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ITALIA 4.0

dicembre 2016

Giancarlo Capitani

presidente di NetConsulting cube: “La

trasformazione digitale non ha ancora una valenza strategica nelle grandi

imprese italiane, se si pensa che il 45% del top management è mediamente

coinvolto nella definizione di una strategia e per il 26% di essi il

coinvolgimento è ritenuto basso”.

Roberto Lancellotti

Senior PArtner McKinsey & Company e

responsabile di Digital McKinsey in Europa: “Il 90% delle aziende ‘leader

digitali’ hanno integrato il digitale nei loro processi di pianificazione

strategica, e nel 65% dei casi dimostrano una tolleranza anche verso

iniziative con profilo di rischio più elevato”.

Alessandro Marin

Senior Managing Director di Accenture per la

divisione Technology per l’Iecg: “Nel Liquid Studio le aziende sperimentano

l’innovazione con workshop immersivi, realizzazione di prototipi e sessioni

di design thinking a loro dedicate, toccando con mano le tecnologie di

frontiera e l’applicazione concreta al loro business”.

industria, potenziare il sistema di for-

mazione e riqualificazione della forza

lavoro e supportare la digitalizzazione

delle imprese. Proprio su quest’ultimo

punto, qualche mese fa, Assinform sot-

tolineava che nei primi sei mesi del 2016

e nel mercato ICT, i segnali positivi han-

no prevalso sul rallentamento congiun-

turale. Le componenti più innovative,

che già avevano permesso l’anno scorso

di invertire un ciclo negativo, non sono

riuscite a sanare un ritardo da recupera-

re troppo ingombrante. L’accelerazione

sui tanti fronti dell’Agenda Digitale e il

varo dei programmi Industria 4.0 diven-

tano essenziali per riportarsi al passo,

e anche per stimolare un’evoluzione

del settore ICT che consenta al Paese

di contare stabilmente sul know-how

necessario. Nei primi sei mesi del 2016,

il mercato digitale italiano (informa-

tica, telecomunicazioni e contenuti) è

cresciuto dell’1,2% rispetto allo stesso

periodo dell’anno precedente, a 31.953

milioni di euro, lasciando intravedere

una crescita per l’intero 2016 dell’1,3%

a 65.759 milioni a fronte di una cresci-

ta 2015 dell’1% e di cali continui negli

anni precedenti. Queste le principali

evidenze numeriche dell’andamento

del mercato ICT in Italia per i primi sei

mesi del 2016, secondo le rilevazioni di

Assinform condotte in collaborazione

con NetConsulting cube.

Vincere il conservatorismo

Giancarlo Capitani, presidente di Net-

Consulting cube, ha recentemente di-

chiarato e messo in luce alcuni elemen-

ti che, da un certo punto di vista, sem-

brano rallentare questi dati sopracitati.

Nell’ambito della presentazione dello

studio ‘Il digitale in Italia nel 2016’, re-

alizzato da Assinform, Confindustria

Digitale, in collaborazione con NetCon-

sulting cube e il Politecnico di Milano,

ha evidenziato che siamo di fronte allo

“scenario di un Paese dove le imprese si

muovono con maggiore intensità, ma lo

stanno facendo a macchia di leopardo:

oggi le tecnologie digitali sono facili da

recuperare ma sono anche poco usate:

serve vincere il conservatorismo dovuto

a limitazioni di budget e alla mancanza

di cultura di gestione che non aiutano a

capire i vantaggi”. Sebbene già nel 2015

si fossero evidenziati segnali di inversio-

ne di tendenza con un aumento dell’1%,

il mercato digitale, nel suo complesso,

aveva avuto una spinta da quasi tutti

i comparti, tranne per i servizi di rete

delle telecomunicazioni che avevano

segnato un - 2,4%, mentre una spinta

positiva è arrivata dai servizi ICT, +1,5%,

software e soluzioni ICT +4,7%, disposi-

tivi e sistemi, +0,6%, contenuti digitali

e digital advertising a +8,6%. Tuttavia,

Capitani ha evidenziato come i segnali

positivi arrivino dalla qualità della do-

manda che ha generato una spinta sulle

componenti più innovative legate alla

trasformazione digitale. Nel 2016 stan-

no registrando delle crescite sostenute:

IOT +14,9%, Cloud +23,2%, BIG Data

+24,7%, piattaforme per il web +13,3%;

mobile business +12,3%, sicurezza

+4,4% e almeno sino al 2018. La digital

transformation è entrata nella testa dei

CIO delle grandi imprese italiane, ma ci

sono settori in cui la trasformazione ha

un effetto dirompente, come le TLC-me-

dia, le banche, le assicurazioni e i servizi-

trasporti. Nonostante questo, il grado

di coinvolgimento del top management

nella definizione di una digital strategy

è ancora medio basso. “Il grado di incer-

tezza in cui il top management si muove

in questo ambito è in mano ai CIO per

il quasi 51% ma subito dopo arriva il

marketing con quasi il 23%, tuttavia, la

trasformazione digitale non ha ancora

assunto una valenza propriamente stra-

tegica nelle grandi imprese italiane, se si

pensa che il 45% del top management è

mediamente coinvolto nella definizione

di una strategia e per il 26% di essi il gra-

do di coinvolgimento è ritenuto basso”,

spiega Capitani. Per la prima volta, tra il

2015 e il 2016, le imprese e i CIO si sono

rese conto che per accelerare la trasfor-

mazione digitale bisogna mettere mano

alle infrastrutture e al Parco applicativo.

Qualche suggerimento

Secondo recenti dichiarazioni rilasciate

da Roberto Lancellotti, Senior Partner

McKinsey & Company e responsabile di

Digital McKinsey in Europa, oggi alcune

aziende, per restare competitive, hanno

condotto una transizione verso il digita-

le e hanno lavorato su sei componenti:

“strategia e innovazione, customer deci-

sion journey, automazione dei processi,

organizzazione, tecnologia e analytics.

Non tutte le aziende devono lavorare sul-

le sei aree allo stesso modo, ma partire da

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