Tecnologie per il legno: brusca frenata nel II trimestre

Sul fronte interno: capacità produttiva limitata e ridotta disponibilità economica non facilitano l’acquisto di soluzioni a elevato contenuto tecnologico. Ecco i dati emersi dall’indagine di Acimall

Pubblicato il 27 luglio 2011

Pur tenendo conto delle necessarie differenze fra mercati esteri, più ricettivi e propensi agli investimenti, e industria domestica, statica e poco incline al rinnovamento degli impianti, Acimall, associazione costruttori italiani macchine e accessori per la lavorazione del legno, avverte che la ripresa del settore ha subito una brusca frenata nel periodo aprile-giugno 2011, dimostrandosi più in linea con il 2010 piuttosto che con un inizio 2011 decisamente più positivo. L’andamento è dovuto anche alla dimensione media delle imprese utilizzatrici italiane: capacità produttiva limitata e ridotta disponibilità economica non facilitano l’acquisto di soluzioni a elevato contenuto tecnologico.

Venendo ai risultati dell’indagine trimestrale curata dall’Ufficio Studi di Acimall, che, come sempre, coinvolge un campione statistico rappresentativo dell’intero settore, l’industria italiana delle macchine e degli utensili per la lavorazione del legno ha visto un aumento degli ordini dello 0,4% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Sono cresciuti del 15,6% le commesse dall’estero, mentre la domanda italiana si è dimostrata in forte contrazione (-31,5%). Nello stesso periodo il fatturato aumenta dell’1,4 per cento. Il portafoglio ordini si è mantenuto stabile attorno ai due mesi, mentre dall’inizio dell’anno i prezzi sono aumentati dell’1,4%.

L’indagine qualitativa vede il 30 per cento degli intervistati indicare un trend di produzione positivo, il 40 per cento propendere per una sostanziale stabilità, il 30 per cento dichiarare un calo. L’occupazione viene considerata stazionaria dal 77 per cento del campione e in diminuzione dal 23%. Le giacenze risultano stabili nel 53% dei casi, in diminuzione nel 27% e in crescita nel rimanente 20%.

L’indagine previsionale permette di dare un’occhiata alle dinamiche nel breve periodo: permane un discreto ottimismo per quanto riguarda i mercati esteri, mentre non ci sono segnali di un imminente rimbalzo della domanda interna. Il 40% del campione vede una crescita degli ordini da oltreconfine, il 53% si aspetta una situazione stazionaria, il restante 7% prevede un calo (il saldo è pari a 33). Il mercato interno sarà in contrazione per il 37% del campione, stabile per il 43%, in aumento per il 20% (il saldo è pari a meno 17).

“La situazione - ha commentato Ambrogio Delachi, presidente Acimall - non permette di pensare a una maggiore stabilità. La filiera del legno italiana versa ancora in condizioni difficili, se non critiche, e rimanda gli investimenti. Dall’estero arrivano, come sempre, le maggiori soddisfazioni, anche se qualche preoccupazione in più ci viene dalle incertezze che stanno accompagnando le scelte su Ice. È essenziale che il made in Italy possa contare su strumenti di sostegno adeguato, per un Paese in cui l’esportazione è una voce di fondamentale importanza”.

Acimall: www.acimall.com



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