L’evoluzione dell’industria della difesa
Il report “Aerospace and Defense Top Management Issues Radar” firmato da Roland Berger: il 92% degli intervistati prevede un aumento significativo del budget per la difesa in Europa.
I conflitti irrisolti, le nuove minacce alla sicurezza e le richieste di una maggiore spesa militare sembrano mettere sotto pressione la politica di difesa dell’Europa. Di fronte a tale turbolenza geopolitica, più del 90% dei fornitori del settore si aspetta un aumento del budget destinato alla sicurezza da parte dei paesi UE. È questo uno dei principali risultati dell’ultimo “Aerospace and Defense (A&D) Management Issue Radar” firmato da Roland Berger. Nello studio sono stati intervistati 220 dirigenti del settore aerospaziale e della difesa a livello internazionale. Di questi più di un terzo (36%) si aspetta che la spesa per la difesa aumenti dal 2 al 5% nei prossimi due anni. Motivo: l’escalation della tensione tra Est e Ovest e il progressivo aumento dei nazionalismi in diversi Stati. “Non vi è un unico fattore alla base dell’ottimismo che si respira nel settore della difesa. È piuttosto un insieme di molteplici elementi convergenti a creare le condizioni per una prospettiva di crescita stabile” il commento di Paolo Massardi, partner di Roland Berger A&D Italia.
Il paradosso della preparazione
Quasi due terzi degli intervistati (63%) dicono di sentirsi comunque preparati per affrontare situazioni di emergenza derivanti da eventuali crisi geopolitiche semmai dovessero verificarsi. Lo stesso campione è paradossalmente molto meno ottimista circa le sfide da affrontare all’interno delle proprie aziende. Il 56% dei dirigenti interpellati da Roland Berger in particolare si dice preoccupato circa l’efficacia di piani d’innovazione da avviare/avviati internamente (in house) e la capacità reale di sviluppo di tecnologie produttive all’avanguardia.
“Negli ultimi anni ha prevalso la necessità di produrre volumi contrattualizzati e rendere sempre più efficienti i processi manifatturieri” commenta Massardi. “Oggi chi saprà dotarsi di assetti leggeri ed agili, anche sfruttando il potenziale della trasformazione digitale, avrà un’ottima posizione anche per reagire a shock esterni di mercato”.
Trasformazione digitale
Tuttavia, le aziende stanno sempre più riconoscendo le potenzialità generate dai nuovi processi di digitalizzazione: quasi tre quarti (70%) dei manager intervistati concordano sul fatto che la trasformazione digitale creerà nuovi modelli di business, prodotti e servizi. L’anno scorso tale percentuale non superava il 49%. Ora, nonostante le preoccupazioni espresse, il 69% del campione sta lavorando per l’implementazione di programmi volti ad accelerare tale processo. E i cyber-attacks sempre più all’ordine del giorno? Preoccupano sì, ma non possono rappresentare un freno: il 76% dei dirigenti ritiene infatti che la tendenza verso una maggiore digitalizzazione sia irreversibile nonostante i problemi legati alla sicurezza online o offline. “L’incremento esponenziale della connettività è inarrestabile. Sia nell’ambito manifatturiero con processi produttivi di stile ‘fabbrica del futuro a luci spente e con tutto monitorato costantemente’, sia tra prodotti/tecnologie fra loro, sia fra prodotti ed utilizzatori” specifica Massardi. “Proprio per questa ragione è ancora più importante garantire la sicurezza delle informazioni trasmesse, dei database e delle persone connesse. La cyber-security diventa sempre più importante per abilitare la digitalizzazione lungo la catena del valore. L’attenta valutazione delle esigenze specifiche, preventiva e non reattiva, è una raccomandazione che ci sentiamo di dare a tutti”.
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