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Efficiency & Environment - Ottobre 2017

Tavola rotonda

e che le metropoli consumano, già oggi, oltre il 50% dell’e-

nergia mondiale disponibile, mentre producono l’80% delle

emissioni di diossido di carbonio del pianeta. Questo ci pone

davanti a grandi sfide. Se pensiamo ad una città ‘smart’ in sen-

so energetico, pensiamo a città che adottino in larghissima

scala soluzioni come energia solare, termica e fotovoltaica,

sistemi di cogenerazione, pompe di calore, edilizia efficiente,

edifici ‘zero energy’, smart grid, reti di monitoraggio ambien-

tale e diffusione della raccolta differenziata. Siamo davanti a

un modello di business dalle molteplici implicazioni per l’e-

conomia reale, interessantissimo per molti imprenditori e fi-

nanziatori. Sarebbe follia non considerarlo un cospicuo asset

di lungo periodo, specie in un contesto economico globale

che fatica a decollare nuovamente e in uno ambientale che

richiede un’inversione di tendenza rapida e intelligente”.

In termini di efficienza energetica: una città intelligente che

deve avere molteplici ‘cervelli’ capaci di monitorare in tempo

reale i consumi per ridurre gli sprechi e migliorare l’efficienza

energetica di ogni abitazione è un obiettivo raggiungibile in

pochi anni o ancora lontano?

“Piuttosto che di molteplici cervelli informatici” ci spiega an-

cora

Porro

“noi vediamo la necessità di costituire un unico

serbatoio di informazioni intelligenti e di dati aggiornati in

tempo reale, che diano alle autorità cittadine la visione e le

chiavi per comprendere e gestire un ecosistema complesso,

rendere sostenibile il patrimonio energetico presente e svi-

luppare intelligentemente il futuro. Solo un approccio ampio

e ‘informato’ potrà portare grandi benefici all’ambiente, con-

sentire una riduzione di costi e portare una radicale diminu-

zione degli sprechi in ambito domestico, commerciale e in-

dustriale. Penso a una piattaforma che acquisisca e gestisca

dati dall’ambiente e ad autorità cittadine che sperimentino

virtualmente nuovi insediamenti urbani, immaginando con

la realtà virtuale dove e come potranno vivervi le persone e

come potrà avvenire l’ottimizzazione dei consumi energetici

prima di investire massicciamente e realizzarli fisicamente.

Già oggi le città cominciano ad apprezzare realmente il va-

lore dei dati e a chiedersi come poterli utilizzare al meglio.

L’esempio più avanzato lo vediamo a Singapore, dove Das-

sault Systèmes ha avviato con le

autorità cittadine all’ambizioso

progetto ‘3DexperienCity’. Abbia-

mo creato con loro un modello

iperrealistico della città costan-

temente alimentato con dati reali

istantanei su densità della popo-

lazione, traffico, tempo, consumi

energetici e riciclo. Questo dina-

mico ‘gemello digitale’ aiuta i re-

sponsabili a migliorare la qualità

della città, in senso ‘smart’, step

by step. Ma dobbiamo conside-

rare che Singapore è un contesto

ideale, molto distante dalle nostre

città: ha dei confini molto chiari,

quelli del mare; ha accumulato 15 anni di dati; è praticamen-

te una città-stato, con budget indipendente e adeguato. In

Europa abbiamo invece uno scenario politico ed economico

di emissioni nocive,

diminuire l’inquina-

mento, i rifiuti, ren-

dere più efficiente un

servizio; in senso più

ampio, ci consente

di conciliare i criteri

economici con i va-

lori sociali e di cre-

scita, promuovendo

comportamenti re-

sponsabili e uno spi-

rito di innovazione.

Non va sottovalutato

che, scegliendo tec-

nologie basate su standard e orientate all’inte-

roperabilità, una smart city ha la possibilità di

fare investimenti di lungo periodo, che durino

nel tempo. Tutto questo presuppone una nuo-

va definizione di Smart City che, nella visione di

Paradox Engineering, è un grande sistema che

mette in comunicazione persone e organizza-

zioni, abilitando ogni tipo di attività pubblica

o privata attraverso una pluralità di applicazio-

ni, come la distribuzione di energia, i trasporti,

l’illuminazione. In questa città dinamica, i dati

sono la risorsa chiave per progettare e miglio-

rare qualsiasi servizio: attraverso il paradigma

dell’Internet of Things, possiamo infatti trasfor-

mare gli oggetti che sono sparsi sul territorio -

lampioni, contatori, cassonetti dei rifiuti, stalli

di parcheggio, telecamere - in dispositivi intel-

ligenti, connessi in rete e capaci di trasmette-

re informazioni ed eseguire comandi. Da qui la

possibilità di monitorare e gestire i servizi urba-

ni da remoto, con una regia integrata che vada

oltre il raggiungimento di obiettivi meramente

economici per dare vita a città sempre più vive,

gradevoli, sicure e sostenibili”.

“Guardando alle nostre città europee ed italia-

ne” afferma

Guido Porro

, managing director di

Dassault Systemes

(

www.3ds.com/it )

- vediamo

un enorme patrimonio storico di edifici e co-

munità da sostenere, dotandole di tecnologie

appropriate per gestire l’energia e le questioni

ambientali coerentemente con le loro storie. A

queste realtà occorrerà poi sovrapporre nuove

abitazioni, nuovi servizi e aree commerciali,

spazi verdi che contribuiscano alla riduzione

dell’inquinamento. Progettare, sviluppare e or-

chestrare un ambiente così complesso richie-

de conoscenze e competenze specifiche: una

base ampia, attendibile e dinamica di informa-

zioni, e poi strumenti e professionalità per ela-

borarle in modo mirato e predisporre una pia-

nificazione accurata dei nuovi insediamenti.

È stato stimato che entro il 2020 la popolazio-

ne urbana conterà circa il 75% di quella totale

Guido Porro,

Dassault Systemes

Julia Arneri Borghese,

Paradox Engineering