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L’editoriale è a cura dei membri del comitato tecnico di Fieldbus & Networks
Fieldbus & Networks
Editoriale
(
)
L’attività di standardizzazione non è sempre stata considerata strategica dagli
utilizzatori finali. A titolo di esempio, nel settore dell’automazione solo grandi
società dotate di strutture di ricerca e sviluppo e di progettazione interna, una
per tutte Enel, si sono da subito impegnate nello sviluppo delle norme rela-
tive allemisure, all’automazione e al controllo nei processi industriali. Oltre a
partecipare all’organizzazione delle strutture nazionali preposte alla normativa, esse hanno
destinato gratuitamente ai lavori di preparazione delle norme nazionali e internazionali
alcuni dei propri tecnici più qualificati ed esperti. A fronte di contributi specialistici di alto
livello, però, è rimasto limitato l’impegno quantitativo in termini di persone e tempo dedi-
cato da parte degli utenti finali, soprattutto se paragonato a quello fornito dai costruttori.
Questa limitazione si è poi accentuata ultimamente in conseguenza del crescente ricorso
alla progettazione esterna e della riduzione delle attività non direttamente remunerative.
Dall’altro lato, invece, i costruttori, in particolare i grandi gruppi multinazionali fornitori di
apparecchiature e sistemi di automazione, hanno dato grande importanza agli investimenti
in campo normativo. Vi hanno destinato ingenti risorse tecniche ed economiche, nella con-
vinzione che norme tenute sotto controllo permettano di promuovere e salvaguardare i
loro prodotti commerciali. Ciò ha portato alla conseguenza che nei gruppi di lavoro e nelle
strutture decisionali degli organismi di normazione la presenza dei costruttori è preponde-
rante rispetto a quella degli utilizzatori finali. Eppure questa diseguaglianza non è gradita
a nessuno. Da una parte, i costruttori auspicherebbero una maggiore presenza degli uti-
lizzatori nella definizione delle caratteristiche dei prodotti richiesti, per indirizzare meglio
le proprie scelte tecnologiche; dall’altra, i vertici degli organismi normatori vorrebbero più
partecipazione da parte degli utilizzatori e un loromaggiore potere, per mediare fra costrut-
tori concorrenti, contribuendo a scelte normative condivise. Per gli utilizzatori, poi, sarebbe
fondamentale essere più incisivi, per ottenere soluzioni standardizzate in luogo di prodotti
proprietari. Le complesse apparecchiature di automazione di oggi, che sono conformi alle
norme, sono certamente preferite, in quanto il loro impiego è agevolato così come l’utilizzo
di tutte le loro funzionalità; sono inoltre facilmente intercambiabili e interoperabili con
prodotti di altri costruttori. Procedure regolamentate di progettazione, prova, verifica della
sicurezza ecc. favoriscono i gestori degli impianti industriali. Per permettere agli utilizzatori
di giocare un ruolo cruciale nelle attività di normativa, nonostante le difficoltà di cui sopra,
un’interessante iniziativa è stata da anni attuata dalle associazioni di utilizzatori di auto-
mazione francese Exera e italiana Clui, che presentano e sostengono con propri delegati le
esigenze degli utenti finali all’interno degli organismi di standardizzazione. A titolo esem-
plificativo, dopo l’importante, anche se sfortunata, partecipazione franco-italiana di diversi
anni fa ai lavori per la standardizzazione di un unico fieldbus, oggi Clui è presente, tra l’altro,
nel gruppo di lavoro che si occupa della normativa relativa alla valutazione delle presta-
zioni delle apparecchiature e sistemi di automazione e, insieme alle altre associazioni di
utilizzatori europei, partecipa ai lavori per la standardizzazione della tecnologia wireless.
Dario Fantoni
NOVEMBRE 2012
FIELDBUS & NETWORKS
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