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rmo

maggio 2016

STRATEGIE

L

aToscanaèuna regione conuna straordinariaeredità

artistica e culturale; a cominciare dagli etruschi, che

qui prosperarono ben prima di Roma, le testimonianze

coprono tre millenni di storia. Oltre al clima eccellente e al

buoncibo, l’area si fanotareancheper i robot: aPontedera

(in provincia di Pisa) sorge, all’interno del Polo Santa’Anna

Valdera, l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore

Sant’Anna, un’università pubblica a ordinamento speciale

attiva nel campo delle scienze sperimentali e sociali.

L’Istituto di BioRobotica, diretto dal prof. Paolo Dario, ha

sede in un edificio che un tempo era parte della fabbrica

Piaggio; è un moderno parco scientifico nel quale giovani

ricercatori esplorano nuove frontiere in campi totalmente

innovativi. La percentuale del personale in possesso di lau-

rea supera il 95 per cento. La Scuola è una vera e propria

incubatrice per nuove iniziative, con forti connessioni con

il mondo delle imprese. I servizi in cui l’Istituto eccelle, oltre

alla ricerca e sviluppo in aree di frontiera, sono: studi di

fattibilità tecnica per l’innovazione di prodotti e processi

industriali, analisi di mercato per nuovi prodotti, realizza-

zione di prototipi, progettazione di linee di produzione,

definizione di piani di ingegnerizzazione, assistenza nel

processo di implementazione di tutte le azioni necessarie

per l’avviamento di nuove imprese.

Integrare scienza e tecnologia.

Maria Chiara Car-

rozza, ex ministro e professore ordinario di Bioingegne-

ria, spiega: “Il tema di ricerca dell’Istituto è la Biorobotica,

che comprende numerose aree, tra cui la neuro-robotica.

Questa sviluppa nuove tecnologie protesiche e ortesiche

per l’assistenzae la riabilitazionemotoria, fortemente con-

nesseai sistemimuscoloscheletricoenervoso. Altri colleghi

ricercatori si occupano di nuove tecnologie robotiche per

la chirurgia, di robot bioispirati e umanoidi, di robotica as-

sistiva e ambienti intelligenti, di nuovi materiali e tecnolo-

gie robotiche ‘soft’, di interfacce neurali”.

Definire interdisciplinari le competenze di questi ricerca-

tori è quasi un eufemismo. Praticamente tutto lo scibile

scientifico è qui rappresentato; si lavora con macchine a

controllo numerico e a elettroerosione per microlavora-

L’investimento italiano in

ricerca e sviluppo si attesta

agli ultimi posti nella

graduatoria internazionale;

nonostante ciò, la qualità,

l’innovazione e la genialità

italiana nella robotica si

distinguono nel mondo.

Ecco il perché spiegato

dall’Istituto di BioRobotica

della Scuola Superiore

Sant’Anna

di Giancarlo Giannangeli

Un

salto

nel

futuro

della robotica