ITS – Istituti Tecnici Superiori verso la riforma

Aumentare il numero degli iscritti, raccordare meglio il mondo produttivo, contratti di apprendistato di alta formazione tra gli obiettivi di cinque proposte di legge

Pubblicato il 11 maggio 2021

La fotografia dell’Istruzione e formazione professionale (IeFp) nell’annuale rapporto di monitoraggio dell’Inapp registra su tutto il territorio nazionale 288.065 iscritti nell’anno 2018/19, in calo del 6,8% rispetto all’anno precedente. E anche i primi dati disponibili per il 2019/20 evidenziano una diminuzione: 37.871 ragazzi in meno, pari a -13% di iscritti in un solo anno. Continua invece la crescita del sistema duale, i cui percorsi con un minimo di 400 ore in azienda registravano 31.459 iscritti nel 2018/19, saliti a 37.866 allievi nell’anno formativo 2019/20, con un incremento di +6.407 allievi.

Non è dunque un caso se uno degli uno degli obiettivi del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi sia proprio quello di aumentare il numero di studenti iscritti agli Istituti Tecnici Superiori (ITS) dopo il diploma di scuola secondaria di I grado.

Sempre per lo stesso motivo è in atto un’azione culturale per far conoscere questi percorsi formativi professionalizzanti alternativi all’Università, su cui punta molto anche il PNRR stanziandovi 1,5 miliardi di euro.

Per riorganizzare il sistema degli ITS sono già cinque le proposte di legge presentate in Commissione Cultura della Camera da diversi partiti. Le proposte vanno dalla trasformazione in fondazione smart accademy per raccordare meglio i percorsi con il mondo produttivo e potenziarne la presenza sul territorio nell’ambito dei settori tecnologici innovativi, fino a contratti di apprendistato di alta formazione e ricerca per le aziende Industria 4.0 e sui percorsi brevi di formazione continua per i lavoratori delle imprese.

Nel frattempo, prima della riforma che trova tutti d’accordo, a stabilire requisiti organizzativi di strutture e percorsi è intervenuto un decreto del ministero dell’Istruzione, di concerto con il MISE, che fissa anche l’aggiornamento dei settori prioritari.

 

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Franco Metta



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