L’energia da fonti rinnovabili:
i sistemi di accumulo
zolfo. Per gli impianti più piccoli la gara invece è tra ioni di
litio e sodio-nichel. Bisognerà poi vedere quale costruttore
riuscirà a proporre un prodotto non solo competitivo sul pia-
no economico, ma capace anche di offrire una certa gamma
di servizi: come fare da back-up, oppure realizzare un taglio
dei picchi di domanda per evitare di dover installare una po-
tenza contrattuale più alta, oltre a spostare semplicemente
un po’ di energia dal giorno alla notte. Applicazioni che, se
giocate assieme, rendono interessante l’investimento in un
sistema di accumulo, altrimenti sconveniente. In ogni caso,
nel panorama sia italiano sia estero, con le rinnovabili non
programmabili sempre più protagoniste, lo storage è una ne-
cessità impellente.
I cambiamenti
Ma quali sono i cambiamenti avvenuti nel quadro della pro-
duzione e della distribuzione di energia elettrica, che rendo-
no così importante poter accumulare energia?
L’8 maggio scorso a Milano, al ‘The Innovation Cloud’, si è
svolto un convegno dal titolo ‘Lo storage di elettricità e l’in-
tegrazione delle rinnovabili nel sistema elettrico’, chairman
del convegno l’ingegner Luigi Mazzocchi, di RSE (Ricerca sul
Sistema Energetico). “L’esigenza di disaccoppiare in qualche
misura la produzione di elettricità dal suo consumo” spiega
Mazzocchi “c’è sempre stata, ma è molto aumentata con l’im-
missione in rete di grandi quantità di energia da fonti rinno-
vabili non programmabili. Oggi abbiamo circa 25 mila MW di
potenza installata tra eolico e fotovoltaico: tanto da pareg-
anche per le tecnologie più convenienti come
pompaggi e aria compressa, ha tempi di ritorno
dell’investimento piuttosto lunghi: dai 10 ai 20
anni. Bisognerebbe scegliere tra un beneficio
di natura energetico-ambientale e i costi che
invece si riversano sugli acquirenti di energia
elettrica. In attesa che le normative trovino il
giusto equilibrio, come pure i produttori e i ge-
stori di energia, gli esperti dicono che andreb-
be sfruttata meglio la flessibilità offerta da quel
che rimane in servizio del parco termoelettrico
e idroelettrico esistente, ad esempio premian-
do questi impianti per i servizi offerti. Qualcuno
ha proposto un capacity payment applicato in
maniera selettiva, che remuneri maggiormente
gli impianti con più capacità regolante. Ci sono
tuttavia ambiti in cui i sistemi di accumulo in-
contrano minori difficoltà, ed è quello dei pic-
coli e medi produttori di energia rinnovabile,
perché riescono a ottimizzare l’autoconsumo
per migliorare il bilancio economico dei propri
impianti. In questo caso le tecnologie proponi-
bili per impianti rinnovabili di piccola e media
taglia sono fondamentalmente tre: le batterie
al litio, quelle ad elettrolita circolante, ossia le
redox, al vanadio, e infine quelle al sodio ad alta
temperatura. Per grandi potenze, sopra la deci-
na di MW, è adatta anche la tecnologia sodio-