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MACHINE AUTOMATION 2014

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Passiamo ora al pharma. Che funzione esercita il laboratorio

packaging all’interno di Bayer Manufacturing?

Elena Piovosi:

Il laboratorio packaging analizza tutti i materiali di

confezionamento in ingresso, con analisi dimensionali, chimiche e

soprattutto del testo. Inoltre analizza tutti i prodotti finiti in modo

da dare al paziente un prodotto conforme alla registrazione.

InBayer avete avuto la necessità di migliorare le attività di con-

trollo del packaging. Come mai? Come avveniva in passato e

come avviene ora?

Elena Piovosi:

Tutti i testi dei materiali di confezionamento ven-

gono registrati presso i ministeri della salute dei vari paesi. Il testo

dei medicinali è importantissimo per il paziente.

Con la globalizzazione e quindi lo sviluppo dei poli industriali,

anche in Italia le aziende hanno cominciato a produrre per tutto

il mondo.

Il controllo dei testi multi-linguaggio dei materiali di confeziona-

mento è diventato sempre più importante e complesso.

In passato il controllo del testo veniva effettuato per confronto tra

standard (art-work) e campione, cancellando carattere per carat-

tere (controllo in doppio) e lamaggior parte dei testi era in italiano;

oppure per sovrapposizione tra blue film (negativo su lucido) e

campione.

I blue film erano erogati dai fornitori di

materiale di confezionamento e venivano

forniti dagli stessi fotocompositori che pro-

ducevano gli art-work. I testi da controllare

erano in numerose lingue.

Laboratorio packaging in Bayer effettua

circa 3.500 analisi dei testi all’anno e quindi

abbiamo avuto la necessità di ottimizzare

i tempi di analisi (sostituendo l’uso dei

blue film); modificare l’analisi del testo da

un punto di vista soggettivo a oggettivo;

aumentare la produttività delle analisi (un

analista non poteva effettuare il controllo

per più di 4 ore); aumentare il numero di

analisi; diminuire l’archivio pellicole; dimi-

nuire il costo delle analisi.

La soluzione era l’acquisto di un software che ci evidenziasse gli er-

rori presenti sul campione, utilizzando la sua sovrapposizione con

uno standard. E così abbiamo implementato un nuovo metodo

software.

Chi è stato coinvolto nel nuovo progetto e quali attività avete

dovuto attuare?

Elena Piovosi:

Il laboratorio packaging voleva implementare le sue

performance, rispettando comunque la compliance alle GMP. Ha

selezionato il fornitore/prodotto, analizzato i costi e i risparmi, ha

effettuato attività di project management, installato il sistema e il

test, training agli utilizzatori, process validation e procedure varie.

Il reparto IT doveva integrare il nuovo software nella struttura IT di

Bayer Manufacturing e ha dato supporto nella selezione del for-

nitore/prodotto, nell’implementazione hardware e software, nella

validazione del sistema e nell’uso giornaliero del sistema.

Il reparto QA doveva supportare la validazione del sistema e ha

eseguito la validazione delle funzionalità del sistema e l’esecuzione

della validazione del processo.

Con l’introduzione del nuovo software per il controllo dei testi

avete dovutomodificare inqualchemodo le linee di packaging

esistente?

Elena Piovosi:

Abbiamo cercato un software che si adattasse alle

nostre specifiche di materiali di confezionamento in modo da non

dover modificare le specifiche dei materiali e di conseguenza le

linee di confezionamento.

Quali difficoltà quindi avete dovuto superare?

Elena Piovosi:

La definizione del profilo (specifiche tecniche all’in-

terno del software) per l’analisi dei tubi e dei foil dovuta alle carat-

teristiche specifiche del materiale.

Quali sono i maggior risparmi che avete avuto?

Elena Piovosi:

Essenzialmente nei tempi analitici e risparmi eco-

nomici.

Si può parlare di un processo di successo?

Elena Piovosi:

Si, per quanto riguarda il laboratorio packaging

posso ricordare il risparmio nei tempi analitici, risparmi nei costi

d’analisi, ottimizzazione delle operazioni analitiche, analisi sog-

gettiva che diventa oggettiva, analisi molto veloce e affidabile,

facilità d’uso e soddisfazione degli operatori. Per il reparto IT: facile

inserimento del software nell’infrastruttura

IT, integrazione totale del software con gli

standard IT di Intendis Manufacturing. Per il

reparto QA: compliance totale del software

alle richieste GMP, e la completa aderenza

ai requisiti richiesti per la validazione.

Bayer ha linee di packaging in ogni

Paese o c’è un Paese che ‘confeziona’ per

tutti? Come si fa con i bugiardini? Ven-

gono stampati in più lingue?

Elena Piovosi:

Bayer ha parecchie fab-

briche in tutto il mondo, ma comunque

Segrate produce semisolidi per tutto il

mondo. I foglietti illustrativi utilizzano la lin-

gua del paese di vendita. Alcuni sono anche

in 3 o 4 lingue come ad esempio in Belgio.

In qualche modo i clienti hanno percepito questo cambia-

mento?

Elena Piovosi:

Ovviamente il cliente finale non si accorge di questo

controllo, ma noi siamo sicuri di dare al paziente un prodotto senza

errori gravi per esempio, uso interno o esterno oppure contenuto

di principio attivo 0.01% o 1%. Gli ispettori del ministero o FDA o

i clienti rimangono molto soddisfatti di questo tipo di controllo.

Il futuro di questa applicazione?

Elena Piovosi:

Già nel 2014 abbiamo implementato la stazione di

lavoro con uno scanner A0 in sostituzione dello scanner A2 (pos-

siamo effettuare anche analisi sui fogli di stampa), un altro scanner

A3 (scanner veloci) per non avere colli di bottiglia e l’introduzione

della firma elettronica nell’approvazione dell’analisi (per FDA è ri-

chiesta una validazione approfondita).

Per Il futuro devo lavorare con il fornitore per avere un campiona-

mento automatico sul braille box e poi vedremo.

Elena Piovosi, Bayer Manufacturing