Table of Contents Table of Contents
Previous Page  29 / 52 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 29 / 52 Next Page
Page Background

L’energia da fonti rinnovabili:

i sistemi di accumulo

zolfo. Per gli impianti più piccoli la gara invece è tra ioni di

litio e sodio-nichel. Bisognerà poi vedere quale costruttore

riuscirà a proporre un prodotto non solo competitivo sul pia-

no economico, ma capace anche di offrire una certa gamma

di servizi: come fare da back-up, oppure realizzare un taglio

dei picchi di domanda per evitare di dover installare una po-

tenza contrattuale più alta, oltre a spostare semplicemente

un po’ di energia dal giorno alla notte. Applicazioni che, se

giocate assieme, rendono interessante l’investimento in un

sistema di accumulo, altrimenti sconveniente. In ogni caso,

nel panorama sia italiano sia estero, con le rinnovabili non

programmabili sempre più protagoniste, lo storage è una ne-

cessità impellente.

I cambiamenti

Ma quali sono i cambiamenti avvenuti nel quadro della pro-

duzione e della distribuzione di energia elettrica, che rendo-

no così importante poter accumulare energia?

L’8 maggio scorso a Milano, al ‘The Innovation Cloud’, si è

svolto un convegno dal titolo ‘Lo storage di elettricità e l’in-

tegrazione delle rinnovabili nel sistema elettrico’, chairman

del convegno l’ingegner Luigi Mazzocchi, di RSE (Ricerca sul

Sistema Energetico). “L’esigenza di disaccoppiare in qualche

misura la produzione di elettricità dal suo consumo” spiega

Mazzocchi “c’è sempre stata, ma è molto aumentata con l’im-

missione in rete di grandi quantità di energia da fonti rinno-

vabili non programmabili. Oggi abbiamo circa 25 mila MW di

potenza installata tra eolico e fotovoltaico: tanto da pareg-

anche per le tecnologie più convenienti come

pompaggi e aria compressa, ha tempi di ritorno

dell’investimento piuttosto lunghi: dai 10 ai 20

anni. Bisognerebbe scegliere tra un beneficio

di natura energetico-ambientale e i costi che

invece si riversano sugli acquirenti di energia

elettrica. In attesa che le normative trovino il

giusto equilibrio, come pure i produttori e i ge-

stori di energia, gli esperti dicono che andreb-

be sfruttata meglio la flessibilità offerta da quel

che rimane in servizio del parco termoelettrico

e idroelettrico esistente, ad esempio premian-

do questi impianti per i servizi offerti. Qualcuno

ha proposto un capacity payment applicato in

maniera selettiva, che remuneri maggiormente

gli impianti con più capacità regolante. Ci sono

tuttavia ambiti in cui i sistemi di accumulo in-

contrano minori difficoltà, ed è quello dei pic-

coli e medi produttori di energia rinnovabile,

perché riescono a ottimizzare l’autoconsumo

per migliorare il bilancio economico dei propri

impianti. In questo caso le tecnologie proponi-

bili per impianti rinnovabili di piccola e media

taglia sono fondamentalmente tre: le batterie

al litio, quelle ad elettrolita circolante, ossia le

redox, al vanadio, e infine quelle al sodio ad alta

temperatura. Per grandi potenze, sopra la deci-

na di MW, è adatta anche la tecnologia sodio-