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ITALIA 4.0
2017
ziano sprechi e inefficienze. Onde non
incorrere nel grave rischio di una digita-
lizzazione degli sprechi, occorre pertan-
to lavorare sul miglioramento dei pro-
cessi e sul concetto di valore per il clien-
te, oltre che sulla mappatura delle com-
petenze e degli skill in azienda. “Occor-
re riflettere sui processi e sulle persone
che utilizzano le tecnologie - continua
Fiorese - e quindi, prima ancora che a
una smart factory, bisogna pensare a
una smart strategy, a smart people e a
smart processes. Per generare valore,
inoltre, le tecnologie digitali devono
connettere tanti mondi diversi e tante
teste, e per questo è necessario abbat-
tere le barriere esistenti, prima all’in-
terno dell’azienda, e poi all’esterno”. In
uno scenario lean e smart, i creatori di
nuovi prodotti e di valore saranno quin-
di nuovamente gli uomini, e i robot, pur
se dotati di intelligenza artificiale, ma
non ancora creativa, potranno essere
intesi come strumenti di collaborazione,
e non sostitutivi dell’uomo. Prepararsi
al loro impatto significa allora anche
rispondere a sfide che rimettono al cen-
tro il ruolo delle persone, la loro crea-
tività e lo sviluppo di nuove conoscen-
ze, flessibilità lavorativa ed evoluzione
degli skill, con la crescita di nuove pro-
fessionalità stimolata dalle competen-
ze richieste da Industria 4.0. Solo così
si mettono automazione e macchine al
servizio delle persone, e non viceversa.
La collaborazione opportunamente im-
plementata può in tal modo preservare
la manodopera, l’artigianalità e la qua-
lità del prodotto. Offrendo in particolar
modo alle pmi italiane la possibilità di
trarne grande vantaggio competitivo,
a scapito anche di grandi aziende, pro-
prio in virtù della loro capacità di inno-
vare con poche risorse e di focalizzarsi
su ingegno e creatività delle proprie
persone, messe a maggior valore grazie
alle tecnologie abilitanti e collaborative
di Industria 4.0.
@marcocyn