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dicembre 2013
possibilità di fare acquisti su larga scala del-
lematerie prime - spiega Biraghi - in Cina e
in Asia il costo della manodopera è inferio-
remaAirTACha fattounpasso in avanti so-
fisticando il processodi industrializzazione”.
Nuovefiliali
In azienda si progettano aperture di nuove
filiali, Biraghi spiega che il primo Stato in cui
AirTAC aprirà una nuova sede sarà la Fran-
cia. “In Francia AirTAC è storicamente più
presente rispetto all’Italia. È lì che l’azienda
taiwanese posò la prima pietra in Europa
con l’aiutodi undistributore. Oggi abbiamo
quattro grossi clienti con i quali realizziamo
un discreto fatturato che seguiamo diretta-
mente attraverso un dipendente ATC Italia
che lavora sul posto e che sta sviluppando il
fatturato anche attraverso accordi con una
catena distributiva che si occuperà della ven-
dita dei nostri prodotti alla clientela medio
piccola. “Al momento, il fatturato non giu-
stifica ancora l’apertura di un nostromagaz-
zino, le spedizioni vengono gestite dall’Italia,
ma il mercato necessita di un riferimento
fisico quindi di un nostro venditore che
segua i clienti”, commenta. “Stiamo pun-
tando anche al mercato inglese attraverso
un nuovo ufficio commerciale in Inghilterra,
conunapersona che ci segua il nordEuropa
e inizi a creare una rete commerciale. Per la
Germania stiamomeditandodi aprire al più
presto una sede con annessomagazzino. In
Forza commerciale
Il messaggio che passa è: prodotto eu-
ropeo con prezzo asiatico e l’assillante
controllo dei livelli qualitativi sui singoli
componenti e sui prodotti finiti, verificato
attraverso l’utilizzo di controllo dimensio-
nale mediante l’utilizzo di telecamere per
la verifica dimensionale dei singoli com-
ponenti e di macchine automatiche ad al-
ta efficienza tecnologica ci permettono di
raggiungere standardqualitativi. I prodotti
difettosi al collaudo finale sono valutati
percentualmente in PPM (parti per milio-
ne); questoprocessodi controllogarantisce
ai nostri clienti un alto standard qualitativo
del prodotto. È un po’ questa la forza di
AirTAC, una forza che si esprime attraverso
una grossa capacità produttiva, politiche di
acquisto delle materie prime, alto livello di
industrializzazione dei processi produttivi;
questi ultimi automatizzati con l’utilizzo di
sistemi antropomorfi che assistono le mac-
chine CNC sulle linee. I controlli numerici
sonogestiti da una sala dove vi sonoopera-
tori che via computer tengonomonitorata
la produzione in ogni suo aspetto. Persino
l’usura degli utensili è controllata via tele-
camera. Siamo di fronte a tutta una serie
di fattori che consente all’aziendadi offrire
prezzi concorrenziali e politiche di sconto
aggressive. “I costi bassi in AirTAC sono
giustificati sia dalla produzione interna
sia dall’appartenenza a un Gruppo che ha
Spagna abbiamo pensato a una soluzione
differente - spiega il direttore generale - da
unaparte supportando commercialmente e
finanziariamente il distributore locale che, a
sua volta, ha aperto una collaborazione con
altri distributori e, dall’altra delocalizzando
il magazzino prodotti AirTAC in due punti
differenti di quel Paese: uno a Bilbao e uno
aMadrid inmododaessere tempestivi nelle
consegne”.Sulfuturospagnoloègiàpronto
per il 2014 un nuovo piano di sviluppo che
prevede, sempre con il master distributor
spagnolo, oltre alla assunzione di nuovi
funzionari commerciali, la collaborazione
commerciale con altri distributori, poiché il
mercato quindi il fatturato, è più polveriz-
zato. Il mercato dell’Est Europa è ritenuto
strategico per lo sviluppo commerciale di
ATC Italia, questa la ragione per cui è stato
siglato un accordo con un distributore russo
cherappresenteràl’azienda.
“Una collaborazione è stata siglata con un
importante gruppo polacco che ci aprirà
nuove opportunità commerciali soprattutto
nel settore automotive in paesi come la Re-
pubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Ucrai-
na, dovenonsiamoancorapresenti. Sono in
faseavanzatadi valutazionepossibili accordi
con strutture commerciali che, al momento,
rappresentano un marchio nostro concor-
rente, per sviluppare un comune business”.
Il capitolo Est Europa deve ancora essere
completato.
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