Una politica europea e nazionale per le materie prime

Le economie dell’Unione europea si trovano sempre più spesso fronteggiare nuove tensioni sul mercato delle materie prime, che rischiano di penalizzare l’industria tecnologicamente più evoluta. La reazione delle istituzioni europee e nazionali.

 
Pubblicato il 17 settembre 2024

Il contesto internazionale sempre più instabile ha reso ancora più evidente come le tensioni sul mercato delle materie prime critiche, essenziali per le attività industriai più strategiche, siano destinate a rimanere e, anzi, acuirsi. L’industria dell’UE si trova a fronteggiare il rischio che le materie prime diventino una leva che consenta elle economie extraeuropee più aggressive di perturbare la filiera di approvvigionamento, falsare la concorrenza e frammentare il mercato europeo.

Un recente documento dei Servizi e degli Uffici del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, dal titolo “Disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico”, illustra molto chiaramente la situazione: “L’UE dipende quasi totalmente dalle importazioni, e ciò la rende vulnerabile a significativi rischi di approvvigionamento. Essa acquista il 97% del magnesio dalla Cina; le terre rare pesanti, necessarie per i magneti permanenti usati nelle turbine eoliche e nei veicoli elettrici, vengono raffinate solo in Cina; il 63% del cobalto mondiale proviene dalla Repubblica Democratica del Congo, e il 60% di quest’ultimo è raffinato in Cina”. Il cobalto, per esempio, è un componente essenziale per la chimica delle batterie al litio più utilizzate.

 

La reazione delle istituzioni

Nella primavera del 2024, l’UE ha aggiornato la sua normativa in tema di gestione strategica delle materie prime, che in gran parte risaliva alla crisi delle terre rare e ai problemi generati da questa negli anni successivi.

Un regolamento dell’Unione Europea è un atto giuridico vincolante, che deve essere applicato in tutti i suoi elementi nell’intera Unione europea. Il più recente regolamento europeo in tema di materie prime strategiche, che si è configurato come atto del Parlamento e del Consiglio europei – EU 2024/1252 dell’11 aprile 2024, ha istituito un insieme di misure finalizzate a garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche e ha modificato e aggiornato tutti i regolamenti precedenti, che erano datati tra il 2013 e 2019.

Con questo recente regolamento, l’Unione si è data l’obiettivo di garantire ai Paesi membri un approvvigionamento più sicuro e sostenibile di gran parte delle materie prime particolarmente importanti e diverse da quelle energetiche e agricole. L’atto UE comprende degli elenchi di materie prime critiche, o CRM (Critical Raw Materials), che saranno aggiornati periodicamente con una classificazione che prevede anche una definizione specifica di “materie prime considerate strategiche”, che sono quelle cruciali per il funzionamento del mercato interno e per le transizioni verde e digitale. In sostanza, di 34 materie prime critiche elencate nel regolamento, 17 sono considerate anche strategiche.

In particolare, il regolamento UE si pone l’obiettivo di rendere l’industria più resiliente e meno dipendente da Paesi terzi, rafforzando le capacità dei membri dell’Unione in tutte le fasi della catena del valore, che comprendono estrazione, trasformazione e riciclaggio. In concreto, il regolamento UE chiede di identificare ‘Progetti strategici’, che potranno usufruire di agevolazioni amministrative e procedure semplificate, e di istituire a livello nazionale un ente di riferimento unico per facilitare e coordinare le procedure, comprese le valutazioni ambientali.

Per questo, in Italia è stato istituito presso il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (Mase) un Punto unico di contatto per il rilascio dei titoli abilitativi alla realizzazione di progetti di estrazione di materie prime critiche strategiche. Il punto unico di contatto stabilisce le modalità di presentazione delle domande di autorizzazione dei progetti, verifica la completezza delle domande e avvia il procedimento di rilascio dei titoli abilitativi.

Inoltre, il Punto unico nazionale di contatto non si limita alle attività dell’industria estrattiva, ma è attivo anche nell’ambito dei progetti di riciclo e trasformazione di materie prime, purché critiche o strategiche, che potranno avvalersi di una struttura unica di riferimento capace di accompagnare le imprese in tutto l’iter autorizzativo.

In pratica, gli enti locali e regionali non saranno più coinvolti nelle procedure autorizzative per le attività attinenti all’approvvigionamento di materie prime strategiche, con un iter semplificato e accentrato nella Direzione generale competente del Mase.

Jacopo Di Blasio



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