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MAGGIO 2014
FIELDBUS & NETWORKS
80
Fieldbus & Networks
Sul
campo
N
ata a Torino nel 1968 come re-
altà legata all’automotive, ambito
di cui il capoluogo piemontese è
da sempre il cuore, Remacut (Re-
visione Macchine Utensili) si è
trovata a dover cambiare totalmente il proprio
core business trasformandosi così in una delle
prime società note a livello mondiale in grado di fornire macchinari
e più in generale soluzioni di automazione per il settore dell’oil&gas
offshore: “Il primo progetto realizzato risale al 1974 per Saipem,
quindi l’azienda si è evoluta rapidamente” riassume Giuseppe Marra,
responsabile tecnico automazione della società. “In particolare, for-
niamo macchine per la posa dei tubi sottomarini, quelli usati per i
gasdotti, costruendo l’intero impianto di lavorazione degli stessi, che
viene installato a bordo di apposite navi; realizziamo quindi sistemi
di tensionamento (tensionatori) orizzontali o verticali (per varo a ‘J’
o ‘S’), che permettono di tenere i tubi alla giusta tensione perché
non si rompano mentre vengono posati sul fondo del mare; sistemi
di movimentazione delle sezioni di tubo, verricelli di recupero di vario
tipo ecc.; sono poi in via di sviluppo progetti per la costruzione di gru
con capacità di sollevamento elevate (fino a 15.000 tonnellate)”. Un
settore di nicchia, dunque, dove le condizioni operative di esercizio
sono molto severe e soggette a normative ad hoc.
“Un recente progetto, particolarmente complesso, ha riguardato
la messa a punto della nuova nave di posa tubi denominata Aegir,
all’interno della quale si trova una vera a propria ‘fabbrica’ per la
produzione del tubo che verrà posato” prosegue Marra. Remacut ha
realizzato il tutto, fin dal controllo delle rulliere e dei conveyor che
servono alla movimentazione delle sezioni di tubo da giuntare, che
partono dalla zona di stoccaggio a bordo della nave e arrivano alle
stazioni di lavorazione. “Il tutto è complicato a causa delle notevoli
dimensioni (fino 48 m di lunghezza a partire da sezioni di tubo di 12
m) e del peso ragguardevole (anche 1.000 tonnellate) del materiale da
lavorare, oltre che per l’ambiente particolare, quello marittimo, dove
vengono eseguite tutte le lavorazioni” sottolinea Marra. “Ovviamente
tutta la strumentazione e i dispositivi che abbiamo utilizzato sono te-
stati e certificati per operare in conformità alla normativa internazio-
nale che si applica in ambiente marittimo, anche perché in alcuni casi
le apparecchiature devono lavorare al di sotto del livello del mare,
quindi devono essere dotate, per esempio, di chiusure stagne: il tubo
viene posato anche a oltre 1.000 m di profondità”.
Un intero impianto a bordo
Tutti i movimenti a bordo della nave sono eseguiti in modo automa-
tico, con il controllo e la supervisione da parte dell’operatore che uti-
lizza console locali, questo anche per evitare incidenti al personale:
le sezioni di tubo vengono prelevate dalla zona di stoccaggio che è
PROFINET È STATO IMPIEGATO SU UNA NAVE
POSATUBI, PER IL COLLEGAMENTO DELLE STAZIONI
DI LAVORAZIONE DELLE ENORMI SEZIONI DI TUBO
IMPIEGATE PER LA CREAZIONE DI GASDOTTI
SOTTOMARINI
IN FONDO AL MAR…
di Carlo Lodari
Le macchine realizzate da Remacut devono sopportare le notevoli dimensioni e il peso dei tubi da movimentare
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