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OTTOBRE 2015

AUTOMAZIONE OGGI 385

130

AO

TUTORIAL

tuatori biologici, oltre a strutture adattative e sostanze chimiche

specifiche. La terza generazione, il cui avvento data circa agli inizi

del 2010, ha offerto soluzioni con nanosistemi tridimensionali o

sistemi di nanosistemi assemblati attraverso varie tecniche di as-

semblaggio e sintesi. Oggi, infine, siamo ai prodotti di quarta ge-

nerazione, anche se spesso non ci accorgiamo di usarli (si veda il

sito

www.nanotechproject.org/cpi ). Qu

esto fa comprendere come

l’innovazione in questo settore si sia manifestata a una velocità

straordinaria e come i materiali oggi siano formati da sistemi

molecolari eterogenei in cui ogni molecola possiede una carat-

teristica struttura, giocando un ruolo ben specifico. Tali molecole

sono utilizzate come veri e propri dispositivi e grazie alla struttura

eterogenea e all’architettura molecolare sono in grado di assol-

vere a differenti funzioni contemporaneamente.

Le nanotecnologie sono impiegate tuttora in moltissimi settori,

per esempio quello energetico. Tali tecnologie sono in grado,

infatti, di ripercuotersi favorevolmente su tutta la catena del va-

lore della energia: produzione, distribuzione, stoccaggio e uso.

Sono inoltre in grado di supportare lo sviluppo delle fonti sia

convenzionali, sia ‘green’. Nel fotovoltaico, per esempio, l’uti-

lizzo di materiali innovativi nei cristallini di silicio è in grado di

incrementare l’efficienza delle celle e l’impiego di tali materiali

per la creazione di film sottilissimi potrà portare velocemente a

valori di efficienza di oltre il 60%. Anche i processi di conversione

dell’energia in forme utilizzabili, come quella cinetica, saranno ef-

ficacemente supportati dalle nanotecnologie grazie all’uso di ma-

teriali in grado di sopportare meglio le condizioni proibitive delle

centrali in termini di temperatura, corrosione e pressione. Per

ciò che riguarda la distribuzione, invece, già oggi l’uso di nano-

materiali come i nanotubi conduttori permette di incrementare

esponenzialmente la capacità trasmissiva. Nel medio termine la

trasmissione dell’energia sarà possibile grazie anche a sistemi wi-

reless, come laser o microonde, proprio grazie alla disponibilità di

nanotecnologie che favoriranno tale esperienza, così come la ge-

nerazione di micro centrali di produzione e diffusione dell’ener-

gia. Lo storage energetico infine sembra essere particolarmente

promettente grazie allo sviluppo di super batterie e celle ad alta

densità come quelle a ioni di litio. Le nanoparticelle sono infatti in

grado di incrementare l’efficienza, la capacità e la resistenza degli

ioni di litio. Anche in termini di energia termica le nanoparticelle

stanno giocando un ruolo cruciale nella

gestione del calore, che può essere imma-

gazzinato in materiali nanoporosi come la

zeolite, che è in grado di rilasciare il calore

immagazzinato assorbendo acqua.

In termini di utilizzo, infine, i materiali do-

tati di tali molecole hanno svariati campi di

applicazione, per esempio nei processi di

vulcanizzazione delle gomme degli auto-

veicoli, riducendo sensibilmente l’attrito di

rotolamento, oppure nell’isolamento degli

edifici, o ancora nella gestione dei flussi di

calore e luce attraverso vetri in grado di

gestire il flusso dei raggi solari per acclima-

tare autonomamente gli ambienti.

Dispersione delle scorie: un

problema da risolvere

La diffusione delle nanotecnologie ha

portato un grande entusiasmo nel mer-

cato, ma anche un atteggiamento pru-

denziale connesso ai rischi ancora non

perfettamente noti. Questi rischi derivano

principalmente dall’incontro tra le nano-

particelle e gli organi responsabili delle

funzioni vitali. Un pregio di tali particelle è costituito, infatti, dalla

loro capacità di penetrare profondamente nei tessuti, ma si crede

che possano anche interagire con i componenti vitali biologici,

quali il DNA e le proteine, modificandone le proprietà. Inoltre, non

ci sono ancora studi capaci di descrivere definitivamente gli ef-

fetti sulle popolazioni esposte a flussi di nanoparticelle industriali.

Si possono già conoscere, però, gli effetti citotossici a livello cel-

lulare e quelli respiratori e immunologici mostrati da esperimenti

in vitro o su cavie di laboratorio. I nanomateriali ingegnerizzati

più sorvegliati sono i nanotubi in carbonio e le nanoparticelle di

metalli e ossidi metallici.

Lo sviluppo di queste tecnologie non può prescindere dall’iden-

tificazione preventiva dei possibili rischi derivanti sia dalla dif-

fusione di polveri ultrafini, sia di nanoparticelle ingegnerizzate.

Questo vale in particolare per i prodotti nanotecnologici indu-

striali, la cui regolamentazione potrà avvenire solo successiva-

mente al periodo brevettuale.

Le principali difficoltà che deve affrontare il Regolatore sono

legate anche alla variabilità del contesto, legata all’incessante

sviluppo del settore e, in alcuni casi, alla scarsa e frammentata

conoscenza di questa materia, particolarmente complessa. La

Royal Society nel Regno Unito, per esempio, si è espressa in ma-

niera non univoca a riguardo. In alcuni testi si afferma che le na-

notecnologie non sono da considerarsi una minaccia per la salute,

raccomandando però che siano regolamentate e trattate come

sostanze chimiche nuove e come tali ritenendole pericolose…

La diffusione delle nanotecnologie in campo medico ha portato grande entusiasmo

tra gli addetti ai lavori ma anche atteggiamenti prudenziali dovuti ai rischi ancora

non perfettamente noti