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meccatronica

approfondimenti

Settembre 2015

n

Automazione e Strumentazione

30

ad alta efficienza può portare ad un risparmio di

energia tale da consentire addirittura la riduzione

della taglia dei motori e degli azionamenti.

Spesso, una progettazione poco curata dal punto

di vista energetico porta a selezionare riduttori a

basso rendimento, come ad esempio i riduttori a

vite senza fine. Per applicazioni in cui il movi-

mento è privo di accelerazioni significative o di

sollecitazioni particolarmente gravose, questo

tipo di riduttore può sembrare la soluzione ideale,

sia per i suoi bassi costi che per la sua compat-

tezza. Ma una analisi più approfondita dimostra

che il guadagno iniziale è presto perduto in costi

di energia.

Un’ulteriore fonte di risparmio energetico si

trova nel funzionamento generatorico dei motori.

Ad esempio, nelle applicazioni di sollevamento:

durante la discesa dei carichi

il motore si trova

a funzionare da generatore

, assorbendo energia

dal carico per rallentarne la discesa.

In molti casi, questa energia viene dissipata su

apposite resistenze. In questo modo l’impianto

risulta semplice ed economico, se valutato solo

dal punto di vista del costo iniziale di acquisto.

È possibile però realizzare una soluzione molto

più razionale riutilizzando l’energia generata

dai motori in fase di frenatura. Ciò può essere

ottenuto in linea di principio in due modi:

- Collegando i bus in tensione continua dei drive

in modo da recuperare l’energia generata dagli

assi che si trovano in fase di frenatura per

cederla a quelli che funzionano da motore. L’u-

tilizzo di un unico modulo alimentatore con un

solo filtro di rete consente anche una riduzione

dello spazio occupato.

- Utilizzando un alimentatore che permetta di

rinviare in rete l’energia generata (il collega-

mento in questo caso si presenta come nella

figura che segue). Se gli assi sono tutti contem-

poraneamente in frenatura, non è infatti possi-

bile far ricircolare l’energia tra di loro.

Naturalmente occorre che l’

alimentatore

, oltre

ad essere in grado di re-immettere l’energia in

rete, assicuri adeguate caratteristiche di qualità

della forma d’onda e di sicurezza di connessione.

In particolare “la restituzione dell’energia in rete”

non deve essere effettuata con elevate distorsioni

armoniche THDI, tipiche di un 6-pulse AC drive,

bensì con moduli AFE che garantiscono distor-

sioni armoniche di corrente dell’ordine del 5%

massimo, tale da non creare disturbi e “stress elet-

tromeccanici” ad altre utenze.

L’impiego negli azionamenti di

componenti a bassa dissipazione,

come dei riduttori ad alta efficienza,

può ridurre il consuma di energia al

punto di consentire una riduzione

nella taglia dei motori

Molte applicazioni possono essere

rese più efficienti con il riutilizzo

dell’energia prodotta dai motori in

fase di frenatura

L’utilizzo di un unico modulo di alimentazione permette di

azionare un asse con l’energia recuperata da un altro

Se gli assi sono tutti in frenatura, l’energia può essere

recuperata con l’immissione in rete