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approccio che potrebbe generare logiche

di mercato ‘drogate’, incapaci di innescare

reali effetti virtuosi.

Alberto Griffini

:

La Legge Calenda su In-

dustry 4.0, contenuta nella recente Legge

di Bilancio, rappresenta un contributo

importante da parte del Governo alla mo-

dernizzazione inottica 4.0 dell’industria ita-

liana. Dopo una fase inizialmente confusa,

il perimetro di applicazione della Legge e i

benefici fiscali legati a iper e superammor-

tamento sono sono stati definitivamente

chiariti. L’aspetto critico è l’orizzonte tem-

porale, attualmente fissato al 30 giugno

2018, che rischia di generare una corsa

precipitosa all’acquisto di macchine o altre

tipologie di soluzioni entro la scadenza

prevista, causando una successiva fase di

ristagno del mercato, senza consentire alle

aziende di grandi dimensioni di program-

mare l’investimento secondo i necessari

tempi tecnici di pianificazione. Per que-

sta ragione sarebbe stato auspicabile un

periodo di incentivazione più lungo, di

almeno tre anni, per garantire un impulso

più ampio in cui svariati settori industriali

possano ammodernare i propri sistemi se-

condo l’ottica della fabbrica ‘digitale’.

Claudio Valtorta

:

Il rilancio degli investi-

menti, molto stagnanti dopo anni di crisi,

costituisce certamente un’‘iniezione’ rico-

stituente per molte imprese, che vedono

finalmente l’occasione di riproporsi sul

mercato, soprattutto a livello internazio-

nale, con nuove opportunità e prodotti più

avanzati. Gli effetti benefici si vedono so-

prattutto nel rafforzamento delle aziende

ai vertici nei rispettivi settori, che in realtà

non hanno mai smesso di investire per

difendere la loro posizione sul mercato.

Riteniamo che il Piano Industria 4.0 possa

produrre un interessante ‘effetto cascata’,

che agisca su alcuni comparti, in partico-

lare su quelli dedicati alla realizzazione di

macchinari e strumenti produttivi tecno-

logicamente avanzati. Gli investimenti nel

settore della meccanica puntano essen-

zialmente in questa direzione, con l’obiet-

tivo di aumentare la produttività e ridurre

il costo del lavoro, rendendo quindi più

competitivi i prodotti italiani sui mercati

internazionali. L’automazione sempre

più spinta tende comunque a scavare un

solco tra chi investe significativamente e

chi invece rimane fermo, in attesa di tempi

migliori, che poi non verranno se non si

agisce allineando la propria impresa alle

evoluzioni di mercato. Il rischio che ne de-

riva è la scomparsa dal mercato di quelle

realtà produttive che hanno vissuto di

posizioni di rendita e di nicchia senza ade-

guarsi alla mutata realtà produttiva.

Massimo Bartolotta

:

Il Piano Industria 4.0

rappresenta senza dubbio una grossa

spinta verso la trasformazione tecnolo-

gica dell’industria italiana. L’elemento

davvero positivo è il fatto che il Piano

si rivolge a tutti gli attori del manifattu-

riero: non è solo il cliente finale a essere

stimolato, mediante misure come super

e iperammortamento e Nuova Sabatini,

bensì anche il costruttore di macchine,

attraverso la misura del credito d’imposta

per Ricerca&Sviluppo, che premia i co-

struttori che decidono di fare innovazione

in chiave Industria 4.0. Il fornitore di com-

ponenti dovrà quindi preoccuparsi di pos-

sedere nel proprio portafoglio prodotti

soluzioni in grado di mettere costruttore e

cliente finale nelle condizioni di rispettare

i requisiti richiesti e sfruttare così i bene-

fici offerti. Il Piano promuove inoltre in-

frastrutture di rete sicure e una maggiore

collaborazione alla definizione di standard

di interoperabilità internazionale, oltre a

creare competenze e stimolare la ricerca

mediante percorsi formativi ad hoc e dif-

fondere la conoscenza, il potenziale e le

GIUGNO-LUGLIO 2017

AUTOMAZIONE OGGI 399

Claudio Valtorta, MHT

Alberto Griffini, Mitsubishi Electric