la decrescita delle esportazioni, scese del
6,5% a 3.385 milioni di euro, sia l’ulteriore ri-
duzione del consumo sceso a 2.047 milioni
di euro, ossia il 2% in meno rispetto al va-
lore dell’anno precedente. L’indebolimento
della domanda interna ha penalizzato, in-
fatti, le consegne dei costruttori che sono
arretrate dell’8,5% arrivando a quota 1.103
milioni di euro. Le importazioni, in crescita
del 6,8%, si sono attestate a 944 milioni di
euro. Il rapporto export su produzione è cre-
sciuto al 75,4%mentre la quota di consumo
coperta dalle importazioni ha registrato un
incremento di quattro punti percentuali,
passando dal 42,3% (del 2012) al 46,1% del
2013. Nel 2013 la Cina si è confermata primo
mercato di destinazione del made in Italy di
settore, seguita da Stati Uniti, Germania,
Russia, Francia, Brasile.
Rinnovare il parco
macchine
“Inserita in un panorama europeo già poco
brillante, l’Italia sta vivendo una fase parti-
colarmente complessa che non pare ancora
completamente archiviata” afferma Luigi
Galdabini. “Il sistema Italia, ancora troppo
statico e ingessato, rischia di compromettere
ulteriormente l’industria manifatturiera del
Paese che dal 2008 ha praticamente smesso
di investire in macchinari di produzione”. La
crisi generalizzata ha infatti completamente
bloccato gli acquisti in tecnologie di pro-
duzione. Secondo la rilevazione di Ucimu,
elaborata a cadenza decennale, nel 2005 un
quarto del parco macchine utensili instal-
lato in Italia aveva più di 20 anni. La man-
cata sostituzione dei macchinari obsoleti,
sommata all’incremento in tempi recenti di
acquisizione di nuovi sistemi da parte degli
utilizzatori dei mercati emergenti, fa temere
un pericoloso arretramento della nostra in-
dustria rispetto ai concorrenti stranieri. “Ab-
biamo accolto con favore l’entrata in vigore
della nuova Legge Sabatini che, in questi
primi tremesi effettivi di operatività, ha dato
impulso ai consumi italiani di macchine che
restanoperò ancora deboli” continuaGalda-
bini “e allo stesso modo non possiamo che
essere favorevoli all’attuazione del provve-
dimento che permette il credito di imposta
pari al 15% dell’ammontare degli investi-
menti inmacchinari, effettuati dalle imprese,
consegnati entro il 30 giugno 2015”. Sono
due strumenti utili per facilitare la ripresa dei
consumi secondo l’associazione di catego-
ria “ma purtroppo insufficienti a sostenere
il necessario processo di rinnovamento dei
sistemi di produzione di cui ha forte bisogno
l’industria italiana” indica il presidente di
Ucimu. “Per questo sollecitiamo l’intervento
delle autorità di governo, affinché lavorino
all’attuazione di una misura per stimolare il
processo di rinnovamento del parco mac-
chine installato nelle fabbriche italiane, in
modo che i sistemi di produzione possano
rispondere alle nuove esigenze di produt-
tività, risparmio energetico e rispetto delle
norme di sicurezza sul lavoro che l’Europa
oggi impone”.
Ucimu -