
talmente dallo strumento tecno-
logico e dagli ambienti di lavoro
e programmazione che hanno li-
vellato tendenzialmente al basso
la complessità e l’utilità. Mi sem-
bra di cogliere una realtà dove
sempre più spesso, e con velocità
crescente, web e app stanno convergendo. A titolo esemplifi-
cativo si possono vedere le tecnologie di sviluppo dei portali
web mobile ready, di cui uno è ‘Entando’. Per questo credo fer-
mamente che la complessità e l’affidabilità delle applicazioni
crescerà e andrà a coprire anche applicazioni mission critical”.
Sicurezza sì, sicurezza no…
Le tecnologie ‘mobile’ implicano il problema della sicu-
rezza. L’automazione è un insieme di equilibri delicati:
l’utente industriale, lo sviluppatore, il gestore della rete
come ‘sentono’ il problema?
“Mi metto nei panni dello sviluppatore” risponde
Laganà
“e so
che esistono tanti tool/criteri di sicurezza che magari appesan-
tiscono strutture e costi e, probabilmente, non sono mai sicuri
abbastanza ma… qualcuno metterebbe le mani sul fuoco per
una cassaforte ultrasicura?! Nulla si può fare per questo utopi-
stico obiettivo: si può solo realizzare un progetto intelligente
che sconti questi rischi, creando le necessarie vie di fuga e
cercando semmai di identificare le intrusioni segnalandone il
rischio e prevedendo scenari difensivi”.
Secondo
Zannella
“il problema della sicurezza dei dati tocca
senza dubbio da vicino anche le tecnologie mobili, che non
sono esenti dalla necessità di preservare l’inviolabilità e la
riservatezza degli stessi, specie se relativi a processi di pro-
duzione dove le normative im-
pongono severi vincoli in questo
ambito. Va da sé che il problema
viene percepito dall’intera ‘filiera’
degli attori coinvolti, partendo
dall’utilizzatore industriale, che
pretende il rispetto dei più alti
livelli di integrità e sicurezza dei
dati relativi al processo, allo svi-
luppatore del software applica-
tivo, che a esse deve attenersi,
per arrivare fino al gestore della
rete, che deve fornire i sufficienti
strumenti di sicurezza relativi
al trasporto dati e alla stabilità
della comunicazione. Molto importante diventa quindi poter
disporre di appropriate infrastrutture di sicurezza per la scan-
sione dei dati, come firewall, web proxy e sensori di intrusion
prevention, nonché di un linguaggio delle policy molto avan-
zato, adatto a questa esigenza”. Per
Primatesta
“Il problema è
certamente sentito. Le nostre aziende di sviluppo impegnano
una percentuale crescente del tempo dedicato a un progetto
a valutare, implementare e testare gli aspetti di sicurezza delle
app e dei sistemi con cui queste interagiscono. Le tecniche di
test, in particolare, stanno subendo un forte cambiamento pro-
prio per la necessità di verificare la sicurezza in contesti opera-
tivi dinamici, in cui sono coinvolti
apparati molto eterogenei e con-
trollati da diverse entità”.
Introzzi
infine osserva come “La sicurezza
è chiaramente uno degli aspetti
critici, ma non necessariamente
legato al solo fatto di utilizzare
una app. Molta parte della sicu-
rezza è dipendente dalla ormai
piena interscambiabilità dei dati
tra ambienti e sistemi differenti.
Oltre a barriere tecnologiche e
strumentazione e tecnologie di
controllo, sono fondamentali
anche un’accurata formazione e
una migliore e più approfondita
cultura della sicurezza per atte-
nuare il rischio. Queste le strade da percorrere per affrontare il
problema a tutto tondo”.
Una rete ‘senza problemi’: mito o realtà?
Le app IoT hanno un bisogno fisiologico: un’infrastruttura
di rete stabile. Come lo si affronta? Quanto è sentito il pro-
blema e cosa si dovrebbe fare per una rete ‘a-problema-
tica’?
“Come è facile immaginare, la rapida diffusione di dispositivi
mobili costantemente connessi e il sempre più diffuso utilizzo
della rete come strumento per la multimedialità, non solo
point-to-point, ma anche in broadcasting e multicasting, da
un lato hanno fatto crescere esponenzialmente il bisogno di
Franco Zannella,
responsabile della
divisione Automazione
di Lenze Italia
Fulvio Primatesta,
responsabile Business
Implementation
di Superpartes
Massimo Introzzi
managing partner di
Made Investimenti
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