GIUGNO-LUGLIO 2017
AUTOMAZIONE OGGI 399
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bilito un flusso continuo dei dati tra i di-
versi livelli di comunicazione, è possibile
effettuare un’analisi delle informazioni
raccolte. I dati ottenuti, o Big Data, pos-
sono essere ulteriormente analizzati at-
traverso le nuove tecnologie, per porre
le basi per la gestione di smart factory. Il
cloud permette di memorizzare Big Data
per periodi di tempo più lunghi, rendendo
i dati accessibili a terze parti come partner
e data analyst. Un elemento di criticità po-
trebbe essere costituito dalla cyber-secu-
rity. Tuttavia, un adeguato approccio alla
sicurezza informatica, dal componente di
automazione al cloud, unito ai più alti li-
velli di sicurezza per il cloud data center,
minimizzano il numero di potenziali punti
deboli e forniscono le basi per una piatta-
forma affidabile.
Mazza
:
In realtà il mondo IT parte un po’
in rincorsa su questi temi: vediamo molto
più pronti e reattivi i player che arrivano
dal mondo dell’automazione, in tutte le
sue componenti. Sicuramente per la co-
noscenza più approfondita del comparto
e anche per la possibilità di accedere alla
loro base di clienti partendo dagli interlo-
cutori giusti, dal direttore di produzione,
al direttore della logistica e via dicendo.
Quello che vediamo all’orizzonte è una
crescente interazione dei due mondi e
immaginiamo si configurerà una mappa
di partnership e collaborazioni tra i grandi
player dei due settori.
Vicenzi
:
Per vendor e operatori del com-
parto IT vi sarà un mercato nuovo da ap-
procciare, che si amplierà ulteriormente e
che richiederà la specializzazione di nuove
risorse tecniche e commerciali competenti
e capaci di dialogare con i manager degli
ambienti di produzione. La trasforma-
zione digitale in atto e il Piano Industria 4.0
funge da vero e proprio acceleratore per
tutte quelle attività che contribuiscono a
indirizzare al meglio le esigenze di busi-
ness che le imprese devono affrontare e
vincere, cambiando i processi in ufficio,
negli ambienti di produzione, nella stessa
vita privata. Personalmente penso che la
trasformazione digitale sia appena iniziata
ed entro il 2020 scopriremo e conosce-
remo tante interessanti novità.
Tieghi
:
L’avvento del cloud e soprattutto
del SaaS (Software as a service) nelle ap-
plicazioni di automazione è certamente
il risultato dell’avvicinamento al mondo
industriale delle grosse compagnie IT:
l’idea è che, se anche la diretta supervi-
sione ancora per qualche tempo risiederà
sull’impianto, tutte le attività di storage e
analisi migreranno su altri sistemi con ri-
sultati eclatanti. Era prevedibile che ‘dare
in pasto’ i dati a chi si occupa di analiz-
zarli da anni avrebbe innalzato il livello
delle applicazioni OT. E infatti il mercato
delle piattaforme di analisi e reportistica
sta sempre più spostandosi su cloud e la
visualizzazione dei dati su dispositivi mo-
bili; stesso discorso per quanto riguarda
la storicizzazione del dato, per la quale
l’utilizzo della nuvola offre prestazioni ed
elasticità non raggiungibili con l’utilizzo
di server fisici. Per quanto riguarda le criti-
cità, probabilmente tra qualche anno ver-
ranno create delle divisioni ad hoc anche
dai big player IT, ma al momento quello
che si vede è un approccio un po’ troppo
generalista da parte di queste società, che
mirano ad accordi globali con i loro clienti,
salvo poi delegare lo sviluppo della parte
OT dei progetti di digitalizzazione a terze
parti, società che non hanno la stessa ‘po-
tenza di fuoco’.
Bubani
:
Riferirsi alla digitalizzazione dei
processi industriali con il suffisso 4.0 ac-
canto a Industry potrebbe trarre in in-
ganno, focalizzando l’attenzione su una
sorta di upgrade secondo cui in un preciso
momento tutto quanto si trova prima è In-
dustry 3.0 e tutto ciò che viene dopo di-
venta Industry 4.0. In realtà non è proprio
così: si tratta di una trasformazione, anche
rivoluzionaria, ma graduale. A prescindere
dalla terminologia preferita, quando pen-
siamo alla digitalizzazione dei processi ci
riferiamo all’incontro di due mondi, en-
trambi maturi e consolidati, OT, ovvero
le tecnologie che supportano il mondo
delle operation, e IT, le tecnologie dell’in-
formazione. Per questo l’ingresso dei big
player del mondo IT nell’automazione
segna il concretizzarsi di Industry 4.0. Le
Operations includono, oltre al processo
produttivo, tutta la supply chain, la logi-
stica in ingresso e interna, nonché quella
in uscita per servire il cliente, e si tratta di
parti del processo industriale in cui la tec-
nologia è già entrata. Su questo substrato,
in parte consolidato, secondo vari livelli
di maturazione, l’IT introduce una serie
di tecnologie, anch’esse in parte mature,
a vari gradi di evoluzione. Ci si potrebbe
chiedere se siamo di fronte a una vera e
propria rivoluzione o a una semplice e
naturale evoluzione, dal momento che si
tratta dell’unione di duemondi conosciuti
e maturi, se presi singolarmente. Noi pen-
siamo di trovarci di fronte a una grande
trasformazione, perché se non è tanto la
tecnologia dell’uno o dell’altro mondo a
essere innovativa, quanto il loro incontro,
che genera un impatto tale da cambiare
radicalmente i modelli di business. Li ot-
timizza da un lato, ma è in grado anche
di trasformali radicalmente. Un’ottima
pratica da seguire è non focalizzarsi solo
sulla tecnologia, ma ripensare il modello
organizzativo e il processo di generazione
del valore prima di digitalizzare, altrimenti
il rischio che si corre è digitalizzare anche
ciò che è sbagliato, come gli sprechi.
Uno dei primi esempi è la trasformazione
in atto da vendita di prodotti a vendita di
servizi. Per esempio Boing non acquista
più da Rolls-Royce i motori per gli aerei,
ma acquista ore motore, e questo cam-
bia radicalmente il paradigma. A questo
punto, Rolls-Royce deve garantire più ore
motore possibile per aumentare il pro-
prio business e lo può fare solo se di quei
motori conosce esattamente lo stato. Per
sapere tutto dei propri motori deve riem-
I principali Paesi di sbocco dell’industria italiana
dell’automazione industriale manifatturiera e di
processo nel 2016
Distribuzione %
Fonte: elaborazioni Servizio Centrale Studi Economici Anie su dati istat
Germania
13%
Altri Paesi
60%
Cina
4%
Francia
9%
Stati Uniti
8%
Spagna
6%