GIUGNO-LUGLIO 2016
AUTOMAZIONE OGGI 391
98
per guardare alle informazioni così ottenute su più livelli: la fab-
brica intelligente è una fabbrica in cui il campo e la gestione del
business comunicano in modo bidirezionale, è un ‘luogo’ aperto.
Biffi:
Secondo la nostra idea, la digital enterprise si fonda su quat-
tro pilastri: un solido portfolio industrial software and automa-
tion, uno standard per la comunicazione industriale basato su
Ethernet (Profinet), industrial security per la protezione dagli at-
tacchi informatici e industrial services. È chiaro che il massimo be-
neficio di Industry 4.0 si può ottenere implementando tutti questi
concetti. Tuttavia ogni azienda è diversa e ha priorità differenti,
quindi ha perfettamente senso incominciare a implementare uno
o più di questi elementi in un punto specifico della catena del
valore, dal product design al service. Questo consente all’impresa
di focalizzare al meglio le aree di miglioramento interessate dal
progetto, di distribuire lo sforzo e capitalizzare i primi benefici,
per poi passare al pilastro successivo.
Tamburini:
L’IoT in generale, e Industry 4.0 in particolare, ha
preso piede grazie
alla diminuzione del
costo di sensori e dei
microcontrollori, così
come alla crescente
adozione di standard
aperti che favoriscono
l’interoperabilità e la
comunicazione. In par-
ticolare, in fabbrica,
da diverse decenni le
aziende effettuano
comunicazioni ma-
chine-to-machine. Ma
gran parte di queste
comunicazioni erano
chiuse e proprietarie,
nonché ottimizzate
per semplificare la co-
municazione tra dispositivi e sistemi dello stesso produttore invece
che essere interoperabili. La situazione sta migliorando grazie all’a-
dozione di protocolli standard per la comunicazione, che rendono
più semplice lo scambio di informazioni tra dispositivi di vendor di-
versi. Un altro fattore di miglioramento è la possibilità di accedere
remotamente alle macchine (dall’esterno della fabbrica e anche del
firewall dell’azienda) per controllarle e gestirle.
Oltre allo smart manufacturing, un’altra importante trasforma-
zione di business resa possibile dall’IoT, è la possibilità per i pro-
duttori di apparecchiature industriali di connettersi sul campo ai
propri prodotti. Ciò permette loro di controllare lo stato dei propri
prodotti, raccogliere informazioni su come vengono utilizzati e
controllarli remotamente. Ciò abilita nuovi modelli di business
come ad esempio la manutenzione predittiva, un utilizzo otti-
mizzato dell’energia ecc.
Fregnan:
L’asset fondamentale è il ‘fattore umano’: si deve partire
quindi dalle persone, che dovranno guidare i processi e le tecnologie
digitali. Le esigenze dei clienti, nei diversi settori industriali, stanno
cambiando rapidamente. Nuovi competitor si posizionano infatti nel
mercato utilizzando business model dirompenti, fondati su tecno-
logie innovative. I modelli di produzione tradizionali sono quindi a
rischio ed emerge il bisogno di una nuova generazione di manager
che sappiano padroneggiare i processi di Factory Automation e gui-
dare i loro team all’interno di sfidanti percorsi di innovazione.
D’Amelio:
L’innovazione industriale passa dalla gestione delle
informazioni e delle immagini digitalizzate. Le prossime sfide
riguardano la digitalizzazione dei diversi processi di comuni-
cazione: da quella interna (digital workplace) a quella legata
all’interazione con gli attori dell’ecosistema produttivo, incluse
le comunicazioni da e verso i clienti (customer communication
management). Un aspetto fondamentale è la capacità di man-
tenere la coerenza delle informazioni e l’accesso alle stesse at-
traverso tutti i touchpoint fisici e digitali. Là dove con il temine
informazioni si intende sia immagini sia documenti. In ambito IT,
il cloud è di sicuro lo strumento essenziale per facilitare la coope-
razione tra persone, organizzazioni, sistemi e sensori, all’interno
di un ecosistema che dovrà essere aperto e flessibile. Il passaggio
dal semplice IaaS (Infrastructure as a Service) al più evoluto PaaS
(Platform as a Service) può essere un buon modo per dotarsi di
tecnologie abilitanti in termini di cooperazione delle risorse. In
ambito business, stampa 3D e mixed reality sono tecnologie da
cui partire. Seppur ancora non mature per la produzione in larga
scala, oggi vengono diffusamente adottate nelle fasi di proget-
tazione e prototipazione, generando consapevolezza riguardo ai
gap che ciascuna azienda deve riuscire a colmare in termini di
competenze e tecnologie.
Carnovale:
Inizierei la trasformazione dalla connessione, e inter-
connessione, dei macchinari esistenti con un sistema IoT entry-le-
vel; questo approccio permetterebbe, contenendo l’investimento
iniziale, di iniziare a migliorare l’efficienza del processo produttivo
attuale sulla base dei nuovi dati acquisiti.
Borgne:
Le aziende del settore industriale dovranno in ogni caso
affrontare una transizione che definirei anche culturale, oltre che
di competenze. La trasformazione digitale di un’azienda manifat-
turiera è un percorso che, dal nostro punto di vista, può essere
avviato in modo graduale, un’evoluzione non una rivoluzione, ma
per ottenere i migliori frutti è indispensabile che siano comprese
e quindi gestite anche le complessità.
•
Sul numero di settembre di Automazione Oggi pubblicheremo la seconda
parte della Tavola Rotonda
Foto tratte da pixabay.com
TAVOLA ROTONDA
AO