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MARZO 2015

AUTOMAZIONE OGGI 379

56

AO

ATTUALITÀ

gica, il CDO - Chief Digitalization Officer,

di cui si sono già dotate realtà come eBay,

McDonalds’, Axa, Tesco, Google, Yahoo,

Nationalwide. È una figura che si deve

porre al centro dell’azienda e deve fare

da intermediaria nel processo di digita-

lizzazione interno, ripensando i processi

di business. Tutte le imprese dovranno

diventare delle ‘high tech company’,

aziende digitali, IT, con specializzazioni

diverse, sia il loro core business nel retail

o nel manufacturing”. Implementare in

tempo e in modo corretto le soluzioni IoE

è determinante perché le aziende conti-

nuino a essere competitive e costituisce

una sfida cruciale per l’Italia, il secondo

maggior Paese manifatturiero in Europa,

con 500.000 imprese che contribuiscono

al 19% del PIL. Che cosa dunque rallenta

l’adozione dell’IoE nel Belpaese?

“I timori legati alla sicurezza, la man-

canza di risorse da investire, l’incapacità

di avere una visione di ampio respiro” ci

risponde Bevilacqua. “Per quanto con-

cerne il primo punto, possiamo dire che

esistono oggi due tipi di aziende: quelle

che hanno già subito un attacco e quelle

che l’hanno subito ma non se ne sono

ancora accorte…” ha continuato il vice

presidente. “La sicurezza rimane la prin-

cipale fonte di preoccupazione per il 42%

dei CIO, in quanto gli attacchi sono sem-

pre più sofisticati e il numero dei dispo-

sitivi connessi da tenere sotto controllo

è in rapida crescita. A fronte di questo

occorre cambiare prospettiva. Non basta

introdurre soluzioni ‘ad hoc’ per arginare

la singola minaccia, occorre invece ripen-

sare l’intera architettura aziendale, le po-

licy e i rapporti con clienti e fornitori in

un’ottica IoE. L’IT non può essere un puz-

zle da comporre, ma è un tutto unico ed

è bene cominciare a ripensarci adesso”.

Passando a investimenti e ‘vision’: se-

condo Gartner a breve il 70%del business

sarà digitale, solo il 30% delle iniziative

di digitalizzazione però è destinato ad

avere successo e la principale causa di

insuccesso sarà l’incapacità di rivedere

sotto la nuova ottica digitale il business,

i processi, i rapporti con gli altri soggetti.

Si prenda il caso degli edifici.

“Attualmente al loro interno vengono

connessi circa 95.000 dispositivi, che per-

mettono di ripensare all’intera gestione,

per esempio, dell’energia, con risparmi

che possono arrivare al 21%, assolvendo

al contempo meglio alle richieste degli

utenti” ha esemplificato Bevilacqua. “La

città di Barcellona, per fare un altro esem-

pio, ha saputo rivedere i suoi servizi alla

luce delle potenzialità dell’IoE rendendo

tutto più snello, tempestivo, efficiente, in

modo da offrire servizi migliori ai cittadini

e ottenere risparmi significativi. Si va dai

cassonetti dei rifiuti che, dotati di sen-

sori, avvertono quando devono essere

svuotati, all’illuminazione pubblica, che

si adatta alle condizioni di luce percepita

dall’utente, ai parcheggi che segnalano

al guidatore i posti liberi. A fronte di un

sensibile miglioramento della qualità

della vita dei cittadini, la municipalità ha

registrato una crescita dei profitti, per

esempio grazie ai risparmi, 8 miliardi di

dollari nella gestione dell’acqua, 37 mi-

liardi nello smart lighting, 50 miliardi nei

parcheggi intelligenti. Ha inoltre creato

50.000 posti di lavoro legati al progetto

‘smart city’. Tutto questo è frutto del

nuovo modo di pensare e rivoluzionare

non un quartiere, ma un’intera città e i

suoi servizi”. Così l’IoE diventa l’Internet

of Everybody e anche l’Internet of Em-

ployment, capace di generare nuovi tipi

di lavori e figure professionali che oggi

fatichiamo perfino a concepire, che sa-

ranno quelle richieste domani. “McKing-

sley ha rilevato come Internet crei 2.6

nuovi posti di lavoro per ogni lavoro

perso” ha voluto sottolineare Bevilacqua.

“Si calcola che già oggi mancano 1 mi-

lione di esperti in sicurezza, 2 milioni di fi-

gure nell’ICT e vi sarà presto un aumento

del 40% delle richieste di analisti di dati:

un Paese che conta una disoccupazione

del 40% dovrebbe pensarci…”. Occorre

dunque pensare a processi di digitalizza-

zione ‘orizzontali’, che coinvolgano tutte

le persone, e a un modello di business

che tenga conto della crescita esponen-

ziale del fenomeno, con conseguente

incremento di personale e investimenti,

che peraltro potrebbero ripagarsi con

una gestione più accorta e risparmiosa.

“E soprattutto occorre far presto, perché

il ‘treno’ delle opportunità sta passando,

anzi è già passato, e per saltare su un

treno in corsa, occorre mettersi a correre

davvero tanto” ha concluso Bevilacqua.

Clean, fair and good!

La visione di Intel, partner di Cisco nell’or-

ganizzazione dell’IoE Italian Forum in-

sieme a Hitachi, Rockwell Automation e

Schneider Electric, segue la stessa linea.

Il colosso americano dell’IT intende svi-

Alla tavola rotonda di chiusura del Forum hanno partecipato, da sinistra: Silvio Fraternali di Intesa Sanpaolo Group,

Gianluigi Castelli di ENI, Gilberto Ceresa di FCA Group (Fiat Chrysler Automobiles) e Paola Petroni di Enel