test & measurement
approfondimenti
Luglio/Agosto 2015
n
Automazione e Strumentazione
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nell’impostazione della termocamera.
Per evidenziare anomalie termiche, e quindi
elettriche, è necessario che l’impianto sia in
esercizio e che stia assorbendo una sufficiente
quantità di energia, stimata in circa il 40% del
valore massimo.
Una analisi preliminare permette di verificare la
dimensione degli oggetti da analizzare permet-
tendo il
giusto posizionamento
della termoca-
mera in funzione del suo
IFOV
(Instantaneous
Field Of View) che determina la capacità dello
strumento di “vedere” e misurare la temperatura
di un punto all’interno di un termogramma.
Questo parametro sostanzialmente ci indica
quale è il dettaglio minimo visibile ad una certa
distanza (
cfr
►
figura 4
).
Il punto di partenza è una buona
messa a fuoco
termica
dove l’attenzione si sposta alla ricerca
del contrasto termico non sempre coincidente
con quello visibile (un quadro su una parete è
facilmente individuabile con una classica foto-
camera mentre diventa quasi indistinguibile con
una termocamera se ha raggiunto l’equilibrio
termico con il muro su cui è affisso). Essa è
necessaria per un efficace termogramma ed una
accurata lettura delle temperature. Le moderne
termocamere gestiscono modalità di funziona-
mento
automatiche e manuali
in cui la sinto-
nizzazione termica ovvero la scelta della giusta
scala di temperature è affidata allo strumento o
all’operatore.
Una prima e veloce ricerca di anomalia può
essere effettuata tramite una scansione in
modalità automatica. Una volta identificato un
sospetto punto di interesse è opportuno il pas-
saggio alla modalità manuale per selezionare i
dettagli da evidenziare tramite una opportuna
scala di colori e temperatura.
Nella
►
figura 5
si nota come il passaggio alla
sintonizzazione termica manuale permetta di
mettere in evidenza dettagli importanti (come la
connessione dell’isolatore) e allo stesso tempo
nascondere quelli di secondaria importanza
(come i cavi elettrici).
L’energia termica catturata dalla termocamera
può essere irradiata o riflessa dall’oggetto e
la discriminazione fra le due manifestazioni
è affidata all’esperienza e alla preparazione
dell’operatore. È quindi opportuno effettuare
l’ispezione cercando di
evitare
le fonti di ener-
gia che potrebbero influenzare la misura tramite
riflessione
(sole, fonti di calore vicine, corpo
umano). Non sempre però è possibile modifi-
care la configurazione ambientale: in questi casi
è suggerito cambiare posizione di ripresa per
allontanarsi dalla traiettoria della riflessione.
È buona norma effettuare delle ispezioni termo-
grafiche con un
angolo massimo di 45°
rispetto
alla perpendicolare al piano dell’oggetto (
cfr
►
figura 6
).
Figura 4 - IFOV pari a 1,5 mrad,
la dimensione del pixel a 1 m è
pari a 1,5 mm
Figura 5 - Sintonizzazione
termica automatica (A)
e manuale (B)
Figura 3 - Profilo termico di una
connessione trifase