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alla cura; un passaggio che necessita

di Cloud computing, dell’intelligenza

umana e di grande preparazione, di un

‘medico’ che conosca prodotti, applica-

zioni e tecnologie”, conclude Di Monte

(Assofluid).

Il nodo delle competenze

Per cogliere appieno i frutti della

‘quarta rivoluzione industriale’ la fab-

brica 4.0 deve essere flessibile, intelli-

gente, connessa e integrata e le impre-

se devono prepararsi a fare un passo

in avanti non solo sulla tecnologia, ma

anche sul piano culturale. Perché?

“L’innovazione segue un’evoluzione

continua nel nostro settore, ciò che

sta subendo un cambiamento radicale

è l’approccio ‘culturale’ ai processi, il

modo di lavorare in fabbrica e dunque

anche le competenze di chi opera ne-

gli stabilimenti produttivi”, commen-

ta Carboniero (Ucimu). “Mutano le

mansioni e mutano le professionalità.

Per questo particolare attenzione Uci-

mu la rivolge al tema della formazio-

ne e del dialogo tra scuola e impresa

con l’obiettivo di rendere sempre più

aggiornati e aderenti alla realtà la-

vorativa i piani di studio degli istitu-

ti tecnici, delle scuole professionali e

degli ITS meccatronica, scuole di alta

formazione tecnica post diploma. Ma

non solo: fondamentale è il confronto

con le università che formano oggi gli

ingegneri di domani”. Anche secondo

Vecchio (Anie Automazione) “gli osta-

coli sono legati soprattutto alla man-

canza di competenze specifiche che

ancora oggi riscontriamo in coloro che

dovranno investire in Industria 4.0 ed

è su questo che anche a livello di asso-

ciazione dobbiamo puntare per dare

un servizio concreto al Paese in ottica

di uno sviluppo del nostro tessuto in-

dustriale che ci consenta di reggere la

pressione competitiva con il resto del

Mondo”.

“Le competenze sono il vero ‘fatto-

re abilitante’”, commenta Di Monte

(Assofluid). “Le nostre aziende stanno

investendo sia per implementare la

conoscenza dei propri operatori che

per assumere nuove figure in grado ad

esempio di analizzare e dunque ‘utiliz-

zare’ i Big data a loro disposizione”.

Nell’opinione di Servida (Anipla) “esi-

ste anche un problema di carenza di

competenze dei fornitori di tecnologie

e di sistemi, che spesso non riescono a

spiegare ai propri clienti le potenziali-

tà derivanti dall’adozione di soluzioni

industria 4.0-ready. E questo è tanto

più accentuato in Italia, dove il tessuto

industriale è costituito in larga misura

da PMI che, tipicamente, si rivolgono a

system integrator medio-piccoli”. Ed è

proprio per questo che i centri di com-

petenza previsti dal piano Industria 4.0

possono giocare un ruolo fondamen-

tale - in collaborazione con le associa-

zioni di categoria e tecnico-scientifiche

- nel divulgare la cultura industria 4.0.

“I centri di competenza devono offrire

un aiuto agli imprenditori per svilup-

pare applicazioni che siano realmente

funzionali all’attività aziendale. Un’al-

tra missione dovrebbe essere quella di

fare comprendere come il paradigma

industria 4.0 sia applicabile all’industria

manifatturiera sia delle produzioni di-

screte sia di quelle continue (proprie

dell’industria di processo). Ed è per que-

sta ragione che, nella loro costituzione

devono esserci anche competenze del

settore dell’industria di processo”.

@franco_canna