35
ITALIA 4.0
2017
Tomaso Carraro
, presidente di Assiot: “Il passaggio chiave sarà
quello di trasformare tutto il Paese in 4.0. L’impresa dovrà essere
intelligente, non solo nei reparti produttivi, ma anche l’amministrazione, la
gestione finanziaria, le infrastrutture dalle banche alla logistica, insomma,
tutto il sistema Paese dovrà correre ed essere competitivo”.
Domenico di Monte
, presidente Assofluid: “Le industrie della
componentistica, già da tempo, sviluppano componenti e sistemi idonei
alle nuove richieste dell’industria più avanzata. I prodotti delle imprese
socie di Assofluid sono abilitati alle nuove tecnologie. Questa rivoluzione
industriale non riguarderà più solo una singola impresa, ma tutta la filiera
produttiva”.
Alfredo Mariotti
, direttore generale di Ucimu: “La fabbrica digitale
richiede anche figure professionali qualificate. L’importanza della
formazione nelle Università e nelle scuole tecniche è decisiva. Formazione
che va oltre le necessità dell’industria. Essa dovrà coinvolgere tutta la
società. La formazione dovrà considerare un grande progetto 4.0, sia
all’interno sia all’esterno dell’azienda”.
I PROTAGONISTI
ni di trasmissione e ingranaggi), ritiene
che questo cambiamento epocale in-
dotto da industria 4.0 è un tema spesso
trattato sia tra i soci dell’associazione,
sia nelle singole aziende. Carraro, com-
menta che le imprese non dovranno su-
bire questa trasformazione, ma esserne
protagoniste. Se è vero che le aziende
manifatturiere italiane sono costituite
da società medio piccole è ancora più
importante associarsi e incontrarsi per
avere un o scambio di idee continuo e
profittevole. Se paragoniamo la dimen-
sione delle aziende italiane con quelle
straniere potrebbe sembrare di giocare
in difesa, ma non è così. La creatività e la
flessibilità dei produttori italiani, se sup-
portati correttamente dai provvedimenti
governativi come gli incentivi fiscali in
atto, possono far recuperare il gap tec-
nologico di questi ultimi anni. Ma non è
tutto, ha sostenuto il presidente. Il pas-
saggio chiave sarà quello di trasforma-
re tutto il Paese in 4.0. L’impresa dovrà
essere intelligente, non solo nei reparti
produttivi, ma anche l’amministrazione,
la gestione finanziaria, le infrastrutture;
comprese le banche, la logistica, insom-
ma, tutto il sistema Paese dovrà correre
ed essere competitivo.
Domenico di Monte, presidente Assoflu-
id (Associazione italiana dei costruttori
e operatori del settore oleoidraulico e
pneumatico), rimarca i risultati economici
del comparto che presiede. La produzio-
ne nazionale della componentistica ole-
oidraulica, nei primi nove mesi del 2017,
è cresciuta del +10% e quella pneumati-
ca del +8%, rispetto allo stesso periodo
dello scorso anno. L’associazione di cate-
goria non è in grado di stabilire se questi
numeri in crescita siano legati al piano
industria 4.0, ma è possibile notare che i
costruttori di componenti oleoidraulici e
pneumatici devono produrre in ottica di
fabbrica intelligente. Gli stessi prodotti
sono progettati e costruiti secondo il nuo-
vo paradigma, poiché saranno integrati
in sistemi e macchine intelligenti. Insom-
ma, Assofluid rappresenta un comparto
industriale che è nello stesso tempo for-
nitore e fruitore di moderne tecnologie.
Di Monte sottolinea che le industrie della
componentistica, già da tempo, sviluppa-
no componenti e sistemi idonei alle nuo-
ve richieste dell’industria più avanzata. I
prodotti delle imprese socie di Assofluid
sono abilitati alle nuove tecnologie. Que-
sta rivoluzione industriale non riguarderà
più solo una singola impresa, ma tutta
la filiera produttiva, dal costruttore di
macchine fino al fornitore di componen-
ti. Non è pensabile sviluppare l’industria
4.0 singolarmente. È necessario quindi
creare delle partnership con industrie
dalle competenze differenti: un’azienda
tipicamente meccanica dovrà confron-
tarsi, e capirsi, con i tecnici di Microsoft
o Cisco, per esempio. L’innovazione è
anche conoscenza, quindi formazione. Il
capitolo formazione, sostiene Di Monte
è l’architrave per gestire una moderna
impresa. Solo le competenze e la creati-
vità umana possono trasformare i dati
raccolti dall’impresa digitale, i big data, e
trasformarli in smart data. Dati preziosi se
resi fruibili per sviluppare nuovi prodotti
Foto Bosch