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MAGGIO 2014
FIELDBUS & NETWORKS
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N
ata negli anni ’80 a opera di
Mauro Saviola e dal 2013 dive-
nuta parte del Gruppo Arkema, a
seguito della cessione da parte
di Total al noto colosso fran-
cese della chimica, l’azienda detiene vari siti
produttivi in Italia, per esempio in provincia
di Milano, a Rho. Fra questi figura lo ‘storico’
stabilimento di Boretto, stretto fra le province
di Reggio Emilia, Parma e Mantova, proprio a
ridosso del Po. Si trovano qui, oltre alla pro-
duzione, un magazzino per lo stoccaggio della
materia prima, vari uffici ed edifici per i servizi
ausiliari, nonché un impianto di fitodepurazione
all’avanguardia, primo in Europa. Il sito consta
complessivamente di 35.000 m
2
di cui circa
10.000 m
2
coperti, per un totale di 94 addetti
e una decina di aziende esterne che forniscono
ulteriori servizi. Escono dallo stabilimento circa
61.000 tonnellate/anno di prodotto, colla a base
di acqua, destinata a svariati settori, dalla lavo-
razione delle pelli, alla fabbricazione di inchio-
stro, tende, vernici, adesivo per etichette ecc.
“Una decina di anni fa ci siamo trovati di fronte
a problema: un impianto produttivo costruito
nel tempo, passo dopo passo, con continue
‘aggiunte’, che necessitava inderogabilmente
di essere rinnovato e aggiornato adottando tec-
nologie più performanti e allo stato dell’arte,
anche per esigenze strutturali. Per esempio, non
avevamo più spazio, letteralmente, nei cavidotti
e nei condotti, nelle morsettiere e nei quadri per
posizionare dei cavi aggiuntivi necessari al col-
legamento di nuovi dispositivi, quelli necessari
per aumentare la produzione come richiesto dal
mercato e dalla proprietà” ricorda Marco Poli,
responsabile ingegneria e manutenzione elettro-
strumentale di Arkema. “Prima dell’adozione di
Profibus l’impianto era dotato di tre DCS colle-
gati in rete per un totale di 1.500 segnali gestiti
in zona EX, con accentramento degli stessi in
zona sicura tramite collegamenti punto-punto. Era una soluzione
sicura, ma dalla struttura rigida; le possibilità di espansione erano
limitate, gli spazi disponibili erano ormai saturi. Inoltre, non pote-
vamo disporre di una soluzione di diagnostica avanzata: ci trova-
vamo davanti solo a dei segnali di allarme cui era associato un
tag dal quale dovevamo riuscire a intuire cosa fosse successo e
quindi risalire a quale potesse essere stata la causa dell’eventuale
problema” spiega ancora Poli. “Senza considerare gli elevati costi
di progettazione legati alla tecnologia dei DCS e alle difficoltà con-
nesse alle operazioni di manutenzione, che potevano essere ese-
guite solo previo sezionamento a monte della parte d’impianto sulla
quale occorreva agire, con conseguente fermo di produzione. Il tutto
Fieldbus & Networks
L’UTILIZZO DI PROFIBUS HA PERMESSO LA
SEMPLIFICAZIONE DEL CABLAGGIO
E L’INTERCONNESSIONE DEI SISTEMI DI UN IMPIANTO
CHIMICO, CON INDUBBI VANTAGGI DI RIDUZIONE
DEI COSTI E MAGGIORE FLESSIBILITÀ
PROFIBUS
ANCHE IN ZONA EX
di
Carlo Lodari
Planimetria dello stabilimento di Boretto
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