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GIUGNO-LUGLIO 2016

AUTOMAZIONE OGGI 391

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evoluzione’, in costante divenire. I nuovi protagonisti nel settore

dell’automazione industriale non si limiteranno infatti a domi-

nare i moderni processi di manufacturing ma dovranno essere

in grado di far leva sulle opportunità offerte dalle nuove tecno-

logie produttive e digitali, che renderanno la vita di fabbrica più

semplice, consentendo a uomo e macchine di lavorare insieme,

in un’ottica collaborativa.

Giuseppe D’Amelio:

Le aziende manifatturiere stanno attuando

politiche di automazione per tutti i processi aziendali. Lo scopo

è quello di aumentare l’integrazione delle risorse utilizzate nei

processi operativi. Ciò sta avvenendo grazie a due forme di in-

novazione: da un lato le tecnologie IT, come l’IoT, i Big Data e

il cloud computing, dall’altro le soluzioni più vicine alla produ-

zione, come la stampa 3D e le tecnologie di produzione additiva.

In ambito IT, i CTO, e in generale gli architetti di sistema devono

intraprendere un percorso di rinnovamento, mi spiego meglio.

I sistemi IT oggi si stanno evolvendo sempre più nella direzione

del Digital Business, ovvero della convergenza tra mondo fisico

e mondo digitale. Per questo sensori, droni, robot, persone e or-

ganizzazioni devono interagire in un ecosistema interconnesso

in tempo reale. Ciò è possibile grazie a piattaforme Cloud che

facilitano la collaborazione nei processi produttivi e che si scam-

biano una mole enorme di informazioni strutturate e non struttu-

rate, provenienti anche dall’analisi delle immagini. Quest’ultima

spesso svolta proprio attraverso telecamere basate su tecnologia

Canon. Le professioni che necessitano di una riprofessionalizza-

zione in ambito business sono i progettisti e gli esperti di pro-

duzione. Ciò è necessario poiché progettare componenti, che

dovranno essere industrializzati e prodotti con tecnologia addi-

tiva attraverso stampanti 3D, è molto diverso rispetto alla produ-

zione basata sull’assemblaggio effettuato con i sistemi robotici

tradizionali di automazione industriale. Anche se la stampa 3D è

oggi ancora acerba e non adottata su larga scala, le competenze

richieste vanno dalla conoscenza dei diversi materiali e polimeri,

all’utilizzo di nuovi sistemi CAD-CAM, che si basano sulla fattibilità

delle geometrie piuttosto che sulle sequenze di assemblaggio. È

importante infine la capacità di scegliere gli adeguati modelli di

supply-chain e logistica, capaci di tenere conto della prossimità

dell’utilizzatore finale.

Paolo Carnovale:

Nei prossimi 5 anni si prevede una marcata

diffusione dei robot industriali anche nelle industrie di medi e

bassi volumi. Come già successo nell’automotive (settore con alti

volumi di produzione), alcune attività all’interno delle catene di

montaggio potrebbero essere impattate dalla diffusione di que-

sta nuova tecnologia. Dall’atro canto, la diffusione dei robot in-

dustriali aprirà le porte a nuove figure professionali specialistiche

che dovranno occuparsi della programmazione, gestione e ma-

nutenzione di questi macchinari. Si potrebbe fare un parallelo con

l’introduzione, ormai svariati anni fa, delle macchine a controllo

numerico; se da un lato, i CNC hanno sostituito in molti casi le

lavorazioni manuali, essi hanno anche fatto emergere la necessità

di formare operatori specializzati nella loro programmazione, ge-

stione e manutenzione. Approcciando il tema di smart manufac-

turing dal punto di vista di ‘Industrial IoT’, la notevole mole di dati,

resi disponibili da questa nuova tecnologia, richiederà l’impiego

di un numero sempre maggiore di data scientist per elaborare ed

interpretare queste informazioni.

Sophie Borgne:

Il punto di partenza dello Smart Manufactur-

ing è l’integrazione di tecnologie digitali e operative, che ha un

impatto sia a livello di operatori sia a livello di progettazione e

realizzazione di sistemi industriali. Dal nostro punto di vista, le

professionalità a cui sarà richiesto di rinnovarsi maggiormente

sono quelle legate alla progettazione, all’integrazione di sistemi,

che devono confrontarsi con tutti i temi legati al digitale, a partire

dalla cybersecurity, e a nuove modalità operative abilitate dall’a-

dozione di soluzioni cloud, mobility di cui tenere conto fin dalla

fase di design.

Parallelamente, la ‘trasparenza’ e comunicazione fra sistemi abi-

litata dalla digitalizzazione nell’ambiente produttivo porterà alla

necessità di guardare all’azione di progettazione e integrazione

dei sistemi in modo più ampio, richiedendo anche la capacità di

considerare elementi legati al business e alla gestione di progetti.

Quindi le figure già in azienda che ricoprono questi ruoli potranno

aver bisogno di azioni di riprofessionalizzazione per abbracciare

pienamente l’ottica Industria 4.0.

A.O.:

Da dove si può partire per la trasformazione di un’impresa in

un’Industria 4.0?

Muritano:

Credo siano almeno due le strade che ogni azienda

dovrebbe esplorare: da un lato la digitalizzazione dei processi per

aumentare l’efficienza e la produttività, dall’altro l’utilizzo delle

tecnologie mobile per dialogare in modo più efficace con clienti,

partner e collaboratori. Sul primo fronte, si tratta di acquisire

maggior controllo su tutte le attività produttive e integrarle in

tempo reale con la pianificazione, le vendite, l’amministrazione.

Non basta svecchiare gli impianti o installare macchinari più so-

fisticati, bisogna creare una ‘regia’ digitale che, partendo dalla

produzione, permetta di monitorare e raccogliere le informazioni

rilevanti e usare questi Big Data per supportare le decisioni re-

lative alla gestione e al controllo. L’anima di qualsiasi progetto

orientato all’Industria 4.0 è dunque il software, che consente di

aggiungere intelligenza ai processi aziendali, migliorare le per-

formance, rendere l’impresa più produttiva e, di conseguenza,

più competitiva. Per quanto riguarda le tecnologie mobile, le

aziende possono sfruttare a proprio favore l’enorme diffusione di

smartphone e tablet progettando e realizzando delle mobile app

con cui, ad esempio, interagire in modo innovativo con i clienti,

offrire contenuti e servizi alla forza vendita, collaborare più atti-

vamente con fornitori e partner.

Tieghi:

Per reggere una struttura serve una base solida. Per que-

sto ritengo che, quando si parla di automazione e digitalizza-

zione, il punto di partenza obbligato sia uno strumento solido

per convogliare, raccogliere e storicizzare i dati. Le tecnologie

Scada, rese attuali dalle nuove architetture virtualizzate e ridon-

date, saranno ancora per molti anni protagoniste della quarta ri-

voluzione industriale. È giusto parlare di architetture virtualizzate,

cloud, dispositivi mobili e app per l’elaborazione dei Big Data, ma

non dimentichiamo che per creare questa base dati da analizzare

bisogna partire dalla raccolta degli stessi e quindi da un ‘campo’

fatto di sensoristica e dispositivi IoT oriented.

Randieri:

Purtroppo ancora oggi il tessuto industriale italiano,

anche nelle aree più industrializzate del Paese, si rivela ‘incon-

sapevole’ di cosa sia Industria 4.0: per molte imprese resta un’e-

nunciazione di principio e di interesse, per altre è un tema da

approfondire nel cui intorno costruire realmente una strategia

imprenditoriale. Occorre quindi sensibilizzare il tessuto impren-

TAVOLA ROTONDA

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