Table of Contents Table of Contents
Previous Page  25 / 52 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 25 / 52 Next Page
Page Background

25

Efficiency & Environment - Ottobre 2017

Recupero e smaltimento dei materiali esausti

raccolto da 8 Paesi: Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia,

Polonia, Spagna, Paesi Bassi e Svezia. L’Italia è il quarto Paese

per immesso sul mercato (il 12% del totale europeo) e per

raccolta (l’11% del totale europeo). Per quanto riguarda gli

accumulatori al piombo acido, quelli industriali e quelli per

veicoli, le batterie di avviamento per veicoli rappresentano

circa l’83% in peso dei rifiuti raccolti, mentre il restante 17% è

relativo ad accumulatori industriali, come quelli presenti nei

gruppi di continuità, nei carrelli elevatori e nelle auto elettri-

che o a trazione ibrida. Nello specifico, nel 2017 sono state

raccolte 159.722,698 tonnellate di accumulatori al piombo di

cui 132.626,168 tonnellate per veicoli. Pile e accumulatori,

suddivisi in portatili, industriali e per veicoli, alimentano il

mercato del recupero per i loro componenti, quali ferro, zin-

co, nichel, manganese, litio, piombo, cadmio e mercurio. È il

piombo però a trainare più di tutti l’industria del recupero di

pile e accumulatori esausti. La spinta decisiva alla raccolta

di batterie e accumulatori è stata data dalla Direttiva Euro-

pea 2006/66/CE che ha fissato dei paramenti e degli obiettivi

per minimizzare l’impatto di questi prodotti sull’ambiente,

recepita in Italia con Decreto Legislativo 188 del 20 novem-

bre 2008 in cui si fissano le regole per la corretta gestione di

questi rifiuti. Tra le direttive introdotte la responsabilità del

produttore nel dover finanziare e organizzare un sistema di

raccolta separata e di riciclo di pile e accumulatori portatili,

e l’organizzazione del Centro di Coordinamento Nazionale

Pile e Accumulatori (Cdcnpa) che ha come scopo il coordi-

namento dei soggetti operanti sul territorio.

Un bene prezioso: l’olio esausto

La filiera nazionale di raccolta degli oli minerali esausti è tra i

pionieri della gestione degli scarti: negli ultimi anni ha sapu-

to trasformare i ‘rifiuti’ in un’eccellenza unica in Europa por-

incentivando il recupero dei materiali e la

loro reintroduzione nel sistema econo-

mico. Il completamento del passaggio

a un’economia circolare comporta

però ulteriori cambiamenti: dalla

progettazione dei prodotti fino

alla modalità di consumo, pas-

sando per inediti modelli di

impresa, nonché lo studio e la

realizzazione di nuovi metodi

di trasformazione dei rifiuti in

risorse. Anche la normativa

vigente dovrà essere rivista in

un’ottica di semplificazione e

coerenza. Infine, è necessario

stimolare ancora di più la crea-

tività delle imprese, in particolare

in termini di eco-design, durata dei

prodotti, gerarchia nella gestione dei

rifiuti, e investire in ricerca e sviluppo.

Per completare il processo di migrazione

verso l’economia circolare, lo scorso luglio, il

Ministero dell’Ambiente ha aperto la consulta-

zione sul documento ‘Verso un modello di eco-

nomia circolare per l’Italia’. Questo definisce un

inquadramento generale dell’economia circo-

lare e il posizionamento strategico del nostro

Paese sul tema, in continuità con gli impegni

adottati nell’ambito dell’Accordo di Parigi sui

cambiamenti climatici, dell’Agenda 2030 delle

Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, in sede

G7 e nell’Unione Europea.

La responsabilità delle imprese

Con l’economia circolare è stato introdotto an-

che il concetto di responsabilità estesa del pro-

duttore (EPR - Extended Producer Responsibility),

formalizzata in diverse direttive europee e defi-

nito dall’Ocse come una strategia di protezione

ambientale dove la responsabilità del produttore

è estesa anche alla fase post-consumo. In sintesi,

oltre a progettare e costruire secondo le norme

vigenti, vendere nel rispetto della concorrenza,

garantire un’idonea manutenzione, con il princi-

pio dell’EPR, il produttore deve anche farsi carico

del prodotto una volta che questo è giunto a fine

vita, con l’obbligo di raggiungere determinate

percentuali di recupero e riciclo dei materiali.

Ciò significa anche applicare strategie di ecode-

sign per favorire il riciclo e il reinserimento dei

prodotti realizzati nel mercato.

Il valore del piombo di pile

e accumulatori

Ogni anno vengono immesse sul mercato eu-

ropeo circa 800.000 tonnellate di batterie per

auto, 190.000 tonnellate di batterie industriali

e 160.000 tonnellate di pile portatili (di cui 30%

ricaricabili). L’80% di queste viene prodotto e

La Circular Economy degli oli usati gestiti dal Coou nel 2015